Gli ultimi due anni hanno avuto un grosso impatto sulla nostra vita, lavorativa e non, e hanno cambiato profondamente le nostre abitudini. Tra queste, anche la pausa pranzo, che nell’era del cosiddetto “smart working” si è dovuta adattare alle nuove esigenze emerse a seguito dall’emergenza sanitaria. In molti casi, questo importante momento della giornata ha subito una vera e propria trasformazione, ad esempio richiedendo una gestione nuova della preparazione e consumazione dei pasti e l’armonizzazione degli orari. Ma non solo, perché spesso è venuto a mancare l’elemento di condivisione e convivialità della tavola.
Perché la pausa pranzo non è “solo” un momento che riguarda la corretta nutrizione, ma anche un importante spazio di socialità, aggregazione, scambio e inclusione.
A questo proposito, se ripensate a questi due anni, quali sono state le difficoltà che avete riscontrato nella gestione della pausa pranzo? Cosa vi è mancato rispetto al periodo pre-pandemia e cosa, invece, avete trovato più funzionale rispetto a prima? Infine, quali sono i bisogni emersi e, soprattutto, i desideri per il futuro?
Indagare come la pandemia ha ridefinito la pausa pranzo può aiutarci a capire come si costruirà la nostra “nuova normalità”. Per questo, abbiamo chiesto a Flaviano Zandonai, sociologo e Open Innovation Manager, di realizzare un breve sondaggio per il nostro magazine. Una serie di domande rivolte ai lavoratori e alle lavoratrici che analizzeremo nell’ambito di #NuovaPausaPranzo, l’approfondimento promosso insieme all’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT, in collaborazione con Nomisma.
Il form non è più disponibile essendo trascorsi i termini di partecipazione al sondaggio.
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