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Spighe Verdi 2020: le 46 “Bandiere Blu” per l’agricoltura e la sostenibilità ambientale

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Sono 46 le Spighe Verdi assegnate quest’anno da FEE (Foundation for Environmental Education) Italia e Confagricoltura ai borghi rurali italiani in cui l’agricoltura e i suoi protagonisti hanno un ruolo centrale per l’economia locale e seguono modalità sempre più sostenibili. Tra le 13 regioni premiate, spiccano in particolare Marche e Toscana che si aggiudicano il maggior numero di Spighe. Ma in cosa consiste questo riconoscimento e perché è così importante?

Spighe Verdi: molto più di un premio 

Spighe Verdi bandiera
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Istituito da FEE, divisione italiana della Ong no-profit Danese riconosciuta dall’UNESCO come leader mondiale nel campo dell’educazione ambientale e dello sviluppo sostenibile, e da Confagricoltura, organizzazione di rappresentanza e tutela dell’impresa agricola italiana, le Spighe Verdi sono molto più di un premio. Giunte alla loro quinta edizione, vengono equiparate alle Bandiere Blu per le località balneari, con la differenza che sono dedicate all’entroterra e ai Comuni in cui l’agricoltura è diventata uno strumento consapevole ed evoluto di affermazione della proprio economia e identità locale, e persino di promozione.

Merito di Amministrazioni e agricoltori avveduti che, “attraverso le loro attività innovative e sempre più attente alla sostenibilità, la cura e presidio del territorio, hanno contribuito nel corso degli anni ad assicurare una corretta gestione ambientale, riuscendo a conservare e valorizzare questi territori come attrazione turistica, culturale ed enogastronomica” ha affermato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura.

Non un semplice vessillo, dunque, ma un vero e proprio stimolo a lungo termine che, oltre al fine ultimo della salvaguardia delle specificità locali, vanta anche precisi risvolti sociali, come ad esempio il progressivo benessere degli abitanti di queste zone.

“Sempre più centri rurali italiani guardano al programma Spighe Verdi come a una possibilità concreta di crescere e migliorarsi per raggiungere obiettivi sempre più ambiziosi, in termini di eccellenza per quanto riguarda l’ambiente, l’agricoltura e quindi la qualità della vita” ha dichiarato Claudio Mazza presidente della FEE Italia, “coinvolgendo e rendendo protagonista la comunità locale e la vocazione agricola del proprio territorio”.

La candidatura dei Comuni che intendono prendere parte alla valutazione annuale è su base volontaria e gratuita, e l’elezione di quelli più virtuosi dipende dalla loro rispondenza ai parametri individuati dalla FEE. E se quest’anno sono stati 46 – contro i 42 dell’anno scorso – a superare la selezione della Commissione di Valutazione non è affatto banale.

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I criteri di selezione

Sono 67 i singoli indicatori codificati da FEE Italia per avere una panoramica completa delle politiche di gestione del territorio messe a punto dalle varie Amministrazioni e sono raggruppati in 16 macro categorie, tra cui ad esempio:

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Anche l’innovazione in agricoltura (già incentivata da politiche specifiche legate all’agricoltura 4.0) costituisce un criterio di valutazione del gruppo di Lavoro incaricato di eleggere le Spighe Verdi. Una commissione composta quest’anno da numerosi Enti istituzionali come il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, il Ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, il Comando Unità Tutela Forestale, Ambientale e Agroalimentare dell’Arma dei Carabinieri, l’ISPRA, il CNR e Confagricoltura.

“L’agricoltura”, si legge sul sito degli organizzatori, “ha un ruolo prioritario nel programma ‘Spighe Verdi’, poiché è qui che deve avvenire la vera rivoluzione culturale”. Una rivoluzione che non trascura finalità ed effetti più pragmatici, come ad esempio quelli occupazionali (oggi sostenuti anche da piattaforme ad hoc, come come la App Resto in Campo). Ma quali sono i comuni più virtuosi del 2020?

I comuni virtuosi

Delle 13 regioni premiate, Marche e Toscana sono quelle più virtuose con 6 località premiate a testa, rispettivamente: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano e Numana per la prima; Castellina in Chianti, Massa Marittima, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole e Bibbona per la seconda.

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A pari merito anche la Campania di Agropoli, Ascea, Massa Lubrense, Positano, Pisciotta; il Lazio con i suoi Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri, Roccagorga; il Piemonte di Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo, Canelli e Volpedo e la Puglia, con Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Ostuni.

Meno di 5 Comuni invece per Abruzzo (Giulianova, Roseto degli Abruzzi, Tortoreto), Calabria (Santa Maria del Cedro, Sellia, Trebisacce) e Veneto (Caorle, Montagnana, Porto Tolle). Due sono quelli dell’Umbria: Montefalco e Todi. Liguria (Lavagna), Lombardia (Sant’Alessio con Vialone) e Sicilia (Ragusa) si aggiudicano invece una sola Spiga Verde.

“Viene premiato un percorso di condivisione, dove tutti diventano soggetti attivi e forte è il contributo dell’agricoltura locale e delle produzioni agroalimentari di qualità. Sono questi elementi che ci vedono in forte condivisione e in totale sintonia con il lavoro che stiamo portando avanti come Ministero”. Queste le parole con cui Flaminia Santarelli, Direttore Generale del Turismo del MiBACT, ha commentato l’iniziativa in occasione della conferenza stampa dello scorso luglio, durante la quale sono state annunciate le Spighe Verdi di quest’anno.

C’è da augurarsi, allora, che progetti simili siano sempre più partecipati e diffusi, soprattutto nell’ottica di una ripartenza consapevole e positiva.

 

E voi conoscevate già il premio Spighe Verdi e i suoi obiettivi?

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