Un piccolo legume può fare la differenza anche nella vita delle persone e nella tutela dell’ambiente, non soltanto in cucina. È questa l’intuizione alla base di “Un fagiolo per il sociale“, progetto promosso da Slow Food, in cui la coltura di questa leguminosa diventa uno strumento di inclusione, sviluppo locale e salvaguardia della biodiversità.
Da nord a sud Italia, la coltivazione di varietà tradizionali di fagioli sta diventando un’opportunità per persone in situazioni di fragilità, trasformandosi in una possibilità di riscatto attraverso il lavoro nei campi. Ma non solo: l’iniziativa contribuisce a preservare semi antichi, proteggere la biodiversità agricola e restituire valore a un patrimonio gastronomico spesso dimenticato. Scopriamo insieme questo prezioso progetto.
“Un fagiolo per il sociale”, l’agricoltura diventa inclusiva

“Un fagiolo per il sociale” nasce dall’impegno congiunto di Slow Food, dell’Associazione PRIS (Paesaggi Rurali di Interesse Storico) e della Caritas, con l’obiettivo di dimostrare come l’agricoltura possa diventare un mezzo concreto di inclusione sociale. L’idea punta a coniugare il recupero di varietà tradizionali di fagioli con la creazione di opportunità lavorative per persone che attraversano una fase di difficoltà, trasformando la coltivazione in un’occasione di riscatto e autonomia.
Attraverso un percorso strutturato, i partecipanti vengono affiancati da agricoltori e associazioni locali per apprendere le tecniche di coltivazione, dalla semina alla raccolta, contribuendo così alla produzione e alla valorizzazione di legumi storici legati al territorio. In questo modo, il progetto non solo permette di salvaguardare varietà a rischio di estinzione, ma favorisce anche il rilancio di piccole economie rurali e il recupero di terreni agricoli abbandonati.
L’iniziativa si inserisce nel concetto più ampio di agricoltura sociale, un modello che mette al centro il valore del lavoro agricolo non solo per la produzione di cibo, ma anche per la sua capacità di generare benessere e coesione nelle comunità. Grazie a questa rete solidale, chi si trova in difficoltà può imparare un mestiere, ricostruire un proprio percorso di autonomia e contribuire attivamente alla tutela della biodiversità.
Biodiversità e tradizioni: i legumi che raccontano i territori
I legumi sono da sempre protagonisti della cucina contadina, ma molte varietà tradizionali rischiano di scomparire a causa dell’omologazione agricola e dell’abbandono delle coltivazioni storiche. “Un fagiolo per il sociale” si pone l’obiettivo di invertire questa tendenza, riportando in primo piano fagioli locali che, oltre ad avere un valore nutrizionale ed economico, sono parte integrante del patrimonio culturale delle comunità rurali.
Tra le varietà recuperate grazie al progetto troviamo il fagiolo di Laverino, giunto nelle Marche nel XVI secolo al seguito di spagnoli e portoghesi, e i fagioli del Parco del Pollino, in Calabria. Il primo ha trovato un habitat ideale nei terreni fertili dei monti marchigiani lambiti dal fiume Potenza ed è stato al centro di un’iniziativa della Caritas locale, che ha coinvolto persone in situazioni di fragilità nella sua coltivazione, offrendo loro un’opportunità lavorativa e favorendo la trasmissione di saperi agricoli tradizionali. In Calabria, invece, il recupero di antiche varietà di fagioli sta contribuendo al rafforzamento dell’economia locale e alla tutela della biodiversità nel Parco del Pollino, un’area di grande valore naturalistico.
Oltre all’impatto sociale, il progetto evidenzia una questione cruciale per il futuro dell’agricoltura: quanto costa perdere una varietà locale? Ogni fagiolo che scompare porta con sé una perdita di diversità genetica, una riduzione della resilienza agricola e la fine di un sistema di coltivazione adattato nel tempo al territorio. Riscoprire e coltivare questi legumi non è solo un atto di conservazione, ma un investimento strategico per un’agricoltura più sostenibile e per la sovranità alimentare delle comunità locali.
Legumi: da “cibo povero” a pilastri della dieta mediterranea e alleati della sostenibilità

I legumi rappresentano un alimento fondamentale della dieta mediterranea, un modello nutrizionale riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio immateriale dell’umanità. Ricchi di proteine vegetali, fibre e micronutrienti, sono essenziali per un’alimentazione equilibrata. La loro elevata sazietà e il basso indice glicemico li rendono ideali per ogni tipo di dieta, da quella onnivora a quella vegetariana o vegana.
Oltre ai benefici nutrizionali, i legumi sono considerati un alimento chiave per la sostenibilità ambientale. Rispetto alla produzione di carne, la loro coltivazione richiede meno acqua, meno suolo e produce emissioni di CO₂ nettamente inferiori. Inoltre, le piante di fagiolo, come altre leguminose, migliorano la fertilità del terreno grazie alla loro capacità di fissare l’azoto atmosferico, riducendo la necessità di fertilizzanti chimici.
Nonostante per anni siano stati considerati un “cibo povero”, i legumi stanno tornando protagonisti della gastronomia contemporanea. Dalla riscoperta di antiche varietà nelle ricette regionali fino al loro utilizzo in piatti innovativi dell’alta cucina, il fagiolo e gli altri legumi confermano il loro ruolo di ingrediente versatile, nutriente e sostenibile.
“Un fagiolo per il sociale” dimostra come un alimento semplice e radicato nella tradizione possa diventare il fulcro di un progetto che intreccia inclusione sociale, tutela della biodiversità e sviluppo sostenibile. Il modello promosso da Slow Food e dalle realtà coinvolte potrebbe essere replicato in altre aree rurali, valorizzando prodotti tipici e creando nuove occasioni di impiego. In una fase storica in cui le sfide climatiche e sociali impongono una riflessione sul futuro dell’alimentazione, progetti come questo dimostrano che cambiare il sistema agroalimentare è possibile, partendo dal locale per costruire un impatto globale.
E voi, conoscete altre esperienze in cui il cibo diventa strumento di inclusione sociale e di valorizzazione del territorio?
Immagine in evidenza di: Gulcin Ragiboglu/shutterstock