Eccellenze agricole e diritti con l’Associazione SOS Rosarno

“Le arance e i mandarini non cadono dal cielo” recita uno slogan. Al contrario, sono coltivati e raccolti da persone, delle origini più varie, non tutte con regolare contratto. Eppure, un’alternativa è possibile, anche in territori divenuti simbolo di sfruttamento, caporalato e agromafie come la piana di Gioia Tauro e Rosarno. Proprio a partire da quello slogan, infatti, la strada è stata tracciata dall’associazione SOS Rosarno che ha dato vita anche ad una cooperativa sociale, Mani in Terra, e, dal 2010, coltiva i prodotti della terra calabrese in maniera pulita e giusta. Incontriamo Peppe Pugliese che ci racconta come nasce questa realtà, come funziona e dove acquistare ciò che faticosamente ogni anno producono.

SOS Rosarno, straordinaria normalità

sos rosarno associazione
Fonte: www.facebook.com/sosrosarno.org

È quasi imbarazzato Peppe Pugliese quando gli chiediamo di raccontarci come è nata SOS Rosarno: “è un progetto talmente semplice che ti permette di capire quanto triste e grave sia qui la situazione al punto che ciò che dovrebbe essere normale (i contratti di lavoro, un pagamento corretto, la vendita dei prodotti ad un prezzo giusto, una coltivazione sostenibile e sana) diventa straordinario, quasi rivoluzionario.”

Eppure questa è la situazione in questa zona della Calabria, segnata in particolar modo dai “fatti di Rosarno” del 2010, quando un gruppo di lavoratori sfruttati si è ribellato collettivamente alle condizioni di vita e di lavoro nella piana. Proprio in seguito a quell’episodio è nata SOS Rosarno, un’associazione che ha messo in rete alcune aziende del territorio convinte che potesse esistere un’alternativa allo sfruttamento. “Si è scoperto che esisteva una realtà di piccoli produttori che, tra mille fatiche, riusciva a fare qualcosa di completamente diverso, organizzando il lavoro in maniera tale da rispettare i lavoratori.”

In questi otto anni, l’associazione è cresciuta molto, coinvolgendo piccoli produttori, attivisti e braccianti, e dal 2015 esiste anche una cooperativa sociale chiamata Mani a Terra che gestisce in toto la campagna SOS Rosarno: “siamo diventati datori di lavoro di noi stessi, una tappa fondamentale per poter arrivare il prima possibile a superare la soglia di retribuzione prevista per legge.”

Prodotti della terra, puliti e giusti

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Fonte: www.facebook.com/sosrosarno.org

La produzione principale di SOS Rosarno è quella degli agrumi e, in particolare, delle clementine, vera eccellenza del territorio. “Ma attraverso i gruppi di acquisto solidale si può trovare anche avocado, olio extravergine d’oliva biologico, formaggi, insaccati, ma non solo. Una nostra socia è una naturopata, quindi ci sono anche creme cosmetiche naturali. E ancora olive, salse di pomodoro, cipolla, peperoncino e miele.”

“Da un paio d’anni – aggiunge Peppe Pugliese – abbiamo avviato un percorso di ripristino della filiera del grano, dedicando 3 ettari di terreno alla produzione di grani antichi.” In collaborazione con la Rete cosentina di Economia Solidale è stata creata anche una pasta artigianale, il Seme che Cresce.

La tutela dei diritti dei lavoratori si accompagna con quella dell’ambiente: “non tutti i prodotti della rete di SOS Rosarno hanno la certificazione bio, ma tutti i produttori condividono l’esigenza di una produzione agroecologica. Non aggiungiamo nulla che non sia consentito dai disciplinari del bio, che ci sia la certificazione o meno.”

L’importanza della rete

“Siamo una realtà piccola – riflette l’intervistato – che riesce a dare lavoro durante tutto l’anno a circa 8 persone. Nella fase iniziale della campagna, aumenta il numero di lavoratori coinvolti per via della raccolta. A loro si aggiungono tutta una serie di figure che non lavorano direttamente nei campi, ma sono coinvolte nella produzione come chi si occupa della messa in cassetta o chi è impegnato nei laboratori per i trasformati. La nostra filosofia è quella di coinvolgere più realtà possibili, purché affini con i nostri obiettivi, per poter mangiare poco, ma mangiare tutti.”

Con lo stesso spirito, SOS Rosarno ha scelto di prendere parte anche alla rete nazionale Fuori Mercato, a cui partecipa anche Diritti a Sud, l’associazione “madre” della salsa Sfrutta Zero. “È nato tutto dall’incontro con gli attivisti della fabbrica Ri-Maflow di Trezzano sul Naviglio. Insieme abbiamo dato vita ad un progetto di mutuo soccorso e da lì è nata l’idea di facilitare i gruppi di acquisto solidale tramite una rete attiva tutto l’anno in tutto il territorio nazionale.”

campi coltivati sos rosarno

La tracciabilità della filiera in etichetta

Proprio la rete, la trasparenza e la comunanza di intenti sono le prime garanzie dell’intera filiera. “Tutte le persone coinvolte – spiega Pugliese – sono soci attivi di SOS Rosarno e della cooperativa, persone che conosciamo, i cui stipendi, per esempio, vengono stabiliti collettivamente in assemblea.”

Lo sforzo di trasparenza passa anche attraverso l’etichetta: sulla maggior parte dei prodotti, infatti, si trova il nome del produttore, ma anche la composizione del prezzo per rendere esplicito e chiaro come si arriva alla cifra che viene richiesta al consumatore. “Inoltre per ogni kg di agrumi, 5 centesimi vengono destinati al Fondo per l’Alternativa, che viene impiegato a scopo di donazione o supporto ad attività ed interventi di solidarietà.”

Il modo più semplice per acquistare i prodotti di SOS Rosarno è attraverso i Gruppi di acquisto solidale, “esistono alcune botteghe dove trovare i nostri trasformati sugli scaffali: l’obiettivo con Fuori Mercato è proprio quello di rendere operativi dei nodi sul territorio dove tutti possono trovare i prodotti.”

Conoscete come funzionano i GAS e avete mai assaggiato gli agrumi di SOS Rosarno?

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