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Varietà di agrumi: quali sono quelle dimenticate e da riscoprire?

In inverno gli agrumi trovano spazio sulle nostre tavole, aiutandoci a sostenere le difese immunitarie e a pulire il palato dopo i ricchi pasti di questo periodo. Oltre alle arance e alle clementine, però, sono pochi i frutti di questa tipologia che conosciamo e consumiamo, soprattutto a causa di un’offerta di mercato molto ristretta. Ci siamo già occupati di frutti dimenticati, approfondendo le loro caratteristiche e le ragioni che hanno spinto ad accantonarli. Riprendendo questo tema, stavolta vedremo quali sono le varietà di agrumi dimenticati e da riscoprire, conoscendo le interessanti peculiarità di produzioni ben poco note al grande pubblico.

Oltre le varietà di agrumi più conosciute

La biodiversità agricola conta decine – a volte centinaia – di tipologie diverse per ogni singola famiglia di vegetali. Nel nostro approfondimento sui frutti dimenticati d’autunno abbiamo offerto una panoramica con alcune delle varietà di mele, pere, prugne e fichi meno conosciute, ma comunque valide sia sul piano gastronomico che dal punto di vista nutrizionale e salutistico.

Sappiamo che in inverno le varietà di agrumi entrano maggiormente sulle nostre tavole, con un mercato dominato dalle arance dolci e dalle clementine. L’area mediterranea – e l’Italia in primis – ha però la fortuna di possedere un patrimonio molto ricco di questa tipologia di frutti, che potrebbe offrire ben di più rispetto alle varietà di agrumi ora presenti sul mercato, che si contano sulle dita di una mano. Tuttavia, alla base della selezione di determinate cultivar a dispetto di altre ci sono motivazioni che è bene precisare.

Cosa influisce sulla selezione?

scelta agrumi

Nei nostri precedenti articoli sulle produzioni frutticole dismesse o poco conosciute abbiamo individuato alcune linee guida, in base alle quali le piante vengono selezionate, incrociate e ‘migliorate’, per usare un termine proprio dell’agronomia. I criteri che hanno portato ad accantonare i frutti dimenticati estivi, ad esempio, non sono identici a quelli validi per l’inverno. In sintesi, ecco cosa influisce maggiormente sull’individuazione delle varietà di agrumi più idonee alla commercializzazione.

  1. Il gusto è il parametro più immediato a pesare sulla selezione, anche se non sempre risulta il principale. In linea di massima, comunque, a essere privilegiate sono le varietà di agrumi più dolci e non eccessivamente acide. A farne le spese, invece, sono i frutti amarognoli e dagli aromi più caratteristici, più difficili da apprezzare per il grande pubblico. Non a caso, molti agrumi dimenticati presentano proprio queste peculiarità.
  2. La resistenza agli urti, alle ammaccature e al deterioramento rappresenta un fattore molto importante, che erroneamente si può essere portati a mettere in secondo piano. Molte delle varietà di agrumi più vendute hanno scorze spesse e piuttosto dure, che favoriscono la conservabilità. Viceversa, diverse tipologie di frutti più piccoli, specialmente di mandarini, hanno una buccia sottile e morbida, che li rende più fragili dei mandaranci, ad esempio.
  3. Infine, anche la forma e le dimensioni giocano un ruolo decisivo. Le varietà di agrumi esteticamente più irregolari e bizzarre tendono a essere penalizzate, a favore dei frutti rotondi, regolari e di taglia media. Parallelamente, quindi, anche le pezzature troppo grandi o eccessivamente minute accusano uno svantaggio importante.

Prima di descrivere le varietà di agrumi dimenticati, è utile ricordare quali sono i frutti più commercializzati e reperibili sui banchi di vendita.

Le varietà di agrumi più diffuse

Ecco quali sono gli agrumi da pasto più richiesti e venduti, ordinati secondo alcune famiglie principali.

Arance dolci

Sono la tipologia più coltivata e diffusa al mondo, originaria dell’Asia sud-orientale.

Tarocco

 

Tipico della Sicilia e dell’Italia meridionale, matura all’inizio di dicembre e produce frutti privi di semi e dalla polpa venata di rosso. L’arancia tarocco ha una buccia piuttosto spessa e semplice da staccare, dal colore mediamente intenso. I frutti si usano per il consumo fresco e per ricavarne la scorza. L’arancio Tarocco Moro ha forma ovoidale, con buccia più scura e polpa rossa, ugualmente priva di semi.

Arance comuni

Rientrano in questa categoria diverse cultivar, tipiche dei climi caldi e umidi, spesso impiegate per essere trattate e trasformate dall’industria alimentare. Fra queste varietà di agrumi, possiamo citare l’arancio Valencia, rotondo, succoso e privo di semi, con buccia e polpa chiara. Coltivato soprattutto in Brasile e negli Stati Uniti, viene raccolto fra maggio e giugno.

Navel

Sono fra le arance più dolci e profumate, dalle dimensioni tendenzialmente medio-grandi. Adatte unicamente al consumo fresco e non alla trasformazione, crescono nei climi mediterranei più caldi, asciutti e ventilati, in quanto soffrono abbastanza l’umidità e le temperature superiori ai 35 gradi centigradi. Sono coltivate soprattutto in Spagna e Israele, ma anche in Australia, Sudafrica e California. Nel nostro emisfero maturano fra ottobre e dicembre, la polpa è color arancio chiaro, così come la buccia. Fra le Navel, possiamo citare l’arancio Washington, che matura tra la fine di dicembre e il mese di maggio e genera frutti di grande pezzatura, caratterizzati da una sporgenza alla base.

Sanguinello

Prodotte unicamente nei climi mediterranei, hanno una polpa rossa e ricca di acido citrico. I frutti maturano a febbraio e sono ideali per ottenere succhi e spremute.

Mandarini e clementine

Queste varietà di agrumi costituiscono un insieme vasto ed eterogeneo, in quanto alcune tipologie sono molto conosciute e diffuse, mentre altre sono ben più rare, come vedremo.

Mandarini comuni

 

In questa categoria rientrano le popolarissime clementine, le tangerine – che devono il nome alla città marocchina di Tangeri, dalla quale venivano esportate – ma anche altri ibridi e frutti meno noti, che tratteremo in seguito. Le clementine maturano fra ottobre e novembre, mentre i mandarini – più piccoli, chiari e aromatici – raggiungono la maturazione in epoche diverse a seconda della tipologia e si prestano anche per l’uso della scorza. Sono prodotti soprattutto in area mediterranea.

Pompelmi

La produzione di questa varietà di agrumi, che richiede climi molto caldi, non raggiunge i numeri delle arance e dei mandarini. I pompelmi sono coltivati specialmente negli Stati Uniti, in Israele e in Spagna. I frutti coltivati in area mediterranea sono più acidi, hanno meno succo e una buccia più spessa. Il pompelmo bianco è più acidulo e matura tra dicembre e gennaio, mentre quello rosa è più dolce.

Alle origini degli agrumi

Prima di approfondire le varietà di agrumi meno conosciute, è interessante ricordare quali sono i cosiddetti frutti ‘originari’. Dal pomelo (Citrus grandis, chiamato anche pommelo o pummelo), dal cedro (Citrus medica), e dal mandarino (Citrus reticulata) deriverebbero infatti tutti gli agrumi, ibridi naturali o incroci artificiali, che condividerebbero gli stessi antichi progenitori. Fra questi tre frutti sembra proprio che sia il meno conosciuto – il pomelo – il più antico in assoluto. Fra poco lo descriveremo più nel dettaglio.

Ad ogni modo, gli agrumi sono originari dell’Asia orientale, e la loro coltivazione ha radici antichissime. Soprattutto grazie agli Arabi si sono diffusi in tutta l’area mediterranea, trovando impiego anche a scopo terapeutico. Il loro contenuto di vitamina C, infatti, era fondamentale per contrastare la comparsa dello scorbuto, soprattutto fra i marinai che dovevano affrontare lunghe traversate. Questa proprietà, combinata al buon contenuto di potassio e di flavonoidi, è tuttora molto utile in inverno, in funzione antiossidante e per proteggersi dai sintomi da raffreddamento. Per approfondire, possiamo consigliare un nostro articolo dove ci siamo occupati delle proprietà benefiche degli agrumi.

Inutile ricordare che il nome di questi frutti indica la loro principale peculiarità, ovvero il sapore agro. Le varietà di agrumi sono classificate secondo tre generi:

  1. Citrus, del quale fanno parte molti dei frutti più conosciuti;
  2. Fortunella, che annovera piante più rare;
  3. Poncirus, al quale appartiene sono l’arancio trifogliato, come vedremo fra poco.

Numerosi, inoltre, sono gli ibridi e gli incroci tra piante di questi diversi generi.

Varietà di agrumi dimenticati e rari

 

Qui di seguito presenteremo alcune varietà di agrumi meno conosciute, classificandole sempre in base alle famiglie di riferimento.

Arance amare

Di questa grande categoria fanno parte molte varietà di agrumi, che in generale producono frutti di taglia medio-piccola, rugosi, e ricchi di oli essenziali. La polpa è acidula e ricca di semi, dall’aroma tipico e complesso, a tendenza amarognola. La pianta resiste abbastanza bene alle basse temperature ed è spesso impiegata come portainnesto di vari agrumi, mentre i frutti sono utilizzati per ricavarne le scorze, per la produzione di liquori, estratti ed essenze. La pianta è apprezzata anche a scopo ornamentale.
Tra le varietà più curiose, possiamo citare la corniculata, che si caratterizza per delle protuberanze sulla buccia e per il profumo intenso. Il nome della bizzarria, invece, è motivato da una particolarità davvero insolita. La pianta, infatti, può produrre tre frutti diversi fra loro: arancio amaro, cedro e limone. Alcuni, addirittura, assumono le caratteristiche di tutti e tre insieme, colorandosi di giallo, arancio e verde e assumendo forme strane e bitorzolute. Per usare al meglio le arance amare possiamo consigliare una ricetta per preparare in casa la marmellata.

Mandarini meno conosciuti

Pur essendo poco conosciuto, il mandarino Satsuma rientra fra i mandarini comuni. I frutti sono abbastanza grandi, giallo-verdi, mentre la polpa, di color arancio intenso, trova impiego anche nell’industria alimentare. La pianta è adatta anche ai climi freschi, diversamente rispetto al mandarino mediterraneo, detto anche ‘delizioso’, che genera frutti piccoli e piuttosto delicati, con buccia rigonfia, sottile e poco aderente.

Limoni e limette

 

Anche in questa famiglia rientrano molte varietà di agrumi, prodotti in area mediterranea e soprattutto in Sud America, tutti sensibili al gelo. I limoni prediligono climi semi-aridi, mentre le limette, più dolci, sono idonee alle zone tropicali calde e umide. Entrambi sono coltivati per il consumo fresco e per gli oli essenziali presenti nella buccia. Fra i limoni più tipici, possiamo citare il limone di Sorrento, per la verità ben conosciuto, ottimo per l’utilizzo della scorza, spessa e molto profumata, impiegata per produrre il liquore limoncello e diversi dolci. Si faceva un uso analogo anche del limo, abbastanza simile al bergamotto e tipico di Napoli. Per approfondire ulteriormente, può essere interessante leggere un nostro articolo sulle caratteristiche dei limoni italiani.

Il limone dolce, che ha buccia sottile e aromatica, si può mangiare senza problemi, mentre la limetta romana genera piccoli frutti e ha valore ornamentale. Particolarissimo e molto quotato nell’alta gastronomia è il limone caviale, originario dell’Australia, dai frutti allungati con polpa formata da piccoli globi succosi, esteticamente simili alle uova di pesce. Il limone lunario, invece, produce frutti tutto l’anno, mentre il limone rosso ha buccia e polpa rosse, ma deperisce rapidamente.

Kumquat e Limquat

Producono piccoli frutti aromatici e succosi, che si possono mangiare freschi o canditi. Originari della Cina ma coltivati anche nelle zone mediterranee, ultimamente si sono diffusi con un certo successo, inseriti anche in ricette elaborate. Il kumquat e il limquat sono adatti anche alla preparazione di liquori e dolci, mentre la pianta ha valore ornamentale. Il calamondino e il kucle, invece, sono ibridi fra il kumquat e il mandarancio.

Cedri

Come abbiamo visto, fanno parte dei tre agrumi originari, vantando un’antichissima tradizione in campo alimentare. I frutti sono di grandi dimensioni, di forma ovale e con buccia spessa, utilizzata per la preparazione di canditi, acqua e sciroppo di cedro e per l’estrazione di olii essenziali. Il succo, invece, è impiegato per la preparazione di bibite. In Europa è coltivato specialmente in Calabria, Provenza e Grecia. Il cedro gigante fiorisce in primavera e in autunno, mentre il cedro mano di Buddha, originario della Cina, genera frutti con protuberanze allungate, simili alle dita di una mano. Il profumo squisito si abbina a una buccia indicata nella preparazione di liquori e dolci. La pompìa, tipica della Sardegna, sembra invece essere un ibrido fra cedro e pompelmo o limone.

Bergamotto e chinotto

Il bergamotto, caratteristico della Calabria, è impiegato soprattutto per realizzare profumi, estratti ed essenze, ma la scorza si può usare anche in cucina, per farne canditi e marmellate. Il frutto, giallo-verde, per forma e dimensioni assomiglia a un’arancia. Il chinotto, invece, dà frutti arancioni di piccole dimensioni, adatti per utilizzare la scorza, sottile e profumata, anche per la nota bibita. La pianta si coltiva in Liguria, soprattutto nel Savonese.

Mapo e lipo

Questi due ibridi derivano rispettivamente dagli incroci tra mandarino e pompelmo e tra limone e pompelmo. Il mapo ha la buccia verde, la polpa arancione e un sapore acidulo, mentre il lipo è di colore giallo acceso.

Pomelo

Come si accennava precedentemente, sembra che il pomelo sia il più antico fra tutte le varietà di agrumi. La pezzatura è particolarmente grande, mentre la spessa buccia è giallo-verde e la polpa va dal giallo al rosso. Questo frutto è coltivato soprattutto in Cina e ha un gusto simile a quello del pompelmo.

Varietà di agrumi orientali

Vale la pena citare alcuni agrumi asiatici recentemente coltivati anche in Occidente, interessanti per le loro caratteristiche. L’amanatsu, dolce e con semi ricchi di terpeni, sembra essere efficace in chiave dermatologica, mentre il dokepon è un ibrido dal gusto ottimo. L’hassaku è succoso, dolce e aromatico, invece lo iokan, simile a un mandarino, è acidulo e profumato. Trovano impiego soprattutto nelle cucine asiatiche il kabosu, lo yuzu e il combava, che ha un sapore deciso e aspro. Il mandarino Miyagawa è molto dolce, ha la buccia verde e resiste bene al freddo.

Altri agrumi esotici

Allargando la panoramica, possiamo riportare alcune varietà di agrumi dal mondo, come il desert lime, australiano e dalla polpa verde. L’ugli delle Giamaica, invece, è un incrocio brutto ma gustoso, mentre il lima Tahiti genera piccoli frutti rugosi e aromatici, ottimi nei cocktail e in cucina. Infine, gli agrumi di arancio trifogliato, pianta citata precedentemente, sono amari e coperti di peluria.

Come trovarli e recuperarli?

Molte delle piante riportate fra le varietà di agrumi dimenticati sono molto rare da reperire. Altre, invece, hanno trovato una ‘seconda giovinezza’ nell’uso ornamentale. Rispetto ad altri frutti, comunque, la coltivazione fai-da-te degli agrumi può risultare complicata o impossibile, a causa delle necessità climatiche delle cultivar.

Per alcune piante esotiche solo un viaggio nei Paesi d’origine potrà consentire l’assaggio, mentre nel caso di quelle mediterranee o più reperibili nei vivai, chi ha il pollice verde potrà tentare, con le dovute accortezze, la coltivazione in vaso o nel proprio giardino. Il percorso fra le varietà di agrumi seguito fin qui, ad ogni modo, testimonia una ricchezza di biodiversità enormemente superiore alla proposta alimentare della grande distribuzione. Chi vuole toccare con mano potrà visitare il giardino della Villa medicea di Castello, a Firenze, che vanta la più grande collezione di varietà di agrumi in vaso d’Europa.

Dopo questo approfondimento sulle varietà di agrumi, può essere interessante leggere i nostri articoli sulla frutta e la verduta di stagione a gennaio e sulla ricetta per preparare le clementine sciroppate.

 

Fonti:
Atlante delle coltivazioni erbacee
Maioli frutti antichi
Consorzio del cedro di Calabria
Consorzio del bergamotto
Giardino della Villa di Castello

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