Giornale del cibo

Vivere a spreco zero di Andrea Segrè

Conosco Andrea Segrè, professore ordinario di politica agraria internazionale e direttore del Dipartimento di scienze e tecnologie agro – alimentari dell’Università di Bologna. Abbiamo partecipato insieme a qualche convegno e stiamo collaborando, come CIR food, con Last Minute Market, spin off accademico diventato eccellenza europea per la prevenzione e il recupero degli sprechi di cui Segré è fondatore e Presidente.
Per parlare del suo ultimo libro, “Vivere a spreco zero” parto proprio da Last Minute Market. Pur essendone fondatore e presidente, Segrè non esita a prenderne in un certo senso le distanze. Dice Segrè: “Dopo dieci anni di ricerca e applicazione di un sistema sostenibile per il recupero  a fini benefici dei beni alimentari (e non) invenduti con Last Minute Market … si deve andar oltre il, pur nobile ma fine a se stesso, recupero di eccedenze a fini benefici. Utile, senza dubbio … ma inutile per comprendere le ragioni dello spreco e dunque eliminarlo alla base. Come dire: sprecate pure tanto c’è qualcuno che recupera e pareggia il sistema.”
Quindi: recuperare va bene ma prima di tutto non sprechiamo! Segrè ci informa che “sommando le perdite lungo la filiere agroalimentare – produzione, industria alimentare, distribuzione piccola e grande, ristorazione collettiva, consumo domestico – valevano nel 2011 l’1,19% del pil, pari a 18,5 miliardi di euro a prezzi di mercato … di questi la parte che riguarda il nostro comportamento, cioè lo spreco domestico, vale lo 0,96%!” Da questo dato Segrè conclude che la soluzione di questo incredibile problema è tutto nelle nostre mani. Solo se saremo capaci di modificare il nostro comportamento e di cominciare “a vivere a spreco zero” condividendo una nuova responsabilità sociale si risolverà il problema dello spreco e tanti altri a esso connessi: insostenibilità ambientale prima di tutto.
Il libro, nella seconda parte offre “dati, strumenti e azioni” per raggiungere l’obiettivo dello spreco zero. Da consigli per lo sciacquone del bagno per risparmiare acqua, a quali prodotti alimentari da acquistare e a come cucinarli.
Su questo libro, pur apprezzandolo, ho una piccola riserva. Segrè assume a volte un tono quasi profetico e in parte moralistico. Nell’ultima pagina della prima parte si trovano affermazioni di questo tipo: “ La cittadinanza concede agli uomini una posizione elevata, poiché permette loro di governare se stessi così da sottrarsi a due opposte derive: il totalitarismo tirannico, che li rende sudditi, e il mercato, che li trasforma in clienti … a queste due forme di etero direzione la cittadinanza può contrapporre la via di una comunità costruita a partire dalla libertà … occorre … dare in pegno se stessi per diventare uomini nuovi, in grado di scegliere consapevolmente, avere il coraggio di perdersi e di rischiare tutto per il bene comune.” Per carità. Uno slancio utopistico non fa mai male.  Ma la costruzione di “un diverso modello di sviluppo” come si diceva già quando io ero molto giovane non riesce solo attraverso l’educazione civica; con una rivoluzione alla portata di tutti, come recita il sottotitolo del libro. Serve: ma non basta. La rivoluzione non è ancora diventata un pranzo di gala (pur senza sprechi).

Andrea Segrè
Vivere a spreco zero
Una rivoluzione alla portata di tutti
Marsilio
Pg. 157 Euro 12

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