Giornale del cibo

Già stati ad Expo? Diteci la vostra!

Ormai lo sanno tutti: una giornata ad Expo mette a dura prova la resistenza fisica anche di un campione di triathlon. Si inizia con entusiasmo e piedi allegri e si finisce alla sera con il miraggio in lontananza di una doccia fresca e di un massaggiatore  privato che ristabilisca l’armonia delle fasce muscolari. Fra le mille cose che ci sono, fra cui alcune francamente estranianti, un centro spa e benessere sarebbe stato più che gradito a chi decide di visitare Expo!

Trovare un senso

Ma non è solo il fisico a fiaccarsi. Mantenere una certa lucidità di giudizio e una rotta mentale non è impresa da poco in mezzo a pareti di cassetti, architetture autopulenti, american food tracks, giochini interattivi, video, schermi, fiori che si illuminano, boschi nebulizzanti, semi di ogni tipo, artigianato locale, schede informative, modellini di città, su e giù di scale, olio di palma sì e olio di palma no, dune del deserto, orti lussureggianti, spezie profumate, coca-cola e Mc Donalds’, alberi (piantati, disegnati, costruiti), mercati biologici, mercati finti che sembrano veri, piazze mediterranee su cui si affacciano stanche anche Grecia e Tunisia, robot che muovono schermi o che spruzzano vernici colorate, caffè, cioccolato e mortadelle in vetrine non refrigerate, il gusto kitsch di certi padiglioni, promozione turistica, street food e pesci palla, design, convegni, ospiti, vip, ambassador… e poi ecologia, proposte per il futuro, lotta agli sprechi alimentari, biodiversità, sostenibilità. Fame nel mondo.

 

Expo Padiglione Usa

 

Expo è un luogo complesso, pieno di contraddizioni, esattamente come la nostra società. Criticare Expo o entusiasmarsi per Expo è come esprime un giudizio anche su quello che siamo: viaggiatori un po’ curiosi e un po’ pigri, storditi dalle notizie che arrivano da un mondo in trasformazione che sembra lontano ma è proprio dietro l’angolo, spaventati da nemici veri o presunti, indifferenti verso i simili, impietositi da chi non ha da mangiare e incapaci di rinunciare a qualsiasi diritto acquisito, bevitori di coca-cola, animalisti, antioliodipalmisti, mangiatori seriali e vegani-crudisti, ecologisti, polemici, populisti, impegnati, sensibili, distratti.

 

Andarci o no?

Secondo noi vale la pena andarci. Proprio perché un evento come Expo ti obbliga a mettere in discussione quello che vedi e ti impone di esprimere un giudizio, di approfondire un concetto, di cercare qualche risposta. E forse il modo migliore per visitarla è proprio quello di cercare in mezzo al frastuono qualcosa di prezioso, un filone, un tema, per vedere come è stato interpretato in tanti modi diversi.

Tracciare ad esempio dei percorsi tematici e scoprire delle mappe che aggiungano qualcosa in più alla visita: le opere d’arte distribuite qua e là, le architetture più affascinanti, i padiglioni più green, i più tecnologici, i più riusciti, quelli che hanno interpretato meglio il tema Nutrire il pianeta


Ci siete già stati? Diteci la vostra

E’ quello che cerchiamo di fare in questa rubrica, e dopo le guide di un giorno e di due giorni con una selezione di posti da non perdere assolutamente, vi invitiamo a scoprire insieme a noi altri tracciati, proponendovi alcune scelte e chiedendovi di aggiungere le vostre.

A cominciare dal futuro: 3 padiglioni che parlano dell’alimentazione di domani, tra entomofagia e colture acquaponiche. Sicuramente ce ne sono sfuggiti altri. Raccontateci cosa avete scoperto e diteci perché, secondo voi, vale la pena visitare Expo !

 

 

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