L’edizione Vinitaly 2015 si è chiusa ieri con forte entusiasmo sia da parte degli organizzatori, che da parte di espositori e visitatori.
Nuove frontiere: Far East e Africa
Come si legge nel comunicato stampa di chiusura, quest’anno gli operatori professionali provenivano da 140 Paesi, ben 20 in più rispetto al 2014.
In totale i visitatori sono stati circa 150mila, con più presenze dal Far East, in particolare Thailandia, Vietnam, Singapore, Malesia. Più alto anche il numero di visitatori da Messico e Africa, con new entry interessanti come Camerun e Mozambico. Bene pure il Nord Africa, con la ripresa di Egitto, Tunisia e Marocco.
«I grandi mercati di Usa e Canada da soli rappresentano il 20% degli oltre 55mila visitatori esteri. L’area di lingua tedesca, con Germania, Svizzera e Austria, si conferma la più importante con il 25% delle presenze, mentre il Regno Unito è al terzo posto con il 10%; seguono in termini numerici i buyer dei Paesi Scandinavi e quelli del Benelux» ha detto Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
Anche il futuro del vino è nella sostenibilità
Nel ricco calendario di convegni, tra export, marketing, sfide globali e 2.0, spiccano diversi incontri sulla sostenibilità e biodiversità, per interrogarsi sull’importanza che la biodiversità del suolo ha sulla qualità del vino e per capire come sostenere e certificare l’importante lavoro di molte aziende.
Vini biologici, naturali, artigianali
In questa edizione, sono state predisposte da Veronafiere aree speciali, completamente dedicate a vini biologici, naturali e artigianali. Una realtà in crescita che piace molto ai consumatori e che non può non essere valorizzata.
Come riportato in questo comunicato, i vini biologici rappresentano in Italia – primo produttore europeo – ormai l‘11% della superficie vitata e una produzione potenziale di 5 milioni di quintali di uva da vino, con un peso di oltre il 7% sul totale nazionale.
Numeri piccolissimi, ma pure in aumento, invece, per i vini naturali, che rappresentano un mondo difficile da circoscrivere. Secondo l’unica rilevazione scientifica disponibile realizzata da Servabo, i vini naturali rappresentano l’1,64% della superficie vitata nazionale e lo 0,74% della produzione enologica, cioè una quantità di vino più di 2 volte inferiore rispetto ai vini prodotti con metodo convenzionale.
Se non siete riusciti a visitare Vinitaly 2015, non disperate! A maggio potrete degustare direttamente sul territorio i nostri vini con l’evento enoturistico Cantine aperte.