Giornale del cibo

Turismo Enogastronomico: quali sono le mete di maggiore interesse e su cosa puntano

Ammettiamolo, quando decidiamo di fare un viaggio il pensiero corre spesso verso ricette dei piatti che andremo a provare, che si tratti del nostro Paese con la sua millenaria tradizione, ma anche e soprattutto quando decidiamo di andare all’estero. Il turismo enogastronomico nel mondo si sta rafforzando sia per la sua diffusione che per il suo impatto sul mercato, dando forti segnali a tour operator, ristoratori e addetti del settore.

Per capire meglio quali sono le tendenze del settore e usufruire di queste informazioni non solo come turisti, ma anche come ristoratori o albergatori, c’è chi si è occupato di fare un’analisi profonda e dettagliata realizzando il primo rapporto sul turismo enogastronomico italiano. Il tutto è stato reso possibile dall’Osservatorio sul Turismo Enogastronomico Italiano dell’Università degli studi di Bergamo e la World Food Travel Association, l’associazione di riferimento a livello mondiale del settore, con il patrocinio del Touring Club Italiano, Ismea Qualivita, Federculture e la collaborazione del Seminario Permanente Luigi Veronelli e di TheFork.

Siete degli addetti ai lavori o semplicemente curiosi di saperne di più? Continuate a leggere!

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Turismo enogastronomico nel mondo: i metodi e i risultati della ricerca

Per gli addetti ai lavori è molto utile studiare e avere dati scientifici sui nuovi trend del settore del turismo e dell’enogastronomia. Per questo abbiamo deciso di raccontarvi i risultati sorprendenti del primo rapporto sul turismo enogastronomico italiano, che oltre all’analisi della situazione italiana, ha approfondito quella internazionale segnalando le best practice nel mondo, che vogliamo raccontarvi in questo articolo. “La crescita di interesse su questo segmento ha fatto emergere come in Italia ci fosse una lacuna di dati. Rispetto a questo è stato affrontato un focus mondo in cui si sono analizzati i trend di alcuni paesi internazionali con interviste a esperti di settore” ha spiegato la coordinatrice della ricerca Roberta Garibaldi nella sua intervista al Giornale delle Fondazioni.

Per avere risultati attendibili è d’obbligo un approccio preciso e scientifico. E così è stato fatto: il campione preso in considerazione è formato da persone di età superiore a 18 anni provenienti da diversi Paesi, ovvero Australia, Cina, Francia, Germania, India, Irlanda, Italia, Messico, Regno Unito, Spagna e Stati Uniti d’America. La loro caratteristica principale è stata quella di aver svolto negli ultimi 12 mesi una vacanza o un pernottamento in un luogo distante almeno 80 km dalla propria residenza.

I “turisti enogastronomici” presi in esame sono stati quasi 3000, con una parità di genere tra maschi e femmine e una predominanza di Millennials (nati tra il 1981 e il 1998). “[…] i turisti richiedono sempre più spesso momenti legati alla gastronomia in tutte le sue forme. Allo stesso modo si riscontra la presenza del turista enogastronomico puro che si muove con questa specifica motivazione e che a livello mondiale è pari circa al 49% annuo, così come dalla rilevazione svolta dalla World Food Travel Association su 12 paesi nel 2017” ha raccontato la professoressa dell’Università degli studi di Bergamo, Roberta Garibaldi.

turismo e cibo
PR Image Factory/shutterstock.com

I risultati della ricerca delineano un quadro dinamico, giovane e all’avanguardia per il futuro del turismo enogastronomico in Italia e nel mondo. È infatti possibile individuare tre caratteristiche principali valide per il settore a livello globale.

Sostenibilità

Innescare un circolo virtuoso tra tutti gli attori del settore con uno sguardo attento all’ambiente è sicuramente tra gli elementi più importanti dei prossimi anni. “La sostenibilità diventerà il principio guida non solo nella produzione agroalimentare (e nel cibo del futuro), ma anche nel turismo” ha specificato Anne-Mette Hjalager, Editor-in-chief della rivista Journal of Gastronomy and Tourism, durante la conferenza stampa di presentazione dei dati a Bergamo lo scorso anno. I risultati della ricerca non fanno altro che supportare questo scenario, indicando con il 42% la fetta di turisti italiani per i quali la presenza di strutture e eventi sostenibili è fattore di scelta molto rilevante.

Risorse Umane

Molto spesso, e in particolar modo nelle strutture ricettive di piccole o medie dimensioni, il proprietario si occupa di tutto. Questo in futuro non sarà più possibile perché sarà necessario avere figure più specializzate: “Non è possibile avere le competenze necessarie per svolgere tutte queste mansioni, dalla contabilità alla gestione,  nel modo migliore. Non servono corsi di formazione teorici, già oggi molto diffusi, per colmare queste “mancanze”, ma corsi molto pratici che consentano agli imprenditori di arricchirsi professionalmente” ha spiegato Erik Wolf, Executive director della World Food Travel Association all’interno della ricerca.

Digitalizzazione

L’uso diffuso del digitale avrà sempre più rilevanza sulla customer experience del turista in tutto il mondo, soprattutto per le nuove generazioni che si affacciano sul mercato. “All’estero la tendenza a maggiori occasioni di esperienze “digitali” nella customer experience, come visite e musei in realtà aumentata, è trainata dai millennials che dimostrano un forte interesse non solo in Europa, ma anche nei Paesi emergenti come per esempio l’India e la Cina” ha spiegato Roberta Garibaldi.

Tecnologia

Rawpixel.com/shutterstock.com

Strettamente collegata alla digitalizzazione, ma tanto importante da essere ormai una categoria a parte, è la tecnologia, fondamentale per rendere le esperienze più immersive e coinvolgenti sia nella fase di scelta della destinazione, sia nella fase stessa della fruizione.

Turismo enogastronomico nel mondo: le best practice da conoscere

In tutto il globo gli addetti del settore stanno facendo tesoro delle nuove tendenze del turismo enogastronomico, trasformando le proprie eccellenze in punti di forza sul mercato internazionale. “Si segnala per esempio il Belgio con i prodotti del cioccolato e della birra che vengono utilizzati come principali driver per la promozione del territorio; la Spagna con la Catalunya che ha dedicato molta attenzione al tema utilizzando diverse leve. A livello mondiale il Perù per esempio è riconosciuto come meta enogastronomica di interesse, oppure la Thailandia che ha un piano strategico con riflessioni molto indirizzate al tema del cibo”, ha illustrato Roberta Garibaldi nella sua intervista al Giornale delle Fondazioni.

Qui abbiamo deciso di riportare alcuni casi eccellenti dai quali prendere spunto, oppure, perché no, da provare in prima persona:

Canada

Paese sempre all’avanguardia, anche quando si parla di turismo enogastronomico, in particolare per la provincia dell’Ontario. Tutto questo grazie a un’ottima organizzazione, tour specifici e offerte di esperienze tra cultura e cibo organizzate dal portale sempre aggiornato Ontario Culinary Tourism Alliance, ormai punto di riferimento per gli stessi canadesi, oltre che per i turisti internazionali.

Fonte Immagine: ontarioculinary.com

Catalunya

Il patrimonio di questa particolare regione spagnola è davvero molto ricco, conta infatti 12 Denominazioni di Origine Protetta e 10 prodotti con Indicazione Geografica Protetta. Così, per farle conoscere al mondo insieme alle tante ricette tipiche, l’Agenzia Catalana del Turismo ha deciso di sviluppare brand specifici, “Enoturisme Catalunya” indirizzato principalmente agli operatori del settore vitivinicolo, e “Experiències Gastronomiques”, dedicato alle imprese che offrono esperienze gastronomiche, con l’intento di valorizzare quelle di qualità e integrarle nel palinsesto turistico regionale. Questo, insieme a molte altre iniziative di promozione, le ha valso il titolo di “Regione europea della gastronomia 2016”.

Belgio

A partire dalla sua capitale, Bruxelles, fino a diffondersi in tutto lo stato, le eccellenze del Paese sono riconosciute e valorizzate tanto  da diventare un vero e proprio simbolo belga. Infiniti infatti sono i luoghi dove poter degustare cioccolato e birra, e altrettanti sono i laboratori, i tour dedicati e molto altro ancora che non solo fanno di questi due prodotti un punto di forza, ma anche un veicolo di valorizzazione del turismo del Paese.

 

E voi, cosa prendete in considerazione quando scegliete la vostra meta dei sogni? Vi considerate turisti enogastronomici?

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