È stato pubblicato sulla prestigiosa rivista Science un importante articolo che illustra come l’esposizione a un mix di sostanze chimiche attraverso aria, acqua e cibo abbia un impatto negativo sullo sviluppo neurologico dei bambini. Lo studio è stato finanziato dall’Unione Europea e ha coinvolto 15 istituti di ricerca e atenei del vecchio continente: sette svedesi (tra i quali il Karolinska Institutet e l’Università di Stoccolma), il francese Cnrs-Muséum d’histoire naturelle, l’Istituto finlandese per la salute e il benessere, l’Università di Lipsia (Germania), l’Università capodistriana di Atene, l’Università di Edimburgo (Regno Unito) e, per l’Italia, Human Technopole (Ht), Istituto europeo di oncologia (Ieo) e Università degli Studi di Milano.
Per capire quali sono le sostanze che compongono questo mix, in che modo vengono a contatto con l’uomo e quali sono i rischi nel concreto abbiamo intervistato il dottor Nicolò Caporale, ricercatore del laboratorio del professor Giuseppe Testa affiliato all’Istituto europeo di oncologia, all’UNIMI e allo Human Technopole e tra i principali autori dell’articolo.
Rischi per i bambini esposti a mix di sostanze chimiche: lo studio dello IEO e altri atenei europei
I risultati sono stati presentati nel febbraio 2022, ma l’ampio studio europeo finanziato nell’ambito del progetto Edc-MixRisk, è iniziato alcuni anni fa. In una prima fase, infatti, i ricercatori hanno identificato un mix di sostanze chimiche nel sangue e nelle urine di 2.000 donne, coinvolte a partire dalla gravidanza e fino all’età scolare dei bambini.
Il mix, composto da ftalati (sostanze cancerogene che possono essere cedute dalle microplastiche), bisfenolo A (Bpa) e composto perfluorurati (Pfas), è associato a un ritardo nello sviluppo del linguaggio in bambini e bambine all’età di circa 30 mesi. Nella seconda fase dello studio, il team ha scoperto invece i bersagli molecolari che permettono a questo mix di alterare alcuni circuiti endocrini e geni connessi ad autismo e disabilità intellettive. Infine, nell’ultima fase del programma, è stato possibile utilizzare i risultati delle ricerche sperimentali per individuare metodi di valutazione del rischio specifici.
Elemento interessante è proprio il focus su come sia proprio la miscela di sostanze a condizionare alcuni processi di sviluppo neurologico, mentre fino ad ora erano stati analizzati i componenti presi singolarmente. È importante ricordare, come specifica il dottor Caporale, che l’esposizione non significa la certezza di sviluppare questi disturbi, le cui cause possono essere variagate e complesse.
Tuttavia, è di fondamentale rilevanza poter agire sulla percentuale di rischio legata ai fattori ambientali, per cui i ricercatori chiedono che a queste evidenze scientifiche seguano decisioni che assicurino il diritto alla salute per i cittadini. In maniera tale che questa scoperta sia davvero “una pietra miliare per la tutela della salute pubblica”, come auspica l’ampio team internazionale di ricercatori.