Giornale del cibo

La cucina per Sonia Peronaci: “Se partecipassi a Masterchef sarei la prima ad essere buttata fuori”

Se tra una videoricetta e l’altra di Giallo Zafferano vi è capitato di chiedervi “Mah, chissà se poi Sonia Peronaci è carina e solare come appare nei video e in TV”, vi sveliamo un retroscena: ce lo chiedevamo anche noi, mentre andavamo ad assistere allo show cooking del 12 settembre a Villa Capra Puglisi per Sorsi Lab.

E la risposta è no: Sonia Peronaci è più che carina e solare, è davvero una persona squisita, tanto da conquistare persino la simpatia delle redazione di un food magazine. Ne abbiamo avuto la prova quando, giunti alla kermesse veneta organizzata dalla fondazione AIDA, ci siamo avvicinati per rivolgerle “solo alcune” domande che, alla fine, si sono trasformate in una piacevolissima chiacchierata sulla cucina ai tempi di Masterchef e dei Food Blog, sulle novità imminenti di Giallo Zafferano, sui suoi gusti personali in cucina e su Expo. Sì, le abbiamo fatto veramente tante domande ma su una l’abbiamo “graziata”: abbiamo avuto il buon gusto di non farle spiegare, per la ventimilionesima volta, com’è nato Giallo Zafferano!

Sonia Peronaci a Sorsi Lab

 

Cominciamo da Expo, che ne pensa?

Sonia Peronaci: “E’ una bellissima iniziativa che ho saputo che ad agosto ha fatto il botto. Mi fa davvero piacere, c’erano molti scetticismi sull’affluenza e invece meno male che sta andando bene. Ne sono contenta perché Expo ha dato prestigio a Milano, che è la mia città e che adoro, e poi devo dire che a me è piaciuto molto il fatto che ci siano tutte queste culture, tutti questi padiglioni diversi l’uno dall’altro.

Devo dire che avrei voluto più libri di cucina nei padiglioni, perché secondo me sarebbe stato bello entrare in un padiglione e capire che cosa cucinano, avere la possibilità di comprare un libro. Ma a prescindere da questo, quando ci sono stata, è stata una bellissima esperienza”.

 

Che cosa vuol dire essere la regina del Food 2.0 italiano nell’anno di Expo? Che cosa è cambiato quest’anno secondo lei?

S.P.: (Ride) “Mi sento molto orgogliosa di essere la regina del web perché Giallo Zafferano è un qualcosa in cui ho cominciato a credere quando nessuno ci credeva, che ho portato avanti con grande passione e che ha dato buoni risultati. Sono contenta che tutta l’Italia cucini con Giallo Zafferano… insomma è un grande motivo d’orgoglio.

Expo è certamente qualcosa che ha dato un significato diverso alla cucina, ha fatto vedere quanto tutte le etnie possano stare insieme e creare qualcosa di bello”.

 

Lei è figlia di un ristoratore. E una precedente intervista  ha distinto la figura del cuoco, che si sacrifica dentro a un locale, che deve pensare alla clientela e far quadrare i conti a fine mese, e la figura del food blogger che invece ha un lavoro più intellettuale e ha più tempo per sperimentare e curiosare. Èuna distinzione importante perché la TV, prima di tutto, e il web in secondo luogo, stanno creando questo mito dello “Chef”, della cucina come un luogo di addestramento militare dove creatività e capacità sono sempre subordinate al tempo.
Che ne pensa, è una moda del momento?

S.P.: “Devo dire che non è solo una moda del momento, sono diversi anni che stiamo cavalcando questa moda del Food in TV. Prima il cibo era messo in secondo piano rispetto ad altre passioni, non se ne parlava. Poi a un certo punto, presi anche da fatto che funzionava all’estero, abbiamo deciso di importare questi programmi. E naturalmente in Italia, la patria del cibo in assoluto, hanno funzionato molto bene.

Non mi piace l’idea di una cucina “militare”. Quando mi chiedono se parteciperei mai a Masterchef e io rispondo sempre che come concorrente sarei la prima ad essere buttata fuori perché se mi dicono che in 10 minuti devo pensare cosa fare vado nel pallone. Secondo me la Cucina non è quella, ovviamente, ma nemmeno la cucina degli chef è così perché non è che uno chef ha solo 10 minuti di tempo per capire che piatto preparare al suo cliente.
E’ un intrattenimento che piace alla gente e quindi si continua a cavalcare quell’onda. E’ vero che la tematica del Food è un po’ inflazionata. Il cibo è ovunque. Penso che succederà come per tutte le mode: passato il momento rimarranno sul campo solo le persone valide.

Io sono sempre più per la cucina vera, autentica, dove si insegna. Alla fine GZ ha avuto successo perché io ho pensato che alle persone servisse qualcosa di utile e semplice per fare cucinare tutti. Anche quelli che non sono pratici, o abituati perché non tutti hanno avuto la fortuna di avere una famiglia che insegna loro a cucinare. Io avevo mio padre che era un ristoratore, mia nonna che era bravissima, quindi sono stata avvantaggiata da questo.
Sono tantissime, ad esempio, le coppie che si sposano e dicono “e adesso cosa faccio, come cucino”. Vengono su Giallo e trovano tanti video, tanti materiali. Io mi sono subito dedicata ad un target che erano le persone normali. Le persone che alle 19.30 arrivano a casa e devono preparare da mangiare per la famiglia”.

 

Parlando delle tante ricette che ci sono online a volte capita di trovare carbonare con aglio o cipolla, amatriciane con l’aglio (anche se lì la colpa è di Cracco), insomma, spesso capita di trovare informazioni errate. Come si fa a preservare la qualità e l’originalità della cucina italiana rispetto alla quantità di fonti e di ricette?

S.P.: “Purtroppo sul web funziona così: se pubblichi una ricetta, te la copiano. Fanno degli strani collage. Per cui se in quella ricetta c’era un errore, l’errore poi si ritrova in tantissime altre ricette. Ultimamente, cercando una torta regionale, mi è capitato di imbattermi in una ricetta che suggeriva e di utilizzare il lievito per dolci. Poi tra le istruzioni indicava due ore di levitazione (tipica del lievito di birra). È lì che ti rendi conto che c’è il copia-incolla o degli strani collage.
Se lo fai di mestiere ti documenti, studi, cerchi, cerchi di capire, confronti. Noi ovviamente prima di postare qualcosa stiamo bene attenti, soprattutto se si tratta di una ricetta regionale. Poi come sai ci sono tantissime ricette regionali che cambiano da paese in paese o da rione a rione – a meno che non si parli di ricette depositate.

La fortuna di Giallo Zafferano è la nostra community: se c’è un errore o un’imprecisione gli utenti ce lo segnalano due secondi dopo aver pubblicato la ricetta. Poi a volte si scatenano delle faide interne ma diciamo che noi riusciamo a capire se c’è un errore oppure se c’è qualcosa che viene scritto in modo non corretto. Gli utenti ci danno una grande mano. GZ è diventato un punto di riferimento perché le persone sanno che le ricette sono verificate e affidabili”.

 

Quali novità riserva il 2016 a lei e a Giallo Zafferano?

S.P.: “Ci sarà sicuramente qualcosa di televisivo, ormai è da tanto che ci chiedono di tornare in TV. La prima serie fatta con FOX ha dato grandi soddisfazioni ma è stata molto faticosa perché ha messo in gioco tutti i ragazzi della redazione e mentre eravamo impegnati nelle registrazioni dovevamo comunque continuare a mantenere la programmazione del sito. Non sappiamo ancora cosa, come e quando, ma sicuramente ci sarà un ritorno in televisione. Il come è importante appunto perché non vogliamo fare l’ennesima trasmissione di cucina. Sicuramente sarà qualcosa di utile perché l’utilità è già metà della cosa”.

 

Prima di lasciarla andare vorrei farle ancora tre domande: che cosa ci deve essere assolutamente dentro un frigo secondo lei?

S.P.: “Ah io dico sempre le erbe aromatiche che ti possono cambiare il sapore di una ricetta. Le compro sempre al supermercato. Poi ci sarebbe un’infinità di altre cose ma quelle fanno la differenza.

 

Che cosa c’è appeso, invece, sul suo frigo?

S.P.: “Adesso sul mio frigo non c’è appeso niente perché (ride) è uno di quei frigoriferi d’acciaio dove non resta appiccicato nulla. Su quello di prima c’erano le calamite di tutti i viaggi che facevo. Però adesso sopra il mio frigo c’è un’antina piena di stampi per torte che sono la mia passione”.

 

E qual è invece il suo ingrediente preferito?

S.P.: “Sarà una banalità, ma io ti dico l’olio extra vergine d’oliva. Lo metto dappertutto. In questo periodo sto cercando di evitare il burro perché ovviamente ci scrivono un sacco di persone con intolleranze ai latticini e quindi sto cercando di inserire l’olio anche nelle torte, laddove è possibile ovviamente. Tanto vengono buone lo stesso e si tenta di evitare un po’ di colesterolo brutto”.

 

E, a proposito di colesterolo, come fa un/a Food Blogger a mantenere la linea?

S.P.: “Non bisogna farsi prendere la mano, la cucina da soddisfazione diventa cucinare e mangiare, cucinare e mangiare, cucinare e mangiare. Non hai più limiti. Il cibo è come una droga. Effettivamente bisogna ridimensionarsi e tenere d’occhio la salute. Tra le intolleranze, l’età che avanza, i lavori sedentari: una volta le persone facevano lavori di fatica, lavoravano nei campi, potevano permettersi di mangiare più pesante. Noi stiamo seduti in ufficio davanti a un computer, non smaltiamo. E l’attività fisica è importantissima.
Io che ad esempio che ho da poco scoperto di essere intollerante a diverse cose – ma che poco poco sto risolvendo – ho cominciato a pensare anche in modo intelligente a cosa mangiare. Se stai bene tendi a soprassedere e poi ti ritrovi con 20 Kg in più”.

 

 

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