Nel nostro immaginario la cucina giapponese è sofisticata, con sapori delicati e misteriosi. Una proposta elegante adatta a un ristorante stellato o un sushi bar esclusivo. In realtà, il legame del popolo giapponese con il cibo è molto più profondo ed articolato, non si esaurisce di certo in questa unica dimensione. Come accade in ogni angolo del mondo, infatti, anche in Giappone esiste un’antichissima tradizione di street food. Tutti abbiamo sentito nominare gli okonomiyaki o i takoyaki. Li abbiamo visti in qualche fumetto o anime giapponese e ci hanno incuriosito. Questi sono solo i più famosi ma ovviamente nel paese è presente una grande varietà di piatti “da strada”, con sfaccettature e influenze diverse a seconda della regione specifica. Ma perché è interessante parlare di street food giapponese? Non solo per i piatti in sé, ma soprattutto per quello che ci raccontano della cultura e della storia nipponica. Dagli echi di epoche prospere e lontane, al confronto con l’influenza occidentale.
Oggi, grazie all’incontro con la cuoca giapponese Yumi Katsura, vedremo come lo street food giapponese sia profondamente connesso all’estate, alle feste dei templi, alla danza, a un concetto di convivialità giocoso, senza rinunciare a un’estetica sempre ricercata.
Natsu Matsuri, i festival giapponesi dove trovare lo street food
Il momento di gloria per lo street food in Giappone è sicuramente l’estate. In tutto il paese si organizzano coloratissime feste all’aperto, chiamati Natsu Matsuri. Natsu significa “estate” e i Matsuri sono i festival tradizionali giapponesi che celebrano le antiche divinità shintoiste attraverso danze, spettacoli, parate e processioni. L’origine di questi festeggiamenti è quindi religiosa: spesso sono ancora i templi shintoisti o buddhisti ad organizzarli, anche se ormai lo spirito che raduna le persone tra le bancarelle e le attività della festa è più conviviale che spirituale. Molti giapponesi indossano lo Yukata per partecipare a questi eventi, il kimono estivo, ma è accettato anche un abbigliamento casual. L’attrazione principale è data sicuramente dalle numerose bancarelle traboccanti di street food, ma, prima di gettarsi sul cibo, perché non concedersi due salti? Un altro elemento importante dei festival, infatti, è il Bon Odori, una danza tradizionale giapponese accompagnata da percussioni. E cosa c’è di meglio che mettere sotto i denti qualcosa di sfizioso e saporito dopo aver ballato, guardando i fuochi d’artificio che, ovviamente, non possono mancare?
Street food giapponese: 10 piatti da provare
L’occhio europeo si stupisce quando vede la quantità di salse e intingoli utilizzati, come vedremo, per completare alcuni piatti tipici dello street food. Questa abbondanza stride con il preconcetto di raffinatezza estrema ed equilibrio nutrizionale che abbiamo della cucina del Giappone. Non dobbiamo però dimenticare come il rapporto con il cibo dei giapponesi sia anche profondamente edonistico, votato al piacere esplosivo che conquista bambini e anziani. Inoltre, queste pietanze non si consumano tutti i giorni, sono un vizio, una coccola che ci si concede appunto in concomitanza ai festival estivi e ad altre ricorrenze importanti come il Capodanno.
Ecco 10 piatti da strada giapponesi che non possono mancare!
Yakitori
I celebri e amatissimi spiedini di pollo grigliati, accompagnati con shio, semplicemente sale, o salsa tare, una salsa barbecue dolcificata. Per questa preparazione vengono utilizzate tutte le parti del pollo, dal petto ai ventrigli. Questo è un piatto antichissimo che affonda le sue radici nel periodo Tokugawa, tra il ‘600 e l’800, epoca di pace e stabilità politica che permise lo sviluppo di una cultura gastronomica ricca. All’epoca, infatti, il pollo era un alimento di lusso.
Okonomiyaki
Sono una sorta di pancake, a cui spesso ci si riferisce come “Pizza Giapponese”, a base di cavolo, uova e carne, ricoperto di salse e condimenti come appunto la salsa okonomiyaki, katsuobushi, polvere di alga nori (anori) e maionese. Nella zona di Hiroshima l’okonomiyaki è composto a strati, mentre dalle parti di Osaka vengono mescolati nell’impasto tutti gli ingredienti. Questo piatto nasce in epoca moderna, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Yakisoba
Sono i noodles, quindi una pasta di forma simile a spaghetti o tagliolini, saltati in padella con carne, verdure e salsa. I Soba noodles sono a base di grano saraceno, anche se, a prescindere dal nome, spesso vengono utilizzati noodles di farina di grano tenero chiamati chukamen, simili a quelli cinesi. Infatti, questo piatto sembra essere nato in Cina e poi esportato in Giappone durante l’era Meji, a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900.
Kakigori
Il kakigori non è altro che ghiaccio tritato coperto da sciroppi di vari sapori, dalla fragola al the verde. Una volta veniva preparato solo con acqua pura di sorgente e il ghiaccio ricavato veniva poi tagliato con una lama da barbiere. Oggi viene utilizzato un rasoio elettrico. Le origini di questa “granita” nipponica sono veramente antiche, risalgono al periodo Heian (794 – 1185), quando enormi blocchi di ghiaccio venivano conservati nei mesi più freddi per essere poi serviti come sfiziosità rinfrescante all’aristocrazia.
Baby Castella
Castella è il pan di Spagna giapponese, nato dall’influenza europea. Nello specifico alcuni marinai e missionari portoghesi introdussero questa preparazione in Giappone nel Sedicesimo secolo, che, reinterpretata dai giapponesi prese poi piede in tutto il Sol levante. Il nome deriva dal portoghese Pao de Catella, che significa “Pane della Castiglia”. Il Baby Castella non è altro che un formato più piccolo e sferico, adatto ad essere consumato in piedi nelle fiere, magari in un sol boccone.
Mitarashi Dango
Sono piccoli gnocchi sferici in perfetto equilibrio tra dolce e salato, nati nella zona di Kyoto nel periodo Kamakura (1185-1333). Composti da farina di riso glutinoso (che, nonostante il nome, non contiene glutine) vengono infilati su uno spiedino e cotti sulla brace, da cui deriva il caratteristico aroma affumicato che li rende così amati. Vengono poi ricoperti da una glassa a base di soia che contribuisce alla spinta sapida e bilancia la dolcezza dell’impasto.
Menchi Katsu
Chi l’avrebbe detto che la carne wagyu potesse essere impanata nel panko e fritta? La vera domanda sarebbe: perché no? Ecco che un tipo di carne pregiata, che ci aspetteremmo di trovare solo in ristoranti costosi, fa la sua apparizione tra le proposte di street food, unendo la ricerca della materia prima all’”edonismo” schietto del cibo da strada. Questa prelibatezza nasce a Tokyo alla fine dell’800 al Renga-tei, celebre ristorante del distretto di Ginza.
Karaage
È un pollo marinato nel mirin con aglio, salsa di soia e vino di riso, impanato nell’amido di riso e fritto, per una croccantezza stupefacente. La differenza con la tempura sta proprio nel passaggio in amido, invece che nella caratteristica pastella nipponica. L’origine di questa preparazione è da cercare in Cina. Solo nel 1930 il Karaage appare per la prima volta nelle bancarelle di strada giapponesi a Usa, città nella prefettura di Oita.
Hiyashi Kyuri
Uno snack estremamente semplice: cetriolo marinato su uno spiedino. Il sapore è simile a quello dei pickles statunitensi, ma molto più freschi e croccanti. Il cetriolo giapponese è una via di mezzo tra quello inglese e quello persiano, più piccolo rispetto a quello europeo. Naturalmente privo di semi, più dolce e meno amaro rispetto a quello che conosciamo.
Takoyaki
Presenti nei festival di quasi tutto il paese, sono le famose palline di impasto ripiene di polpo. Vengono ricoperte con la salsa takoyaki, molto simile alla salsa utilizzata per gli okonomiyaki. Questo piatto è diventato popolare ad Osaka, dove il venditore di street food Tomekichi Endo lo inventò nel 1935. Tomekichi prese ispirazione dall’Akashiyaki, un piccolo gnocco di impasto morbido contenente appunto del polipo, originario della città di Akashi, nella prefettura di Hyogo, vicino a Kobe. Questa zona, affacciata sulla baia di Osaka, è nota per le grigliate di pesce freschissimo.
Non resta che prenotare un viaggio in Giappone e partecipare al prossimo Natsu Matsuri per immergersi tra danze, colori e bancarelle piene di sapori inaspettati, ricche di storia e cultura. Quando si parte?
Immagine in evidenza di: Francesco Fraliga