Bastoncini per la pulizia delle orecchie, posate, piatti, cannucce, palettine per bevande e aste per palloncini: sono questi alcuni dei prodotti monouso in plastica nel mirino della Commissione Europea. Nelle scorse settimane, infatti, sono state approvate le normative che impongono agli Stati membri di ridurre, a partire dal 2019, il numero di contenitori usa e getta per alimenti e non, che dovranno invece essere realizzati in materiale biodegradabile e sostenibile. Dopo l’introduzione dei sacchetti biodegradabili a pagamento, vediamo cosa cambierà quando ci sarà il via libera definitivo allo stop europeo alla plastica usa e getta.
La stretta su dieci prodotti monouso
Sono dieci i prodotti monouso, tra cui posate, piatti e bicchieri, che verranno messi totalmente al bando se la normativa sarà approvata da Consiglio e Parlamento, mentre per altri – per i quali non esistono delle alternative biodegradabili economiche – verranno prese misure per ridurne progressivamente i consumi. Si tratta di una novità in linea con l’auspicabile intervento sulla normativa europea riguardante bottiglie di acqua e bevande, per cui entro il 2025 gli Stati membri dovrebbero introdurre dei sistemi di cauzione per raccogliere circa il 90% della plastica utilizzata in questo ambito. Dal 2019 anche i contenitori monouso per scopi alimentari, non potranno essere più forniti gratuitamente e le bottiglie dovranno essere dotate di un tappo che rimanga attaccato al contenitore stesso.
Stop europeo a plastica usa e getta: cosa prevede?
Le nuove norme comunitarie imporranno anche un impegno nella gestione dei rifiuti e investimenti su campagne di sensibilizzazione, oltre che nello sviluppo di prodotti alternativi sostenibili a prezzi competitivi. Un’altra novità sarà l’introduzione di un sistema di etichettatura che specifichi chiaramente come va smaltito un certo materiale e qual è il suo impatto sull’ambiente, se non viene trattato in modo adeguato: è il caso, ad esempio, degli assorbenti igienici.
C’è poi un ultimo provvedimento che riguarda i produttori di attrezzi da pesca contenenti materiale plastico, per i quali saranno introdotti dei regimi di responsabilità, che prevedono la copertura dei costi di raccolta e trattamento.
Ad Amsterdam la spesa senza plastica
Nella capitale mondiale delle biciclette, la catena di cibo biologico Ekoplaza ha aperto a inizio 2018 il primo punto vendita con un intero reparto di prodotti “plastic-free”: tutto ciò che è esposto è provvisto di contenitori in vetro, metallo o materiali compostabili. La guerra alla plastica in Europa continua, e da Ekoplaza annunciano di voler estendere, entro la fine dell’anno, questi reparti a tutti i loro punti vendita dei Paesi Bassi. Un altro passo avanti, considerato che circa il 70% dei rifiuti in mare è costituito da plastica: ridurre gli imballaggi e ricorrere ad alternative sostenibili è una necessità che non possiamo più ignorare, sia come singoli, che come collettività. E c’è ancora tanto da fare perché, se è vero che aumentano le iniziative come questa olandese e i provvedimenti a livello europeo, è pur vero che da noi, in Italia, le statistiche degli ultimi mesi vedono un forte aumento nell’acquisto di frutta e verdura confezionata, una scelta comoda, per molti, ma sicuramente non ecosostenibile. Recentemente, inoltre, la Cina ha annunciato che non accoglierà più sul territorio nazionale i rifiuti dai paesi occidentali.
Lush, a Milano lo store senza imballaggi
Cento metri quadri in via Torino e una novità assoluta: il Lush Naked Shop offre soltanto prodotti solidi e “nudi”, privi di qualsiasi imballaggio plastico. Per il brand londinese di cosmetici freschi, fatti a mano ed etici, si tratta di un terreno già battuto: shampoo solidi, bombe da bagno e saponi senza confezione erano già presenti negli shop, ma alcune creme erano invece contenute in vasetti o altri contenitori. Dallo shop di Milano parte invece una vera rivoluzione, con il claim “Siamo tutti nudi. Ci fai compagnia?”: ciò che Lush desidera e vuole offrire è la visione di un futuro migliore, più pulito, libero dalla dipendenza da plastica, in un settore nel quale gli involucri e le confezioni sono sempre stati molto importanti, per non dire fondamentali, ai fini del marketing e della vendita.
Inaugurato sabato 1 giugno, il negozio si propone come un punto di incontro per sviluppare la sensibilità dei consumatori sui temi dell’inquinamento, della protezione dei mari e della vita a basso impatto: più che un semplice punto vendita, è un luogo che sarà adibito anche a eventi e incontri all’insegna della condivisione e dello scambio di idee.
Cosa ne pensate di queste nuove normative? Utilizzate dei prodotti con packaging “intelligente”? Quali altre scelte fate per limitare il consumo di materiali plastici?