Giornale del cibo

Consigli e ricette per gustare gli shirataki, la “pasta” di Konjac

 

 

Quando diciamo pasta, tutti noi pensiamo a quella di grano duro.

Oggi invece voglio parlarvi di quella a base di konjac, che è ricchissima di fibre, non contiene carboidrati, è gluten free ed ha un basso indice glicemico. Generalmente possiamo trovarla sotto forma di tagliatelle non troppo sottili, quasi simili a spaghetti – gli shirataki – che hanno un gusto neutro e si prestano bene a qualunque condimento: dal sugo di pomodoro al pesto sino alle verdure saltate o a un ragù di soia. Vediamo allora quali sono le caratteristiche degli shirataki e le ricette per gustarli.

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Cosa sono gli Shirataki e perché fanno bene

Il termine shirataki significa letteralmente “cascata bianca” e si riferisce molto probabilmente, all’aspetto che ha questa particolare pasta una volta cotta. Gli shirataki sono realizzati a partire dal konjac, un vegetale coltivato in Cina, Giappone e Sud-est asiatico da millenni.

La polvere della radice di konjiac, un vegetale simile a una rapa, ricca di sali minerali e fibra, è capace di assorbire moltissima acqua, quindi la pasta che si ottiene è capace di saziare molto velocemente non innalzando il livello di glicemia e contenendo moltissimo l’apporto calorico.

Gli shiritaki infatti spesso vengono inclusi nelle diete ipocaloriche di chi, per ragioni di salute, deve perdere peso, e sono anche in grado inoltre di ridurre il colesterolo e regolarizzare la pressione sanguigna. Il konjac è ricchissimo di fibre, amminoacidi, calcio solubile e minerali. Gli shirataki proprio grazie alla grande quantità di fibra, il glucomannano, che contiene aiutano anche a regolarizzare l’intestino, riequilibrare gli acidi gastrici e nutre la flora intestinale, responsabile del nostro benessere intestinale e del sistema immunitario proprio come la cucina macrobiotica.

shirataki konjac
Amawasri Pakdara/shutterstock.com

Shirataki: le ricette da provare e i consigli per cucinarli

Gli shirataki generalmente si presentano disidratati, è possibile acquistarli anchi sfusi, non sono per nulla cari come molti cibi vegan ma alle volte si trovano anche sottovuoto in vaschette contenenti acqua di ammollo, in questo caso sono morbidi e già pronti all’uso. Io vi consiglio, per ragioni di freschezza, la prima versione.

Nella forma essiccata vanno prima reidratati quindi possono essere conditi a piacere.

Come reidratare gli shirataki

  1. Portate ad ebollizione una pentola di acqua non salata.
  2. Una volta giunta a bollore, spegnete e immergere gli shirataki per circa 8-10 minuti.
  3. Passato questo tempo scolateli, sciacquateli con acqua corrente per un paio di istanti e conditeli come più desiderate.

Nella loro versione morbida, toglieteli dalla confezione, sciacquateli sotto l’acqua e conditeli.

Shirataki con cavolo rosso, tempeh e shiitake

Foto di Carmela Kia Giambrone

Una ricetta semplicissima e molto veloce da preparare, pronta in 5 minuti e gustosissima. Grazie allo shoyu, alimento da inserire nella lista della spesa vegan, al tempeh ed agli shirataki, è una ricetta ottima per regolarizzare l’intestino e donare carica e vitalità.

Ingredienti:

Procedimento:

margouillat photo/shutterstock.com

Shirataki in salsa Thai piccante

Una ricetta ispirata alla cucina Thai che richiama la tradizione della pasta shirataki, declinata nella sua versione totalmente vegetale, piccante e lievemente agrodolce. Da provare anche nella ricetta dei noodles ramen, ma di shirataki.

Ingredienti:

Per la salsa:

Terdsak bund/shutterstock.com

Procedimento

per la salsa:

Procedimento

per preparare gli shirataki:

 

Come abbiamo visto, possiamo includere facilmente nella nostra dispensa questo alimento tutto nuovo per noi, ma che per culture diverse dalla nostra rappresenta la normalità.

Abbiamo visto che gli shirataki sono molto sani e si prestano a mille e uno modi di prepararli. Li avete mai provati? Assaporateli in tutte le versioni che più preferite e scoprite la loro versatilità.

Bon appetit!

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