Giornale del cibo

Sempre più italiani scelgono la spesa a domicilio, anche per frutta e verdura

 

 

Cresce vertiginosamente il numero degli italiani che approfittano dei servizi di food delivery per acquistare cibo e pasti pronti. Nel 2018 ha toccato la cifra record di 4,4 milioni di persone e sono, prevalentemente, giovani tra i 25 e i 34 anni che vivono nelle grandi città Milano, Roma, Torino e Bologna, in primis. Il trend non è soltanto italiano, ma anche europeo e lentamente stanno crescendo in tutta la penisola servizi che propongono servizi di spesa a domicilio, comprese le cassette della frutta e della verdura di stagione dal campo alla tavola.

Spesa a domicilio in Italia: cresce il settore alimentare

Per il quattordicesimo anno consecutivo il fatturato dell’e-commerce, ovvero la vendita e l’acquisto di beni online, è cresciuto, segno di un aumento continuo di interesse e di fiducia degli italiani nei confronti di internet. Secondo i dati presentati nel luglio 2019 dall’Osservatorio E-Commerce B2c del Politecnico di Milano, nei primi sei mesi dell’anno il settore è cresciuto del 15%, a fronte dell’11% dell’anno precedente. Uno sviluppo significativo, trainato dal +35% degli acquisti nel settore “Food & Grocery”.

consegna spesa a domicilio
SpeedKingz/shutterstock.com

È questa, infatti, la novità del 2019. Gli italiani si stanno abituando a utilizzare internet anche per acquistare prodotti alimentari (89% del totale) e legati all’igiene personale e della casa (11%). In totale, solo il settore dell’ecommerce Food & Grocery sfiora 1,6 miliardi di euro. Un elemento che caratterizza l’Italia rispetto a paesi come Francia, Spagna o Germania è la prevalenza dell’acquisto da smartphone. Proprio il cellulare è il device più utilizzato anche per controllare dove si trovano i punti vendita fisici oppure per confrontare prezzi e offerte.

Food Delivery, 1 italiano su 10 acquista cibo a domicilio

Gli acquisti riguardano singoli prodotti e specialità, la spesa vera e propria fatta online e consegnata a domicilio, ma anche l’acquisto e consegna a domicilio di piatti pronti. In quest’ultimo caso parliamo di “food delivery”, un fenomeno che a partire dal 2015 ha iniziato a diffondersi a macchia d’olio in Italia a partire dalle grandi città. Oggi quasi un italiano su dieci si fa consegnare la cena a domicilio.

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Una piccola miniera d’oro, tant’è che, secondo le stime di Euromonitor International, questo settore da solo vale 2,7 miliardi di euro in Italia, una stima confermata anche dalla Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE).

Secondo quanto riporta la rivista Wired, i locali, i ristoranti e i rivenditori che sono approdati sulle (tante) app per il food delivery ne percepiscono l’impatto sugli introiti. Esistono dei casi particolarmente virtuosi in cui la percentuale supera il 10%, ma la media del fatturato che deriva dalle consegne a domicilio è tra il 3 e il 7% del totale del locale. A questi numeri vanno naturalmente sottratte le commissioni da pagare alle app, che variano di contratto in contratto. È più vantaggioso, secondo quanto riportano i ristoratori, affidarsi a un solo provider; in generale sono più basse le commissioni (8/14%) quando la piattaforma web funziona solo come vetrina, mentre salgono fino al 25% circa quando mette a disposizione anche la logistica.

David MG/shutterstock.com

I servizi dei grandi supermercati per la spesa a casa

Food delivery significa anche spesa consegnata a domicilio, una scelta che, in ritardo rispetto agli altri paesi europei, sta conquistando gli italiani. Secondo i dati Nielsen relativi a dicembre 2017, 2,4 milioni di italiani hanno visitato un sito web per acquistare prodotti alimentari e, nella maggior parte dei casi, si sono rivolti a quelli dei supermercati di fiducia.

Sono molti, ormai, i retailer della Grande Distribuzione Organizzata che propongono la spesa a domicilio, a partire da Esselunga, Coop, Carrefour, Conad, PAM e molti altri. Il meccanismo è semplice: dopo essersi registrati al sito desiderato, si naviga tra le varie sezioni come se fossero i banchi del supermercato e si riempie il carrello. Alla fine, si seleziona giorno e orario della consegna direttamente a casa, si paga e non resta che aspettare che il campanello suoni.

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Dal contadino alla tavola di casa: Cortilia & Co.

Le opzioni, però, non si limitano alla GDO, ma esistono anche start up che si occupano della consegna a domicilio di generi alimentari. L’esempio più noto è Cortilia, start up tech oggi diventata piccola media impresa, nata a Torino e specializzata nel delivery di cibi a filiera corta. L’idea originaria era quella di consegnare, una volta a settimana, una cassetta di frutta e verdura di stagione direttamente a casa, garantendo contemporaneamente cibi freschi a filiera corta e un servizio di educazione alimentare. Oggi Cortilia, che ha aperto anche un negozio fisico a Torino, propone anche carne, pesce, latticini, cereali e prodotti per la casa, sempre con un occhio di riguardo alla sostenibilità.

Esistono, infine, anche servizi radicati sul territorio come l’Azienda Agricola Floema attiva a Bologna e nell’area dell’Appennino. Gestita da cinque giovani agronomi, Floema propone la consegna a domicilio di frutta, verdura, erbe aromatiche, conserve, pasta e cereali. Si può scegliere il prodotto, ma anche filtrare la proposta in base alle proprietà (fibre, carotenoidi, flavonoidi, ecc.) oppure alle vitamine presenti. I gestori organizzano, inoltre, visite alle aziende agricole da cui acquistano alcuni dei prodotti, cercando di costruire un rapporto di fiducia con il cliente, sempre più consumatore consapevole.

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Perché scegliere la spesa a domicilio?

Quali sono, infine, le ragioni per cui viene scelta la spesa a domicilio? Secondo l’indagine Nielsen, sono prevalentemente le donne sotto i 34 anni e laureate a scegliere questa opzione. Una scelta dettata dallo stile di vita, ma anche della ricerca della convenienza e del prodotto di qualità. Attira l’idea di risparmiare tempo, facendo la spesa direttamente da casa (in qualsiasi orario) e senza doversi recare al supermercato, o nei vari negozi. Anche l’opportunità di poter pagare con un click è un fattore che spiega l’aumento di interesse verso queste opzioni. Vincente è, infine, l’opportunità di scegliere da un catalogo piuttosto vasto: navigando in rete è possibile confrontare i prezzi sui prodotti desiderati, selezionare le marche e le proposte preferite e acquistare, quindi, alimenti di qualità con comodità.

 

Il principale freno, tuttavia, alla piena diffusione dell’ecommerce in questo settore, laddove è disponibile, è il fatto di non poter toccare con mano il prodotto prima di acquistarlo. Chi ha sperimentato questi servizi, però, ne è pienamente soddisfatto. Siete anche voi tra questi? Raccontateci la vostra esperienza!

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