Dalla bottega sotto casa ai grandi centri commerciali abbiamo guadagnato scaffali e scaffali da cui scegliere sempre più tipi di snack strani e bevande. Ogni prodotto cresce con noi e si adatta alle nostre esigenze, ampliando la propria gamma e modificando gusti e formati. Chi è indeciso, come la sottoscritta, rischia di passare ore e ore davanti a uno scaffale nel dubbio se scegliere un frollino alla vaniglia con crema al cioccolato, o un frollino al cioccolato con la crema alla vaniglia. Io l’inferno lo immagino così.
Poi scopri che in Giappone potresti avere più problemi e, da un lato tiri un sospiro di sollievo, dall’altro provi una sottile vena di invidia per vederti negata la possibilità di essere inghiottita in un buco nero spazio-temporale mentre scegli un Kit kat. Ricordando che esagerazione fa rima con Giappone, scopriamo alcuni gusti di snack davvero strani che a noi italiani sono negati.
Snack Strani che puoi trovare solo in Giappone
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Kit Kat: Collezioni premium
In Giappone, Kitkat è un vero e proprio prodotto cult, tanto che nel quartiere di Seibu a Tokyo è stata aperto KitKat “Chocolatory”, la prima boutique di Kit Kat al mondo. Volete sapere alcuni dei tanti modi con cui potete fare un break e spezzare con i Kit Kat giapponesi?
Lo scorso anno, gli amanti della frutta avevano l’imbarazzo della scelta. Con la collezione premium I love fruit, si potevano trovare in vendita dai gusti “classici”, per così dire, come fragola, agrumi, pera, mela shinsu a quelli più particolari, come il Kitkat al sapore di mirtillo, lampone, cocco e frutto della passione.
Quest’anno con “I love Tea”, il Kitkat diventa il perfetto cadeau per gli invitati a un tea party. In Italia basterebbe il gusto tè verde a incuriosire. In Giappone, invece, si esagera e si propone ampia scelta: si va dal Gyokuro una qualità prestigiosa di tè verde; Koucha, tè nero; Uroncha, tè Oolong; Houjicha tè verde tostato; Genmaicha tè verde con riso tostato.
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Se volete mettervi alla prova con qualcosa di veramente strano per i gusti occidentali, allora la sfida è aperta e ha il suono di tre sillabe, note con terrore da chiunque abbia scoperto sulla propria pelle/lingua cosa sia quella “roba verde”: wa-sa-bi. De gustibus non disputandum est, ma personalmente non credo troverei mai il coraggio di assaggiare il KitKat Wasabi. Lo stesso dicasi per il KitKat alla soia Edamame. Assaggerei, invece, molto volentieri quello alla marmellata di Azuki, i fagioli rossi giapponesi, che adoro, o quello alle patate dolci viola.
A proposito di dolci, se le vostre papille gustative non si fanno spaventare dai sapori stucchevoli, ci sono tanti KitKat da “sciropparvi”. A partire con quello al Kuromitsu, lo sciroppo di zucchero giapponese, simile alla melassa, riuscite a immagine la stucchevolezza? Nel carrello dei (KitKat ai) dolci, abbiamo anche cheesecake alle fragole e al mirtillo e il KitKat al gusto biscotti alla cannella.
Tutti pazzi per i Pocky
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Come i Kit Kat, anche i Pocky sono conosciuti qui in Italia… Non vi sembra? E se dicessi Mikado? I bastoncini ricoperti di cioccolato, per intenderci. Ecco mentre nei supermercati italiani abbiamo le varianti classiche del cioccolato (bianco, fondente, al latte e nocciola), in Giappone c’è un Pocky per ogni gusto.
Dal 1966 a oggi, al classico gusto cioccolato si aggiungono prima il gusto mandorla, poi il gusto fragola, e fin qui, tutto nella norma. Poi alla Ezaki Glico ci prendono la mano e iniziano a sfornare le tante varianti regionali e stagionali, in edizione limitata, di cui sono pazzi i giapponesi.
Qualche esempio? In primavera potete trovare il gusto miele e l’estate deliziarvi con kiwi e mango. Potete passare dai Pocky alla crema di formaggio o alla zucca, a quelli alle patate dolci o al sesamo nero. Concludere il pasto con un pocky al caffè o al matcha, oppure passare alla frutta. Dite un frutto e di certo ci sarà un Pocky corrispondente: cocco, banana, mela, melone, uva, mandarino, melone… E se siete a dieta? Provate Mai Karori Pokki che è la versione a ridotto contenuto calorico.
Qualcosa da bere?
Dopo tutti questi dolci, sono certa che abbiate bisogno di una bibita rinfrescante e anche in questo reparto, mi duole ammetterlo, ma i giapponesi hanno molta più scelta di noi. Anche quando si tratta di brand ben noti in tutto il mondo. Parliamo di Fanta, Coca cola e Pepsi, che per il mercato nipponico spremono le meningi alla ricerca di gusti nuovi…
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Fanta: non solo aranciata
In Italia, la Fanta è l’aranciata per antonomasia, di conseguenza oltre le arance (che siano normali, rosse o amare) non si va. Al massimo, in qualche supermercato, potete trovare qualche gusto di importazione, come Mango e Passion Fruit. In Giappone, Fanta non è una bibita è un universo di 73 gusti differenti, sì avete letto bene 73… Dai frutti “normali”, come pesca, melone, banana o uva, ai mix più improbabili, come cola e aranciata, o “frutto misterioso” o il Moo moo white, a base di latte. Il Giappone, ça va sans dire, è il paese con l’elenco più lungo. Accanto ai 73 gusti di Fanta, la Coca Cola Company non fa mancare ai giapponesi gusti di Coca cola che a noi possono sembrare insoliti. Qualche esempio? Dalla Coca Cola all’arancia, al lime, al limone, a quella alla vaniglia, passando per l’immancabile Tè verde.
La risposta di Pepsi
La rivalità tra Coca Cola e Pepsi, in Giappone si misura non con le quote di mercato ma in quantità di gusti strani disponibili sul mercato. E Pepsi non è da meno. Abbondano, infatti, i drink a marchio Pepsi: mix squisitamente chimici e dai colori improbabili. In questo arcobaleno di bevande c’è, ad esempio, il rosa della Pepsi Sakura, ai fiori di ciliegio, e della Pepsi Pink, fragola e latte. C’è il verde “cetriolo” della Pepsi Ice cucumber (per l’appunto Cetriolo Ghiacciato?!) e il verde fosforescente della Pepsi Shiso, una verdura giapponese. E ancora il rosso della pepsi Azuki; il blu elettrico della Blue Haway; il giallo della Pepsi Baobab; fino ad arrivare alla Pepsi White, bevanda bianca come la neve, al gusto yogurt.
Quale di questi snack strani vorreste trovare negli scaffali dei nostri supermercati? Si potrebbe sempre lanciare una petizione…