Alzi la mano chi non si è mai riscaldato dal freddo con un buon bicchiere di vin brulé! Ammettiamolo, cosa c’è di meglio di stringere tra le mani una tazza calda che emana profumo di spezie durante le fredde giornate d’inverno? È il protagonista indiscusso dei mercatini di Natale, amato non soltanto per la sua dolcezza, ma anche per la sua capacità di scaldare il corpo e far sorridere l’anima.
E voi sapevate che questa bevanda è diffusissima non solo in Italia, ma in tutto il nord Europa? In questo articolo vi porto alla scoperta delle curiosità legate a questa preparazione speziata dalle origini antichissime, partendo dalla sua storia fino ad arrivare al suo scenografico procedimento. Pronti a scoprire l’origine del Vin Brulé?
Storia, origini e leggende: dov’è nato il vin brulé?
Le origini del vin brulè risalgono all’Antica Roma. Nel “De Re Coquinaria” viene infatti descritto come un vino caldo dolcificato con miele e aromatizzato con pepe, foglie di lardo, zafferano e datteri. Del resto, addolcire il vino era un’usanza molto diffusa già ai tempi di Greci e Romani, che diversamente a quanto accade oggi lo bevevano freddo. Pare che anche nel Medioevo si consumasse una bevanda simile al vin brulè, l’ipocras, ovvero un vino arricchito con erbe officinali conosciuto anche come claret o pimenta. Stando infatti a una leggenda, a inventarlo fu proprio Ippocrate, medico greco del V secolo a.C. Sarebbe stato lui a introdurre nella ricetta la cannella proprio per le sue innumerevoli proprietà benefiche. Ma se il vin brulè affonda le proprie origini in Italia, perché allora il suo nome fa pensare alla Francia?
Dal francese “ça brûle”: l’origine del Vin Brulé
Il nome “vin brulé” deriva dal francese “ça brûle” e letteralmente significa “brucia”. Questo perché il vino viene fatto scaldare insieme a zucchero e spezie e successivamente fiammeggiato in superficie in modo da far evaporare l’alcol. Ma allora il vin brulé si può considerare una bevanda alcolica? La risposta è sì, anche se le quantità di alcol sono assai ridotte rispetto a quelle contenute nel vino a temperatura ambiente, e variano a seconda del tempo e delle temperature di cottura. È questo il motivo per cui nella tradizione anglosassone, dove il vin brulé viene chiamato mulled wine, si usa mescolarlo insieme ad altre tipologie di vino, brandy o altri alcolici.
L’etimologia del nome riconduce alla Francia, quindi, e le ragioni derivano probabilmente dal vino utilizzato, solitamente un Cabernet. Ad ogni modo, la tipologia può variare da regione a regione e sono tantissimi i vini che possono essere usati per prepararlo. Scopriamone alcuni!
Cabernet, Sangiovese o Pinot Noir: che vino si usa per fare il vin brulé?
Ma per preparare il vin brulé si usa il vino bianco o il vino rosso? La risposta è: dipende dalla regione! Se in Veneto si prediligono per esempio il Cabernet, il Merlot o il vino rosso Valpolicella, in Romagna si tende ad utilizzare il Sangiovese, in Emilia il Lambrusco, in Trentino Alto Adige il Pinot Nero e in Piemonte il Nebbiolo o il Barbera. C’è anche chi ama prepararlo in una versione più gourmet utilizzando un vino bianco come lo Chardonnay, il Sauvignon Blanc o il Pinot bianco. Ma in questo caso vige una regola: niente bollicine! Le varianti sono davvero infinite e non solo in termini di vino, ma anche per quanto riguarda le quantità di zucchero e le spezie scelte per conferirgli il suo inconfondibile aroma che fa venire subito voglia di Natale.
La bevanda indiscussa delle festività natalizie
Non solo cappuccino o cioccolata calda: in inverno la merenda si fa anche con il vin brulè! Sorseggiato da solo nel tipico bicchiere da passeggio per le vie della città, ma anche accanto a una bella fetta di torta al cioccolato nel salotto della propria casa, il vin brulè è la bevanda indiscussa delle festività natalizie. Essendo a base di spezie, si presta benissimo ad essere abbinata a biscotti di pan di zenzero, torte all’arancia o perchè no, anche a una bella fetta di panettone ai canditi. So a cosa state pensando: per i mercatini di Natale c’è ancora un po’ da aspettare. Ma è proprio per questo che ho deciso di svelarvi in questo articolo la ricetta per prepararlo anche a casa. Curiosi di scoprirla?
Come si fa il Vin Brulé? La ricetta veneta
Ormai l’abbiamo capito: ogni regione ha la sua ricetta per preparare il vin brulé. Ma da veronese quale sono, potevo non proporvi l’autentica versione della mia città? In questo articolo vi faccio scoprire quella veneta, la stessa che mia madre prepara ogni anno con l’arrivo delle giornate fredde inebriando tutta la casa del profumo di arancia, anice stellato e cannella. Pronti per mettervi all’opera?
Ingredienti
- 500 ml di vino rosso
- 100 g di zucchero
- La scorza di un’arancia
- La scorza di un limone
- q.b. di chiodi di garofano
- 1 stecca di cannella
- q.b. di anice stellato
- 1 pizzico di noce moscata grattugiata
Procedimento
- Lavate e asciugate l’arancia e il limone facendo attenzione a non togliere anche la parte bianca (che renderebbe il vino troppo amaro).
- Versate in una pentola il vino, lo zucchero, la buccia dell’arancia e del limone e le spezie.
- Portate a ebollizione e fate cuocere per circa 5 minuti, finché lo zucchero non sarà del tutto sciolto.
- A questo punto, potete decidere di “fiammare” il vino per far evaporare l’alcol (questo passaggio è facoltativo). Vi basterà avvicinare un fiammifero acceso alla superficie per vedere alzarsi delle fiamme blu, e aspettare che si esauriscano completamente.
- Aspettate qualche minuto, quindi filtrate il vin brulé, versatelo nelle tazze e servite!
E a voi piace il vin brulé? Sareste curiosi di provare a farlo a casa?
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