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Unicorn milk e amari analcolici: cosa berremo nel 2020?

L’arrivo dell’anno nuovo porta sempre con sé delle nuove tendenze, anche in ambito culinario, nella mixology e nella caffetteria. Spesso, si tratta di prodotti che si sono fatti strada pian piano tra le nostre abitudini, arrivando a conquistare i nostri gusti e a invadere negozi e locali. Avete sentito parlare, ad esempio, del latte di unicorno? Beh, sembra proprio che, dopo una prima esplosione nel 2017 negli Stati Uniti, diventerà un vero e proprio “mai più senza” anche nel nostro Paese, e non è la sola. Vediamo, allora, quali sono i nuovi trend relativi alle bevande che berremo nel 2020. Curiosi di scoprirli tutti?

Trend bevande 2020: spezie, colori, zero-proof drink e amari analcolici

Che si tratti di una veloce pausa dal lavoro, durante le ore mattutine o pomeridiane, oppure di un aperitivo con amici e colleghi, è inutile negare che siamo tutti sempre alla ricerca di proposte innovative e  di prodotti che non risultino scontati. Ci piace provare cibi nuovi, e così accade anche con le bevande. In questo senso, i social network, Instagram in particolare, sono un potente amplificatore delle tendenze, che in pochi anni (se non mesi), diventano globali. Nel mondo del caffè, per esempio, non è raro già da tempo incontrare delle alternative, come quello al ginseng o il ben più noto caffè d’orzo, ma ci sono anche delle bevande colorate che si sono fatte strada negli ultimi anni tra i gusti dei consumatori. Un esempio? Il golden milk, di colore arancione-giallo, che arriva dalla tradizione ayurvedica, preparato con una base di bevanda vegetale (avena o mandorla), curcuma, olio di mandorle e miele. In generale, possiamo dire che l’aspetto estetico è il punto forte di queste nuove proposte, come nel caso del latte di unicorno, che sono colorate e accattivanti. Tra i trend, però, ci sono anche numerose alternative ai drink alcolici, che conquistano un pubblico sempre più vasto.

gold milk

Unicorn milk: rainbow food salutare?

Il 2020 potrà davvero essere l’anno in cui il latte di unicorno conquisterà definitivamente anche il pubblico italiano? Sembrerebbe di sì. Per via del suo colore, potremmo definirlo un rainbow food, ma la sua particolarità non è solo l’intenso colore tra il celeste e l’azzurro: la bevanda conosciuta come Unicorn milk, infatti, potrebbero essere più salutare di quanto la sua apparenza non faccia credere. Partita negli Stati Uniti dal caffè The end di Williamsburg, a New York, e subito ripresa da Starbucks, già nel 2017 era un prodotto ordinato da tanti nelle caffetterie d’oltreoceano, dove in genere viene guarnito con stelline di zucchero e topping aromatizzati. Per realizzarlo, si parte da una base di latte di cocco, a cui si aggiunge zenzero, vaniglia, limone e miele. La sua colorazione sui toni del blu è data dal blue Majik, un estratto dell’alga spirulina

A patto che gli ingredienti siano questi (e che sia privo di decorazioni di zucchero), il latte di unicorno, quindi, potrebbe risultare una gradevole e scenografica alternativa al caffè o al tè, con in più in benefici della spirulina. Tuttavia, bisogna precisare che in commercio esistono anche molte tipologie di capsule per prepararlo in casa con la macchina dell’espresso, che contengono anche altre sostanze, ad esempio dolcificanti alternativi allo zucchero. Come per la bevanda a base di ginseng, quindi, è molto importante leggere le etichette prima dell’acquisto e informarsi sul contenuto del preparato quando lo si ordina al bar. 

Come fare in casa il latte di unicorno: la ricetta 

Se volete provare questa bevanda, potete farla in casa seguendo una semplice ricetta. Ecco di cosa avrete bisogno e quali sono i passaggi.

Ingredienti per 2 persone

Procedimento

  1. Tagliate lo zenzero e mettetelo in un frullatore per ricavarne il succo. 
  2. Frullate tutti gli ingredienti insieme, per ottenere un effetto spumoso simile al cappuccino.
  3. Servite freddo in una tazza trasparente e dolcificate a piacere.
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Zero-Proof drink: quando il cocktail non è alcolico

Le previsioni di Whole Foods Market per il 2020 annoverano tra i food trend anche i cosiddetti zero-proof drink. Si tratta di alternative analcoliche a classici cocktail e bevande come birra e vino, il cui nome si riferisce al vecchio sistema utilizzato nel mondo anglosassone per misurare e indicare il contenuto di alcol. Negli Stati Uniti sono già molto diffusi, e il numero di seguaci del non-alcoholic movement è in grande crescita, così come quello chiamato sober curious. A partire dai più giovani, infatti, sono in tanti a decidere di eliminare completamente l’alcol dalla propria dieta: in un mondo dove bere alcolici è considerata un’abitudine “cool” (sebbene non salutare, soprattutto quando il consumo è consistente), sperimentare gli effetti positivi di una rinuncia a queste bevande può sorprendere positivamente, secondo i sober curious. Perché si trasformi in una vera e propria tendenza, però, occorre fornire al consumatore delle alternative valide e gustose, che nei locali più tendenza di tutto il mondo sono già disponibili: nascono così alcuni drink che ricordano il sapore dei tradizionali cocktail, ottenuti con lavorazioni del tutto simili a quelle utilizzate per gli alcolici, e realizzati con ingredienti naturali, come il gin zero-proof

Dai Mocktail agli amari analcolici

Se i mocktail, ovvero i cocktail ottenuti con le bevande analcoliche a cui abbiamo appena accennato, continuano la loro ascesa e si guadagnano un posto di tutto rispetto nella mixology mondiale (il nome Nogroni vi ricorda qualcosa?), altri prodotti in ascesa sono gli amari analcolici. Sull’onda del successo degli zero-proof drink e delle scelte salutiste dei tanti che rinunciano all’alcol ma non al gusto, molte aziende hanno colto l’occasione al volo: sfruttando l’unione dei processi necessari a ottenere i classici amari e altre tecniche di estrazione, hanno dato vita ad alternative analcoliche che sembrano destinate a non far rimpiangere gli originali.  

Cosa pensate di queste bevande di tendenza? Ne avete assaggiata qualcuna, siete curiosi? Raccontatecelo nei commenti. 

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