Spritz, Margarita, Mojito oppure Negroni? C’è chi preferisce il gusto dolce e chi invece l’amaro, ad ogni modo una cosa è certa: a un buon cocktail non si dice mai di no! Ma chi ha detto che deve essere per forza un grande classico?
Negli ultimi anni l’evoluzione dell’arte della mixology, infatti ci ha portato alla scoperta di cocktail sempre più particolari e personalizzati. C’è chi dà libero sfogo alla fantasia utilizzando erbe aromatiche e oli essenziali, chi ricerca la perfetta combinazione di sapori e colori con le spezie e chi invece per le proprie creazioni guarda al mondo della cucina.
È proprio quello che hanno fatto i barman di Romeo, un locale di Verona che ha creato dei signature cocktail davvero particolari e ispirati ad alcune delle cucine stellate di tutto il mondo. Incuriosita dal mistero non del tutto svelato di questo locale, non ho saputo resistere alla tentazione di provare alcuni dei suoi famosi drink. Entrare da Romeo è stato come trovarsi in quadro di De Chirico, dove atmosfera sospesa e dimensione onirica mi hanno trasportata in un viaggio di continuo stupore. Siete curiosi di scoprire cosa ho assaggiato?
Cocktail bar Romeo, il fascino del locale “segreto”
Sullo stile dei club londinesi e degli speakeasy (bar che si trovano in posti nascosti come i retrobottega e nati nei primi decenni del ‘900 a seguito di una legge sul proibizionismo che vietava il consumo di alcol negli Stati Uniti), Romeo è un locale che, con luci basse, un ambiente elegante e musica soft, emana il tipico fascino dei “luoghi segreti”. Ex monastero risalente al 1100 a.C., si trova in Vicolo S. Marco in Foro nel centro di Verona e proprio per la sua particolare location suscita a chi passa nei dintorni la curiosità di scoprire cosa nasconde al suo interno.
Bistrot e cocktail bar, Romeo si compone di due piani: entrambi eleganti, il primo è più informale, mentre il secondo stupisce per le decorazioni in stile amazzonico e l’impressionante collezione di liquori e distillati provenienti da tutto il mondo che si ergono lungo la parete dietro al bancone. Siete curiosi di scoprirli?
Cucina e drink: la filosofia dei “signature cocktail” di Romeo
Il pensiero che ha portato Marco Cosenza e Andrea Cason, soci fondatori di Bartender Group Italia (azienda nata nel 2006 e centro di formazione nazionale con all’attivo 9 corsi di barman tra i più rinomati in Italia), alla creazione dei loro signature cocktail (o cocktail personalizzati) deriva da una profonda attrazione verso il mondo della cucina e del cibo. Il desiderio di far vivere ai clienti un’esperienza ispirata alle realtà stellate di tutto il mondo ha portato infatti i due titolari di Romeo alla creazione di otto drink che racchiudessero in pochi elementi la filosofia di cucina di alcuni chef stellati.
È così che per esempio Pujol, nome del ristorante a Città del Messico e del drink che Romeo ha creato rivisitando il classico Tommy’s Margarita a base di tequila e sciroppo d’agave con un’infusione di caffè verde messicano e banana. Altro esempio è Gaggan, dedicato al famosissimo chef indiano che nei suoi menù particolarissimi ha utilizzato piatti a forma di emoticon e a temi legati a Star Wars e Harry Potter. Un’idea originale e senza dubbio innovativa, quella di portare la cucina in un cocktail. E se fino a questo momento eravate convinti che ogni drink potesse essere servito in un unico tipo di bicchiere, dopo aver letto questo articolo dovrete ricredervi. Vediamo insieme alcuni tra i cocktail più particolari proposti da Romeo!
Noma
Il nome del cocktail è un tributo al famoso ristorante del rinomato chef tre stelle Michelin Renè Redzepi, classe 1977. Si trova nel distretto di Christianshavn di Copenaghen ed è stato eletto per ben quattro volte miglior ristorante del mondo secondo la classifica del The World’s Best 50 Restaurants. Lo chef danese, famoso per aver rivoluzionato la cucina del suo territorio, vanta oggi una posizione di risalto come guida delle tendenze culinarie mondiali. La sua filosofia è racchiusa nel desiderio di abbattere lo stereotipo della “crudeltà” delle cucine creando un ambiente lavorativo “umano” che ponga l’attenzione al benessere dello staff e del cliente. Ma come tradurre questo concept in un drink?
Noma riduce al minimo la complessità di un cocktail con ingredienti semplici e che seguono le ultime tendenze del Noma Fermentation Lab: la gelatina lattofermentata e il kombucha artigianale. Il sapore effervescente e fruttato trasporta immediatamente nella freschezza delle estati danesi. È un drink che esprime spontaneità, freschezza e autenticità, come l’aria che si respira nella cucina di Redzepi.
Narisawa
Yoshiro Narisawa, chef giapponese con due stelle Michelin, è il proprietario del ristorante Les Créations de Narisawa nel distretto di Minato, a Tokyo. Il motore della sua continua ricerca è la natura attraverso 5 elementi: terra, acqua, fuoco, carbone e foresta. Il paesaggio naturale rivive in questo modo nei suoi piatti, che racchiudono l’essenza della vita stessa e la profondità della filosofia orientale secondo cui la presenza del divino risiede in ogni cosa. Con l’intento di tradurre questo concetto in un drink, i barman di Romeo hanno pensato a un cocktail a base di nikka coffee gin, un gin giapponese profumato dalle note del legno, del muschio, del sakè invecchiato, del miele e dello zenzero. Servito in una tipica tazza in stile orientale, è accompagnato da una Sakura bonbon, ossia una caramella ricoperta di burro di cacao e che esplode in bocca come i piatti dello chef giapponese.
Alinea
Ci spostiamo ora negli Stati Uniti, alla scoperta di uno dei maggiori esponenti della cucina molecolare: lo chef Grant Achatz. Insieme a Nik Kokonas è co-proprietario del ristorante Alinea a Lincoln Park, Chicago. Lo chef, che ha fatto dell’incontro tra scienza e gastronomia la sua primaria ricerca, subì nel 2005 un tumore alla lingua che gli fece perdere completamente il senso del gusto. Iniziò così un lungo periodo di cura che lo sottopose a trattamenti sperimentali tra cui nuove tecniche di degustazione e creazione dei sapori, finché nel 2009 il tumore sparì completamente.
Sono stati proprio la sua forza, determinazione e sperimentazione a ispirare il signature cocktail di Romeo che porta il nome del suo ristorante. Con l’obiettivo di omaggiare la cucina innovatrice dello chef, basata sulla reazione chimico-fisica degli ingredienti per creare effetti scenografici sorprendenti, il drink è servito insieme a un palloncino gonfiato a elio. Un ritorno all’infanzia grazie a un cocktail che profuma di torta di mele, lampone e Tennessee whiskey, per un’esperienza che coinvolge tutti i sensi.
Lido 84
E per finire torniamo in Italia. Lido 84 è il ristorante di Gardone Riviera a 1 stella Michelin che si è appena conquistato l’ottavo posto nella classifica dei The World’s 50 Best Restaurants. Lo chef Riccardo Camanini ha collaborato con la scuola di Gualtiero Marchesi ed è caratterizzato da una curiosità che lo spinge a creare nuovi accostamenti, innovativi e particolari, ma sempre legati al ricordo e ai profumi della sua terra. Il cocktail proposto da Romeo è ispirato a un piatto che vede come protagonista il gambero viola al vapore, accompagnato dalla mela verde, la rapa gialla e lo zenzero. A base di Casta di Castagner, anche conosciuta come la “grappa da cocktail”, cerca di esprimere la vera territorialità italiana con i profumi della mela verde e del bergamotto. Servito in un vero e proprio piatto fondo che ricorda una scodella, il drink è presentato con un’aria di zafferano in superficie decorata da fiori di malva essiccati e va gustato afferrandolo con entrambe le mani e bevendolo come si farebbe con una zuppa.
E voi avete mai provato dei drink così particolari? Sareste curiosi di assaggiare quelli di Romeo?