Un tempo questo bel ristorante appena fuori il Borgo di Sasso, nei pressi di Cerveteri e quasi alle pendici del Monte Sassone, era una tipica osteria in cui, per pochi soldi, si gustavano ottimi piatti, semplici e caserecci, e si beveva del buon vino genuino in allegra compagnia. Col passare degli anni la sua fama è cresciuta e anche il locale si è trasformato per divenire un elegante ritrovo con piatti sempre più elaborati e soprattutto una cantina di tutto rispetto decantata in una ricca e varia lista dei vini. I prezzi si sono adeguati (ma in maniera molto onesta) al cambiamento, e con un particolare sorprendente e degno di nota: con il passaggio dalla lira all’euro è stata effettuata la conversione esatta, al punto che sul menu compaiono, tuttora!, prezzi al centesimo e mai, per nessuna ragione, arrotondati. Strano e curioso trovarsi un conto, per due persone, di 43,26 euro!
L’impressione è che il passaggio di identità da osteria a ristorante non sia stato completamente raggiunto: ci sono bei calici per il vino, belle tovaglie rosse, triple posate, e poi…una sopratovaglia, bella e ricercata, con il logo del locale, ma…di carta! Lungi dal costituire questo un punto a sfavore, fa riflettere soltanto sull’indecisione in cui sembra ancora muoversi un cambiamento quasi imposto, dai tempi e dalle persone sempre più numerose frequentano il posto. Oltre al magnifico tagliere di antipasti e formaggi, accompagnati da bruschette condite con un superbo olio extravergine di oliva prodotto nella Tuscia, i cavalli di battaglia sono le carni e in particolare i piatti di cacciagione: petto di faraona con pere e gorgonzola, fagiano con le olive, cervo agli aromi e taleggio, bocconcini di cinghiale al barolo. Non sono da meno le generose porzioni di primi piatti come i tagliolini al radicchio e pistacchi (ma solo d’inverno), i cannelloni rossi e bianchi, il paradisiaco risotto all’ortica reso ancora più appetitoso da una curiosa decorazione, a contrasto di sapore e colore, di pezzetti di fragole. Meritano una menzione speciale le patatine fritte che i camerieri sottolineano essere “fatte in casa”: lo si capisce vedendosi arrivare un piattino colmo di sottilissime (e assai gustose!) lamelle di patate, fritte in ottimo olio, come si deduce dalle scarse tracce lasciate sul tovagliolo di carta su cui sono adagiate.
Buona la crostata di ricotta e pere.
Anche d’inverno si può mangiare nella bellissima e spaziosa veranda chiusa, mentre la sala interna, oltre a qualche tavolo, ospita soprattutto una ricca esposizione di vini delle tenute circostanti e di prodotti tipici del territorio, come farro e miele, che è possibile acquistare. Curioso e suggestivo il mobiletto trasparente delle grappe (un frigo?) illuminato da neon violacei.
Indispensabile prenotare, anche con largo anticipo!