E’ il tempio della cucina di caccia , dei primi piatticon funghi porcini, con tartufo (e quanto) degli arrosti cotti a puntino,di quelli che han fatto dire ad un mio collega:- finalmente ho risentito il sapore della buona carne arrosto e non quello ormai prevalente dei condimenti.
Pur essendo una trattoria, in parte, il signor Giuliano, simpaticissimo gestore, assomiglia a Lucio Dalla degli anni migliori,la considera quasi una via di mezzo con un agriturismo: dalle sue vigne proviene l’ottimo sangioivese che si beve a tavola,come pure da suoi allevamenti provengono i piccioni ed i conigli degli arrosti.
Per la caccciagione da pelo la acquista da fidati cacciatori della zona,e soprattutto i cinghiali sceglie personalmente i più giovani e teneri.
Per la selvaggina da penne si reca più volte all’anno in puglia dove da ormai fidati cacciatori acquista tordi ed altri pennuti.
Menzione particolare per i cappelletti al tartufo, i tortelli ai funghi porcini le pappardelle alla lepre, con tutta la pasta tirata al matterello da sfogline locali.
Come piatto di mezzo si stacca con cinghiale e polenta, che da solo varrebbe il viaggio.
Per finire grigliata ed arrosto in un revaival di sapori di un tempo.
Non stona la carta dei dolci, tutti a preparazione casalinga,mentre indispensabile il buffet degli amari e digestivi con delle eccellenze di grappe distillate in alambicco di rame ed aromatizzate a vaei sapori.
Il prezzo, senza eccedere in bis non dovrebbe superare di molto i 30€