Giornale del cibo

Ossessione “veg”: e se i ristoranti non usassero più questa parola?

Fin da quando ho cominciato ad avere una consapevolezza più matura di me stessa, ho parallelamente sviluppato un’avversione per le etichette.
Dark, punk, comunista, fascista, etero, gay… come se in mancanza di una linea di appartenenza uno non esistesse a prescindere, e al mio rispondere in modo aleatorio e sfuggente rispetto alle etichettature, sono spesso stata presa poco sul serio. Lo stesso vale per il cibo, e di questo voglio parlarvi.

vegan

Vegano: definizione o ossessione?

Non ci nutriamo di definizioni

Da un po’ di anni si è aggiunta una nuova tipologia di gruppi di appartenenza, ovvero quello alle varie preferenze alimentari, quali onnivora, vegetariana, vegana, new age e via dicendo. Anche qui bisogna arrovellarsi non solo su quali cibi uno preferisca, seguendo una propria attitudine (o come sono solita dire: etico piacere) ma anche su quale vocabolo o neologismo rappresenti più adeguatamente il nostro modo di mangiare; e se si riesca a rispettare i confini di una tale disciplina senza sconfinare in altre che potrebbero poi farci passare per ipocriti traditori della causa. Paradossali quesiti incombono; “Sei vegetariana vegetariana… o solo vegetariana?”, e la mia espressione qui assume caratteri tra il catatonico e il basito; ma che vuol dire? 

Una volta c’era il ristorante

Un luogo in cui le famiglie si riunivano per passare una scanzonata giornata fatta di fettuccine, vino e tradizione. Essendo io vegetariana da ormai molto tempo, posso essere testimone di come, fino a non più di cinque o sei anni fa, ho dovuto ripiegare, in numerose cene e pranzi, in famiglia o con amici, ad un misero piatto di anemica pasta al sugo o tristi surrogati, proprio perché nel menù non era annoverato un piatto che non contemplasse carne o pesce. Mi sono resa conto di come in pochi anni si sia passati da una totale indifferenza verso chi non mangiasse carne o pesce ad una ormai ossessione a fregiarsi della dicitura “Veg”.

Proprio così, ormai non esiste quasi alcun ristorante che non si identifichi con il tipo di cucina che rappresenta. Ci si inizia a rendere conto però, e io aggiungerei per fortuna, che a volte si cade nell’estremismo quasi imposto dall’esterno, e che si rischia di essere tagliati fuori da un mondo sempre più a trecentosessanta gradi.

Novità da segnalare

Tra le nuove tendenze iniziano a diffondersi ristoranti in cui è dato per assodato, come clientela, un gruppo eterogeneo di amici in cui coesistano gioiosamente vegani, vegetariani, onnivori e perché no, anche crudisti. Troviamo quindi ad accoglierci menù paralleli in cui alla cucina tradizionale ne esiste una con variante vegana o vegetariana. È il caso del ristorante il Rifugio Romano dove poter assaggiare ad esempio una squisita carbonara vegana ed altri prelibatezze rigorosamente veg, ma che nulla hanno da rimpiangere ai loro corrispettivi tradizionali. Segnalateci altri esempi di ristoranti che si attengono a questo tipo di concetto.

O è il caso, andando oltre oceano, nello stato di Washinton, del ristorante vegan Shouk, dove guardandosi in giro o leggendo gli ingredienti di piatti o quant’altro non troverete le parole “carne, formaggi o uova” così come non troverete mai menzionata la parola “vegan”. L’idea di locali di questo genere, che io spero prendano piede il più possibile, è infatti la naturalezza con cui viene affrontata un’esperienza il più possibile cruelty-free, in cui ci si alzi, dopo aver mangiato eccellenti pitas ai funghi o sformati di melanzane, il tutto ammantato da sapori e atmosfere orientaleggianti, senza neanche essersi resi troppo conto di aver mangiato in un modo così tanto eco sostenibile.

Fonte immagine: facebook.com/shoukfood/

Considerando che viviamo in una società sempre più globalizzata e in cui parole come democrazia e libertà di pensiero assumono sempre più importanza, mi auguro che un universo come quello del cibo, sia sempre più virtuoso ed essere vegetariani o vegani non sia più visto come un’assurdità o un fanatismo, e non sia un percorso alimentare e di vita tanto difficoltoso.
A qualunque etichetta apparteniate, vi consiglio di leggere anche il mio ultimo articolo in cui parlo della dieta flexitiarian, sapete cos’è?

Exit mobile version