Secondo la Coldiretti la sicurezza alimentare europea sarebbe in pericolo: “il 92% dei campioni esaminati dalla ricerca 2015 dell’Efsa sui residui fitosanitari sugli alimenti in Europa è risultato irregolare”. Questo l’allarme lanciato circa un mese fa con tanto di pubblicazione di una black list degli alimenti contaminati. Coldiretti accusa l’Europa e nello specifico l’Agenzia Europea per la sicurezza alimentare (EFSA) di concedere agevolazioni e stipulare accordi con paesi extra Ue che utilizzano sostanze vietate nel vecchio continente.
In cima alla lista la Cina, che avrebbe il più alto numero di prodotti alimentari contaminati in quanto conterrebbero sostanze come additivi, micotossine e coloranti in percentuali maggiori di quelle consentite dalle soglie di legge europee. Nella black-list Coldiretti anche la frutta africana, meloni e cocomeri della Repubblica Domenicana e diversi alimenti provenienti dall’Asia: non solo il broccolo cinese, ma anche il prezzemolo vietnamita e il basilico indiano i quali sono risultati contenere sostanze come il carbenzadim vietato in Italia in quanto considerato cancerogeno.
Sicurezza alimentare in Europa: è ancora tutelata?
Secondo le disposizioni della politica europea sul tema della sicurezza alimentare, tre sono gli obiettivi generali da perseguire:
- garantire che i prodotti alimentari e il mangime degli animali siano sicuri e nutrienti;
- assicurare un elevato livello di protezione delle piante e della salute e del benessere degli animali;
- fornire informazioni adeguate e trasparenti sull’origine, il contenuto/l’etichettatura e l’utilizzo dei prodotti alimentari.
Tuttavia, Coldiretti accusa la Commissione Europea di consentire troppe eccezioni e di mettere così a rischio l’agricoltura italiana considerata la più green d’Europa, con:
- 281 prodotti dop/igp
- grande numero di aziende biologiche
- divieto di utilizzare OGM
“Non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri”, ha commentato in merito il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, mentre sul loro sito veniva riportata la black list degli ingredienti sotto accusa:
PRODOTTO | PAESE | % IRREGOLARITA’ PER RESIDUI CHIMICI |
Broccoli | Cina | 92% |
Prezzemolo | Vietnam | 78% |
Basilico | India | 60% |
Melagrane | Egitto | 33% |
Peperoncino | Thailandia | 18% |
Menta | Marocco | 15% |
Meloni/Cocomeri | Rep. Domenicana | 14% |
Fragole | Egitto | 11% |
Piselli | Kenia | 10% |
Arance | Egitto | 5% |
Fonte: Elaborazioni Coldiretti su dati Rapporto EFSA 2015
Il Fatto Alimentare: “È tutta una bufala”
Il Fatto Alimentare parla di bufala e accusa Coldiretti di fare terrorismo alimentare per screditare i prodotti alimentari importati. Infatti, a leggere i dati, si scopre che lo studio Efsa ha riguardato circa 81.000 campioni di alimenti, di cui solo il 27, 7% di origine extra europea. Tra questi, i broccoli cinesi esaminati sono stati 12 di cui 11 contaminati (da qui la percentuale del 92%) e lo stesso vale per il prezzemolo vietnamita o il basilico indiano, prodotti, tra l’altro, che difficilmente ci capita di trovare nei nostri supermercati.
“Numeri che sfiorano il ridicolo” rincara Il Fatto Alimentare. Più del 97% dei campioni di alimenti valutati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) contiene livelli di residui di pesticidi che rientrano nei limiti di legge.
Falsi miti e preoccupazioni reali: possiamo stare tranquilli?
L’Italia pone molta attenzione ai controlli, mentre è più difficile per i consumatori reperire informazioni, come ad esempio, quali prodotti vengono ritirati dagli scaffali. Qualche settimana fa il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti e mangimi (Rasff) ha inviato al Ministero della Salute 6 segnalazioni riguardanti prodotti distribuiti in Italia per presenza di mercurio in lombi di pesce spada sottovuoto, surgelati e scongelati provenienti dalla Spagna, tossine prodotte dal gruppo Escherichia coli, in latte fresco vaccino crudo e cadmio e mercurio in filetti di pesce spada spagnoli.
Il TTIP minaccia la sicurezza alimentare in Europa
Come se non bastasse nelle ultime settimane si è tornato a parlare del Partenariato transatlantico su commercio e investimenti, più noto come TTIP, che alcuni ritengono comprometterà la sicurezza alimentare in Europa.
Dal punto di vista del mercato alimentare la minaccia percepita in Europa è che il TTIP voglia di fatto smantellare il sistema altamente controllato e severo del vecchio continente, indebolendo il potere decisionale dei paesi, a vantaggio delle multinazionali. L’attenzione è particolarmente rivolta al discusso tema degli OGM o ai prodotti alterati consumati dagli americani, come ad esempio il tristemente noto 100% Parmesan “rinforzato” con truciolati di legno.
L’Italia detiene un patrimonio unico, ma guarda dalla finestra
Recentemente, come spesso accade nel nostro paese, è stato un comico a risollevare la questione. Nell’ultima puntata di Crozza nel paese delle meraviglie il genovese Maurizio Crozza ha ricordato l’unicità del patrimonio agroalimentare italiano. Un paese piccolissimo tra le terre emerse, eppure capace di contenere al suo interno:
- 7300 specie vegetali
- 58000 specie animali
- 1200 vitigni autoctoni
- 1000 tipi di mele
- 140 tipi di grano duro
Qualsiasi paragone con altri paesi europei ben più grandi, per non parlare degli Stati Uniti, non regge il confronto. Per questo il TTIP dovrebbe spaventarci.
Dall’Europa sembrano arrivare rassicurazioni
Davvero, quindi, il TTIP metterà a repentaglio la sicurezza alimentare europea?
Per rispondere ci viene in aiuto la Commissione Europea la quale ha messo a disposizione sul proprio sito un documento per far conoscere il trattato ai cittadini. “Spiega ogni capo del TTIP. Perché stiamo negoziando. Che cosa vogliamo. E come ci stiamo occupando dei problemi dei cittadini” così lo introduce Cecilia Malmström Commissario europeo per il Commercio. A pagina 21 di questo documento arriviamo al capitolo dedicato alla sicurezza alimentare, dove uno schema riassume le tematiche di principale interesse, compresa la delicata disputa sugli OGM.
Innanzitutto scopriamo che “Non è vero che le norme dell’UE sono sempre più rigorose di quelle statunitensi. Il TTIP non modificherà le norme vigenti sulla sicurezza alimentare. L’UE manterrà le sue restrizioni sugli ormoni o sugli stimolanti di crescita nelle produzioni animali, mentre gli USA conserveranno le proprie norme sui contaminanti microbici”. Quanto agli Organismi geneticamente modificati (OGM) “la loro coltivazione è soggetta a una procedura di autorizzazione conforme alla normativa dell’UE. Il TTIP non modificherà tale normativa; per coltivare piante geneticamente modificate occorre anche l’approvazione dei paesi dell’UE, un requisito che il TTIP lascerà inalterato”.
L’importanza del trattato, comunque, continua a tenere banco, tanto che è stato inserito tra gli argomenti che verranno discussi dal 9 al 12 giugno a Dresda, quando si riunirà il Club Bilderberg, il circolo più esclusivo del mondo.
Sicurezza alimentare tutelata, ma non abbassare la guardia
Al netto di tutte queste sigle e trattati, di minacce reali o di speculazioni, la sicurezza alimentare, in particolare in Italia, sembra essere tutelata anche se, come abbiamo osservato più volte, a minacciare la qualità dei nostri prodotti sono anche problematiche di carattere differente, come il il business delle agromafie in Italia.
Si tratta di situazioni radicate e complesse che oltre alle normative europee di controllo, tirano in ballo la criminalità organizzata e le banche e che vanno contrastate innanzitutto con buone leggi a livello nazionale.
Tuttavia è buona regola non abbassare la guardia. In un Paese con un tale patrimonio agroalimentare e di biodiversità i cittadini devono monitorare che non vincano interessi di parte. Secondo voi la sicurezza alimentare nel nostro paese è realmente sotto minaccia o possiamo stare tranquilli?