La vicenda della Xylella Fastidiosa, il batterio che da due anni sta mettendo in ginocchio la Puglia e la sua produzione di olio, si sta trasformando in un tipico pasticcio all’italiana.
Gli ingredienti ci sono tutti: la versione ufficiale delle istituzioni che hanno deciso di abbattere tutti gli alberi infetti per evitare altri contagi, la protesta dei cittadini e delle associazioni che non credono alla verità della politica, i tanti punti oscuri che alimentano dubbi e persino bufale complottiste e l’inchiesta della magistratura, che vuole fare luce su una storia che, come ha detto Gian Carlo Caselli, “presenta stranezze di ogni tipo”.
La Xylella Fastidiosa: di cosa stiamo parlando?
Xylella fastidiosa: il nome è già tutto un programma. Si tratta di un batterio dannosissimo, che agisce come un parassita impietoso seccando le piante con cui entra in contatto. A trasmetterlo sono piccoli animali come le cicale. In Puglia, secondo gli ultimi studi, la colpa sarebbe della sputacchina media, un piccolissimo insetto all’apparenza innocuo.
[Fonte immagine: agraria.com]
Ma una volta entrata in contatto con l’albero, la Xylella blocca il passaggio della linfa vitale grazie a un gel che ostruisce i vasi linfatici. Il risultato è devastante: l’albero muore seccandosi poco a poco, come fosse ‘dissanguato’, e il batterio si trasmette facilmente da una pianta all’altra.
Nonostante le sue pericolose caratteristiche, la Xylella è un nemico ormai molto conosciuto in varie parti del mondo, come gli Stati Uniti (in particolare in California) e il Sud e Centro America. Tuttavia, la sua comparsa in Puglia è un fenomeno senza precedenti. Da qui l’emergenza: l’Italia e l’Europa in generale non sono preparate a un invasione del batterio ed è sorta immediatamente la necessità di debellare il focolaio il prima possibile.
Allarme rosso
Le prime segnalazioni ufficiali di alberi ‘disseccati’ risalgono al 2013 nella provincia di Lecce, dove agricoltori e produttori di olio vedono i loro ulivi morire uno dopo l’altro senza trovare una spiegazione ragionevole.
L’allarme è subito altissimo, perché gli ulivi in Puglia e in particolare in Salento sono un patrimonio culturale e soprattutto economico: il settore vale 522 milioni di euro l’anno e rappresenta il 30% della produzione italiana, dà fiato a 270mila imprese e l’olio pugliese Dop è il terzo prodotto più esportato della regione e rappresenta il 9% dell’export italiano del settore. Insomma, c’è ben poco da stare allegri.
La risposta delle istituzioni: tagliare gli alberi infetti
Il protocollo previsto dalla Unione Europea per infezioni come quella da Xylella prevede la eradicazione degli alberi infetti. Una diversa forma di lotta, infatti, come potrebbe essere l’utilizzo di agenti chimici, non ha dato in passato risultati incoraggianti tali da pensare di poter sconfiggere un nemico tanto piccolo quanto potente: così il programma di contrasto alla Xylella prevede un abbattimento delle aree più colpite, i focolai, e un censimento di quelle più a rischio.
Per gli ulivi colpiti dal batterio, dunque, non c’è scampo: vanno abbattuti per evitare che l’effetto dannoso possa contagiare altre piante, ma anche viti e agrumeti, una prospettiva che rappresenterebbe una catastrofe economica. Il piano di abbattimenti, portato avanti dal commissario straordinario Giuseppe Silletti, è partito lo scorso 13 aprile. Il budget stanziato è di oltre 13 milioni di euro. Al momento gli abbattimenti sono appena sei e il programma si è arrestato anche di fronte alle proteste di agricoltori e associazioni ambientaliste della zona.
Xylella Fastidiosa: la storia si tinge di giallo
I dubbi, però, sono tanti e di varia natura. Proviamo a metterli sul tavolo.
Il primo riguarda proprio la Xylella. Secondo gli studi degli esperti, il batterio sarebbe solo uno dei fattori che hanno contribuito a questa insolita infezione. A questo va aggiunta la presenza di funghi e larve di falena leopardo: e allora perché concentrarsi solo sulla Xylella e non sulle altre cause? Secondo la Commissione Agricoltura della Camera del dicembre 2013, inoltre, il disseccamento degli ulivi potrebbe essere legato anche all’uso di pesticidi che vede la Puglia al quarto posto in Italia nella classifica delle regioni che ne utilizzano di più. Per questo le associazioni hanno chiesto più informazioni prima di procedere agli abbattimenti.
C’è poi un secondo aspetto che assomiglia a un vero e proprio giallo. Ovvero: quando è effettivamente arrivata in Puglia la Xylella? Ci sono testimonianze che provano come il disseccamento rapido degli ulivi risalga almeno al 2011 e addirittura nel 2010 ci fu, proprio a Bari, un workshop sul batterio. I rischi, insomma, parevano già noti e anzi il sospetto è che si fosse già a conoscenza della presenza della Xylella sul territorio pugliese fin da allora.
Infine, desta molti interrogativi anche la diffusione anomala della Xylella che si è espansa a macchia di leopardo sul territorio pugliese, nonostante lo sputacchino, l’insetto ritenuto ‘portatore sano’ del batterio, possa compiere al massimo voli di cento metri. Negli esposti presentati alla Procura di Lecce, si sottolinea che la Xylella ha raggiunto il Salento da Bari senza nemmeno sfiorare il territorio barese.
L’inchiesta: si muove la magistratura
Sulla vicenda c’è anche un’indagine portata avanti dalla Pm Valeria Mignone della Procura di Leccee: l’inchiesta è partita dagli esposti di cittadini e volontari. E’ ancora in corso e quindi è giusto lasciare lavorare la giustizia.
Di certo, l’apertura di un fascicolo giudiziario getta un’ombra piuttosto oscura e preoccupante su una vicenda che dovrebbe riguardare solo esperti di piante e virus e non rappresentanti della giustizia. E invece l’ex magistrato Gian Carlo Caselli solo poche settimane fa ha sottolineato come “le stranezze sono davvero tante e legittimano interrogativi di ogni tipo”. E per la prima volta un’infezione batterica in campo agroalimentare è finita dentro il rapporto Eurispes-Coldiretti sulle agromafie, sollevando la possibilità che dietro possano esserci interessi legati alla criminalità organizzata.
Il futuro: la palla torna alla Ue
Il Governo finalmente si è mosso, chiedendo all’Unione Europea di tutelare gli imprenditori e gli agricoltori colpiti dai provvedimenti decisi dall’Europa. Anche perché, sono proprio questi ultimi che dovranno in parte sostenere economicamente l’abbattimento dei loro stessi alberi infetti. Il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina ha assicurato: “L’Italia continuerà ad impegnarsi al massimo nel contenimento della diffusione della malattia, ma serve anche il contributo determinante dell’Ue”.
Intanto, la prossima settimana (il 27 e 28 aprile) i tecnici incaricati dalla Regione Puglia di monitorare il fenomeno saliranno proprio a Bruxelles per un vertice straordinario sull’emergenza Xylella Fastidiosa. L’ennesima dimostrazione che il batterio, ormai, non è più solo una faccenda locale ma un problema che investe tutta l’Europa.