Vini, frutta, ortaggi e grani: la tendenza è il ritorno a varietà tradizionali. Per essere moderni bisogna tornare all’antico? Perchè ritornare a varietà tradizonali ormai dimenticate, già scartate dalla selezione dell’agroindustria? Quanto è importante tutelare la biodiversità? Gli esperti ci forniscono diverse risposte in proposito.
I semi antichi sono più robusti e adattabili
Un articolo di LIFEGATE sottolinea come le piante selezionate nell’agricoltura convenzionale siano state scelte per sopportare i trattamenti chimici e gli standard della produzione su larga scala (monocoltura, meccanizzazione, raccolta prematura e così via), e non per le loro caratteristiche di robustezza e adattabilità all’ambiente. I semi antichi sono stati invece selezionati nei millenni per le loro proprietà di resistenza e adattamento alle condizioni ambientali. Ad esempio, le varietà antiche di frumento sono più rustiche e adattabili ai diversi tipi di terreno. Per questo motivo sono una risorsa preziosa e inesauribile di caratteristiche genetiche che, nel loro insieme, possono essere definite come biodiversità.
Biodiversità subordinata alla razionalità produttiva
Se nei decenni passati queste caratteristiche dei semi antichi sono passate in secondo piano, la ragione è da ricercare, come ci spiega Massimo Crippa, agronomo esperto nel settore del verde ornamentale e dell’arboricoltura, nella razionalità della produzione e in una spinta alla specializzazione delle colture con ampia diffusione di varietà molto produttive.
L’importanza della biodiversità
Tutelare la biodiversità è importante per l’ambiente e per noi consumatori. Legambiente esorta a conservare la biodiversità perché significa conservare le risorse ed i servizi che l’ecosistema naturalmente fornisce all’uomo, che sono essenziali per le funzioni biologiche di cui beneficia la specie umana e forniti gratuitamente dagli organismi viventi.
Il prodotto accattivante alla vista, facile da stoccare e adatto a lunghi spostamenti, è in realtà spesso insapore, meno ricco di vitamine e di gusto rispetto al prodotto stagionale e coltivato nel territorio vocato.
Ma aspetto ancora più importante, gli esperti mettono in discussione le proprietà nutrizionali e indagano le conseguenze sulla nostra salute dei grani moderni.
Un esempio ci viene dagli studi portati avanti dalla Facoltà di Agraria dell’Università di Firenze e Pisa, che indagano le conseguenze dei grani moderni sul nostro organismo, sulla nostra salute e benessere psicofisico, e le ricerche dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche sulle proprietà delle varietà antiche. Le ricerche di UNISG dimostrano che in un terreno dotato di buona fertilità e senza ricorrere all’uso di prodotti esterni per la concimazione e la difesa, le vecchie varietà sono persino migliori della varietà moderne. Le antiche varietà sono quindi più salutari e garantiscano in realtà una resa molto alta.
Salvatori di Semi e Difensori della Libertà dei Semi
A difesa delle tradizioni alimentari e culturali esistono diversi movimenti e associazioni internazionali. Citiamo i Seed Savers, che coltivano le varietà a rischio di ortaggi e frutti di tutto il mondo, conservandone i semi in apposite banche, e gli attivisti guidati dall’ambientalista indiana Vandana Shiva attraversano l’Europa per sostenere la difesa dei semi tradizionali e tutelare la biodiversità.
Noi possiamo sopravvivere come specie solo se viviamo in accordo alle leggi della biosfera. La biosfera può soddisfare i bisogni di tutti se l’economia globale rispetta i limiti imposti dalla sostenibilità e dalla giustizia. Come ci ha ricordato Gandhi: “La Terra ha abbastanza per i bisogni di tutti, ma non per l’avidità di alcune persone. (Vandana Shiva)