Tradizionalmente Santa Lucia è la giornata che apre le festività natalizie, anche a tavola. Per questo non ci sorprende scoprire che in tutta Italia, dal Piemonte alla Sicilia, esistono numerose preparazioni e piatti tipici che vengono preparati e serviti proprio il 13 dicembre. Tra leggenda, culto e palato prepariamoci a un viaggio gastronomico lungo la Penisola per scoprire cosa si mangia nel giorno più corto dell’anno, tra ricette e tradizioni culinarie uniche. Ma prima di passare subito al cibo, ecco un po’ di storia!
La storia di Santa Lucia e i simboli che ritroviamo nelle ricette tipiche
Il culto di Santa Lucia unisce luoghi e tradizioni molto distanti tra loro. Nata a Siracusa tra il 208 e il 290 d.C., la Santa è di origine siciliana e questo spiega perché nell’isola è così sentita questa giornata. Ma allo stesso tempo il culto è forte anche nei Paesi nordici europei, per cui anche i piatti tipici e i dolci attingono a cucine molto diverse tra loro.
Ma qual è la sua storia? La leggenda tramanda che, dopo la morte del padre avvenuta quando era soltanto una bambina, dedicò la vita al culto, alla preghiera e alla religione. Dopo l’editto del 304 d.C. emanato dall’Imperatore Diocleziano e che prevedeva la persecuzione per tutti i cristiani, Lucia venne consegnata alle autorità che la processarono.
La tradizione cristiana tramanda come Lucia mise molto in difficoltà i suoi persecutori. Inizialmente divenne così pesante che non era possibile spostarla, poi venne accusata di stregoneria. Torturata col fuoco, si dice che le fiamme non potessero raggiungerla. Proprio la notte del 13 dicembre di quell’anno, la giovane cristiana fu pubblicamente giustiziata, ma la sua anima – così devota e pronta al sacrificio – si salvò e volò in cielo. Prima di morire, inoltre, si racconta che Lucia predisse la fine del potere di Diocleziano e un futuro radioso per la Chiesa. Una leggenda aggiunge che la giovane cristiana arrivò addirittura a strapparsi gli occhi – simbolo ricorrente nelle tradizioni gastronomiche a lei dedicate – per dimostrare la propria purezza e la forza della sua fede.
Sebbene non esistano prove della veridicità del racconto, il culto della Santa è sopravvissuto forte non soltanto nella sua città natia, Siracusa, ma in tutta Italia e anche all’estero. E qui si racconta ai bambini che Santa Lucia scende sulla terra la notte tra il 12 e il 13 dicembre per portare doni e dolci ai bimbi buoni, insieme al suo asinello. Proprio per questo la maggior parte delle tradizioni culinarie di Santa Lucia sono dedicate ai dolciumi.
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C’è anche una seconda parte della storia che lega il culto di Santa Lucia alla data del 13 dicembre e che spiega come, oltre agli occhi, l’iconografia della santa sia legata al grano. Ci troviamo nuovamente a Siracusa, ma nel 1646. La città si trova in una situazione di grave carestia, ma proprio il 13 dicembre una quaglia volò dentro al Duomo per appoggiarsi sul soglio episcopale e, in quel momento, venne annunciato l’arrivo di un carico di grano al porto. I siracusani attribuirono alla Santa l’evento e, stremati dalla fame, non persero tempo a macinare i semi per farne farina. Lo mangiarono così, semplicemente bollito. E questo dettaglio spiega perché il culto di Santa Lucia è collegato anche al grano, come scopriremo parlando delle tradizioni culinarie!
Le tradizioni culinarie di Santa Lucia
Passando dalla storia alla cucina, non ci resta che l’imbarazzo della scelta tra le tante preparazioni tipiche della giornata di Santa Lucia da gustare o cucinare in casa. Del resto, si sa, il Natale è il periodo dell’anno in cui le tradizioni danno il meglio di sé in tutta Italia, come abbiamo visto parlando dei piatti tipici natalizi Regione per Regione e dei dolci più amati.
Il culto di Santa Lucia, poi, è molto diffuso anche nei paesi Scandinavi e, per non farci mancare nulla, esploreremo anche alcune delle tradizioni nordiche legate a questa ricorrenza.
Cuccìa siciliana
Il nostro tour delle tradizioni culinarie di Santa Lucia non può che partire dalla Sicilia. Si tratta di una specialità a base di grano bollito e ricotta di pecora. Al suo interno può essere farcita anche con zucca candita, scorza di arancia, pezzettini di cioccolato o cannella.
Esistono due varianti, restando sempre in Sicilia, della cuccìa. A Trapani, infatti, si mangia con fave, ceci e mosto cotto, mentre a Caltanissetta è un vero e proprio piatto salato. Di fatto, è una minestra di grano con i ceci e condita con olio, sale e pepe.
A Palermo, invece, per Santa Lucia si preparano anche le panelle dolci. Sempre a base di farina di ceci a fare la differenza e a dare dolcezza è lo zucchero!
Occhi di Santa Lucia pugliesi
Restiamo nel Sud Italia, ma ci spostiamo in Puglia dove troviamo un’altra tradizione del 13 dicembre fortemente legata all’iconografia della Santa. In questa giornata, infatti, si mangiano, soprattutto a Bari, gli Occhi di Santa Lucia. Si tratta di taralli morbidi e dolci preparati con farina, olio e vino bianco e ricoperti di una speciale glassa bianca aromatizzata all’anice, alla vaniglia oppure al naturale.
Una tradizione simile si trova anche in Abruzzo dove gli Occhi di Santa Lucia non assumono la forma dei taralli, ma di semplici biscotti a forma, però, di occhiali.
Biscocchi sardi
In Sardegna per Santa Lucia si mangiano i Biscocchi. Non dei semplici biscotti, come può ricordare il nome, ma dolci dalla forma tonda farciti con marmellata, spesso di mirtilli. La particolarità è la presenza di una fessura incisa al centro che ricorda, secondo la tradizione, le palpebre. Del resto, Biscocchi deriva da una crasi da biscottos che significa biscotti e ocros, occhi.
Bollenti e necci in Toscana
Risaliamo lungo la penisola per fermarci in Toscana dove, il giorno di Santa Lucia, si mangiano i Bollenti, chiamati anche Necci nella zona della Gargagnana. Sono delle frittelle preparate con la farina di castagne che vengono, però, cucinati sui tradizionali testi. Da mangiare caldi, l’ideale è farcirli con ricotta e stracchino, e arrotolarli come se fossero dei cannoli.
Piatto povero della tradizione toscana, i bollenti si preparavano nella notte tra il 12 e il 13 dicembre proprio perché la cottura tradizionale sui testi era molto lenta e perfetta per la notte più buia e lunga dell’anno.
Mandorlato in Veneto
Il mandorlato è un torrone a base di miele e mandorle che, secondo la tradizione veneta, simboleggia la benevolenza della Santa nei confronti delle coppie. Pertanto, è il fidanzato a doverlo regalare alla fidanzata il 13 dicembre e in quantità sufficienti a soddisfare anche la famiglia e tutti possano mangiarlo. In questo modo ci si assicura la sempre apprezzata fortuna in amore.
Sempre in Veneto, in particolare a Verona, la tradizione di Santa Lucia vuole che in quel giorno genitori e bambini preparino insieme una bella infornata di frollini. La particolarità? Tutti a forma di piccoli animaletti!
Zelten trentino
Lo Zelten è il Re della tavola natalizia in Trentino. Si tratta di un pane dolce farcito con frutta secca e uvetta, la cui ricetta è naturalmente segreta e tramandata di genitori in figli, generazione dopo generazione. Il legame con Santa Lucia è che proprio il 13 dicembre è la giornata che apre le festività natalizie e la prima occasione in cui offrire lo Zelten alla famiglia e agli ospiti!
Le tradizioni nordiche di Santa Lucia
Usciamo dall’Italia per soffermarci sulle tradizioni culinarie nordiche legate a Santa Lucia. Come sappiamo il culto è molto sentito e per questo associato a momenti di condivisione e preparazioni tipiche. Un classico scandinavo sono le focaccine di Santa Lucia preparate con farina, burro, uova, latte e zafferano e caratterizzate da una curiosa forma a otto. In Svezia, invece, per Santa Lucia si preparano i lussekatter. Anche in questo caso troviamo lo zafferano, ma sono dei panini soffici con l’uvetta e la forma tipica è quella a esse.
Quali sono le tradizioni nelle vostre case? Raccontatecele nei commenti!