6 start up del cibo tutte italiane da conoscere

start up cibo

 

 

Il digitale è ormai arrivato anche a tavola, o meglio ci porta a tavola piatti, cibi e prodotti in maniera veloce e smart. Sono migliaia, ormai, le start up dedicate all’evoluzione del settore del food, ma in Italia stentano ancora a decollare e a conquistare i consumatori. Sono pochi ancora (ma in crescita) gli italiani che si affidano a servizi online per fare la spesa o per farsi consegnare prodotti a domicilio, vediamo dunque qual è la situazione in italia e 6 startup tutte italiane che, secondo noi, stanno innovando il settore, conquistando i consumatori.

Start up del cibo: la situazione in Italia

Il business che lega cibo e tecnologia genera un volume d’affari che supera in Italia i 135 milioni di euro, secondo quanto stimato dal Future Food Institute. Il trend è in crescita e i primi risultati degli investimenti suggeriscono come il ritorno sia considerevole. Tutti nel mondo amano mangiare – tant’è che, come ha evidenziato un recente studio, una persona su cinque sogna addirittura il cibo – e la diffusione della tecnologia è ormai capillare. La sfida è coniugare queste due esigenze, proponendo soluzioni innovative a bisogni sentiti. Il tutto con un occhio alla sostenibilità.

Ignorare questo tema, infatti, porterebbe a conseguenze devastanti per il pianeta. Ecco perché molte delle start up più recenti si occupano di temi come l’agricoltura di precisione, nuovi metodi sostenibili di coltivazione, la lotta contro lo spreco alimentare anche grazie alle app, la ricerca di modalità per sostituire le proteine animali con alternative vegetali e altre proposte salutari, il supporto per uno stile di vita sano, o anche soluzioni per semplificare la vita dei consumatori, sia dal punto di vista economico che pratico.

Le idee sono molte, tuttavia la presenza di start up italiane in Europa è ancora limitata. Si paga il prezzo di essersi mossi in ritardo rispetto ad altri paesi come la Francia, e un generale tasso di alfabetizzazione digitale ancora basso nel paese. L’ecommerce è partito a rilento e il food delivery fatica ad uscire dalle grandi città per questione di costi, di tutele e non soltanto. La sfida è, dunque, quella di leggere in maniera corretta i bisogni sul territorio ed utilizzare la tecnologia per rispondervi, guardando sin da subito a una prospettiva europea per attrarre finanziamenti. Strategie già messe in atto da alcune start up, tutte italiane, che già sono modelli virtuosi.

food start up
g-stockstudio/shutterstock.com

6 start up italiane da provare

Vediamo, dunque, cinque esempi di start up nate in Italia che sono riuscite a ritagliarsi un proprio pubblico e a lanciare un trend positivo per l’intero settore.

FoodScovery

FoodScovery, fondata da Fabio Di Gioia e Mario Sorbo, è una piattaforma che mette in contatto produttori sparsi in tutta Italia e i consumatori. Questo incontro consente a chi compra di acquistare prodotti tipici di tutta la penisola da aziende, talvolta anche molto piccole, ma con standard di qualità elevati e per chi vende di risparmiare sulle risorse, non dovendo curare autonomamente l’ecommerce, abbattendo i costi senza rinunciare all’opportunità di vendere i propri prodotti ovunque in Italia. Questo mercato online consente, inoltre, di saltare tutti i passaggi intermedi, mettendo a contatto direttamente produttore e consumatore in un percorso trasparente e certificato dalla start up. Dettaglio non marginale: una parte del ricavato di FoodScovery viene regolarmente destinato da Slow Food, partner dell’iniziativa, alla scoperta e alla tutela di nuovi presidi su tutto il territorio.

Cortilia

consegna verdura domicilio
SpeedKingz/shutterstock.com

“La campagna a casa tua” è il claim che accompagna Cortilia, start up nata nel 2011 da un’idea di Marco Porcaro. Si tratta di un vero e proprio mercato online dove è possibile acquistare prodotti ortofrutticoli freschi. Particolarmente interessante, e amata, è l’opportunità di abbonarsi al servizio che recapita, una volta alla settimana, una cassetta con i prodotti della settimana direttamente a casa. Un modo semplice per assicurarsi di avere sempre frutta e verdura di stagione, e di qualità, a portata di mano.

WineOwine

WineOwine è, invece, la start up che tutti gli appassionati di vino devono conoscere. Curata da un gruppo di enologi, permette di acquistare vini di alta qualità, spesso di nicchia, e di conoscere le storie delle aziende vinicole. Il segreto del successo di wineOwine sta tutto nella selezione di bottiglie che, normalmente, non si trovano facilmente nelle enoteche né nei supermercati. Il catalogo viene aggiornato ogni due settimane e ogni giorno ci sono alcune proposte a metà prezzo.

Quomi

Quomi è la piattaforma che risolve tutti i pensieri quando si invitano ospiti a casa. Consegna a domicilio tutti gli ingredienti e le ricette per preparare da soli una cena coi fiocchi, senza preoccuparsi del dettaglio mancante né delle dosi. Tutto è già pronto per essere cucinato e studiato sulla base delle specificità stagionali e delle tradizioni culinarie regionali.

start up innovative
Anna Lohachova/shutterstock.com

Cucina Mancina

Quinta nel nostro elenco di start up italiane del food più interessanti è Cucina Mancina – Eat different. Si tratta di una community che propone ricette, preparazioni e soluzioni per chi soffre di intolleranze, per chi è celiaco, per chi soffre di diabete, per chi sceglie la dieta vegetariana o vegana. Un pozzo dei desideri che include anche un elenco di negozi e punti vendita dove acquistare i cibi che servono a preparare i piatti.

NutriBees

Concludiamo il nostro percorso alla scoperta della via italiana al matrimonio tra digitale e alimentazione con NutriBees, creata da Mario Villani e Giovanni Menozzi. Questa piattaforma che consente, in tutta Italia, di ordinare e farsi recapitare direttamente a casa una serie di piatti pronti da scaldare per l’intera settimana. L’innovazione risiede nel fatto che la scelta viene fatta (tramite un test online) insieme ad una nutrizionista, Anna Villarini, e che tutte le proposte sono bilanciate e sane. Naturalmente non si tratta di un’attività sostitutiva a quella di un medico, ma una soluzione interessante per chi ha a cuore la propria alimentazione, ma talvolta esaurisce il tempo a disposizione per cucinare.

 

Utilizzate i servizi di alcune startup del food? Raccontateci quali nei commenti e spiegateci perché vi hanno conquistato.

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