Seeds&Chips 2019: temi e spunti dal summit sul futuro del cibo

seeds&chips 2019

 

 

Anche in campo alimentare, l’innovazione è diventata una parola d’ordine, che comunemente si associa alla tecnologia e alla digitalizzazione, ma non può separarsi dagli aspetti etici della produzione e del consumo. Questi significativi temi di attualità hanno trovato in Seeds&Chips 2019 – The Global Food Innovation Summit, che si è concluso ieri a Milano, l’appuntamento più importante e rappresentativo a livello mondiale, un evento che coinvolge molte personalità di spicco, impegnate in ambito scientifico, politico, commerciale o volontaristico. Quali sono stati gli argomenti trattati e le anticipazioni sul futuro prossimo dell’alimentazione? Il Giornale del Cibo, media partner di questa iniziativa, ha seguito in diretta i dibattiti, che in quattro giorni hanno toccato molteplici temi, ai quali dedicheremo degli approfondimenti nella rubrica “Food Innovation”. Ecco un primo excursus sulle tematiche affrontate e sugli interventi più rilevanti che abbiamo avuto occasione di seguire nel corso della manifestazione.

Seeds&Chips 2019: a Milano il futuro dell’alimentazione

Giovani, Africa, cura del mare e dell’ambiente, smarthome, obiettivo ZeroHunger e tecnologia applicata al cibo sono stati protagonisti della quinta edizione di Seeds&Chips, la principale iniziativa al mondo sulla Food Innovation, che ha ospitato 49 nazioni e si è avvalsa dei contributi di molti esperti internazionali. Alla terza edizione, fra gli altri, aveva preso parte l’ex presidente statunitense Barack Obama, mentre la quarta ha visto la presenza dell’ex segretario di stato John Kerry. Questo evento è stato fondato dall’imprenditore Marco Gualtieri che, con una visione lungimirante, ha compreso la portata e le ripercussioni dell’alimentazione e della sua evoluzione sull’intero pianeta.

Seeds&Chips, inoltre, ha rappresentato un palcoscenico di prestigio per la presentazione e la promozione di giovani talenti da tutto il mondo, con le loro proposte operative – nel senso dell’economia circolare – per risolvere alcune delle sfide fondamentali che l’aumento demografico e le limitate risorse naturali impongono a questa e alle prossime generazioni.

Sul piano organizzativo, l’evento si è tenuto in un’area espositiva che ha ospitato una ricca offerta di conferenze per raccontare e dibattere gli argomenti, le innovazioni e i casi pratici che stanno cambiando produzione, trasformazione, distribuzione e consumo degli alimenti.

kerry kennedy

Gli obiettivi delle Nazioni Unite

Tutti i progetti e le attività presentate a Seeds&Chips 2019 seguono le linee guida tracciate dalle Nazioni Unite, filo conduttore delle giornate del summit, che nei 17 obiettivi dell’Agenda per lo sviluppo sostenibile ha specificato le sfide che l’umanità dovrà vincere entro il 2030. In sintesi, ecco quali sono i traguardi da raggiungere secondo questo ambizioso piano.

  1. Povertà zero. Sradicare la povertà, in tutte le sue forme e ovunque nel mondo.
  2. Fame zero. Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare l’alimentazione e promuovere l’agricoltura sostenibile.
  3. Salute e benessere. Garantire una vita sana e promuovere il benessere di tutti, a tutte le età.
  4. Istruzione di qualità. Garantire un’istruzione di qualità, inclusiva ed equa, e promuovere opportunità di apprendimento continuo per tutti.
  5. Uguaglianza di genere. Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze.
  6. Acqua pulita e igiene. Garantire la disponibilità e la gestione sostenibile di acqua e servizi igienici per tutti.
  7. Energia pulita e accessibile. Garantire l’accesso all’energia a prezzo accessibile, affidabile, sostenibile e moderna per tutti.
  8. Lavoro dignitoso e crescita economica. Promuovere una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, la piena occupazione e il lavoro dignitoso per tutti
  9. Industria, innovazione e infrastrutture. Costruire un’infrastruttura resiliente, promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e sostenere l’innovazione.
  10. Ridurre le disuguaglianze. Ridurre le disuguaglianze all’interno dei e fra i Paesi.
  11. Città e comunità sostenibili. Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.
  12. Consumo e produzione responsabili. Garantire modelli di consumo e produzione sostenibili.
  13. Agire per il clima. Adottare  misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze.
  14. Vita sott’acqua. Conservare e utilizzare in modo sostenibile gli oceani, i mari e le risorse marine.
  15. Vita sulla terra. Proteggere, ripristinare e promuovere l’uso sostenibile degli ecosistemi terrestri, gestire in modo sostenibile le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e invertire il degrado dei suoli e fermare la perdita di biodiversità.
  16. Pace, giustizia e istituzioni forti. Promuovere società pacifiche e inclusive, orientate allo sviluppo sostenibile, garantire a tutti l’accesso alla giustizia e costruire istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli.
  17. Partnership per gli obiettivi. Rafforzare le modalità di attuazione e rilanciare il partenariato globale per lo sviluppo sostenibile.

Alcuni dati su cui riflettere

Secondo le stime, il conseguimento di queste priorità, a livello mondiale, creerà opportunità di business fino a 12 trilioni di dollari. I quattro sistemi economici legati a questi ambiti – cibo e agricoltura, sviluppo urbano, energia e salute – insieme rappresentano il 60% dell’economia mondiale

La prima giornata dell’evento ha subito offerto dati significativi sulle dimensioni – nel presente e nel futuro – del settore agroalimentare e dell’economia prodotta da quello che genericamente viene definito sviluppo sostenibile. Nel mondo, l’agrifood vale già 7,8 trilioni di dollari (7,8 miliardi di miliardi) e occupa, nel complesso il 40% della popolazione mondiale, mentre, secondo le stime esposte, la diffusione della green economy genererà in Italia ben 3 milioni di posti di lavoro.

Risulta evidente, quindi, quanto sia rilevante un’evoluzione positiva e rispettosa dell’ambiente in questo settore, e a questo proposito nel 2018 sono stati investiti 16,9 miliardi di dollari, con un incremento del 43% rispetto all’anno precedente. Quantomeno notevole è l’enorme investimento della Cina, che lo scorso anno ha destinato più di 3,5 miliardi di dollari in questo ambito, facendo registrare una crescita del 95%.

dibattiti seeds and chips

No alla plastica in mare: un manifesto congiunto con Federpesca

Come si accennava, una grande attenzione è stata rivolta al rispetto per l’ambiente, nel solco del contrasto al riscaldamento ambientale, ai cambiamenti climatici e allo spreco energetico e alimentare. In questo senso, come abbiamo visto più volte nei nostri articoli, la presenza di plastica e microplastiche in mare rappresenta una delle piaghe di più stretta attualità e di difficile risoluzione, a causa della frantumazione di questi materiali, che possono raggiungere facilmente la fauna acquatica.

Al fine di ridurre questo fenomeno, la manifestazione ha ospitato la presentazione ufficiale di HOM Humans of Mediterranean, la generazione che ha curato il mare, il primo manifesto per difendere il mare dalla plastica, concepito e promosso da Seeds&Chips e Federpesca. L’iniziativa si basa su un’alleanza tra i pescatori dei 22 Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, per liberare le acque da questi rifiuti e promuovere una legislazione comune, che possa coinvolgere pescatori, enti e associazioni, allo scopo di garantire una tutela degli ecosistemi marini.

Alla presentazione, avvenuta nella giornata di apertura del summit, hanno preso parte Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche agricole, e Luigi Giannini, presidente di Federpesca. Da sottolineare è il coinvolgimento di più realtà – pubbliche e private – che in diverse vesti gestiscono le risorse marine, nella fattispecie amministrazioni politiche – locali, nazionali e dell’Unione Europea – associazioni di settore ed enti di partenariato economico e sociale.

Il manifesto concede ai pescatori la possibilità di portare a terra la plastica accidentalmente rinvenuta nelle reti, senza farsi carico dei costi di smaltimento, rendendo le imbarcazioni una sorta di flotta di spazzini del mare. Questi materiali galleggiano sulla superficie e si depositano nei fondali, senza tener conto dei confini nazionali, e anche per questo è necessaria una collaborazione mediterranea per poter agire efficacemente.

Il documento è composto da cinque articoli:

  1. Mari e oceani coprono più del 70% della superficie terrestre e oggi sono minacciati dai troppi rifiuti accumulati negli anni, in particolare la plastica. È nostro dovere invertire la tendenza e agire per curare e tutelare gli ecosistemi marini e oceanici. Abbiamo quindi la possibilità di essere la generazione che ha curato il mare.
  2. Il Mediterraneo, culla della civiltà  moderna, è oggi la casa comune per oltre 500 milioni di esseri umani che vivono nei paesi del bacino. Si tratta di un mare sostanzialmente chiuso, il luogo ideale per implementare un progetto innovativo di salvaguardia, che riguarda tutta l’umanità.
  3. I pescatori, uomini e donne del Mediterraneo, sono la più grande risorsa per la cura e salvaguardia del mare. È proprio il mare che alimenta sogni e speranze, le loro famiglie e la collettività. I pescatori devono diventare protagonisti attivi e custodi del mare, simbolo di un futuro sostenibile.
  4. Si chiede alla politica e ai governi di appoggiare questa sfida, offrendo ai pescatori strumenti legislativi e risorse per curare il mare, liberarlo dai rifiuti e tutelarlo attraverso un modello di sviluppo circolare in grado di creare valore condiviso.
  5. È compito di tutta la società civile, non solo della politica, adoperarsi per rendere questa cura sostenibile. L’appello è rivolto a cittadini, imprenditori, lavoratori, inventori, ricercatori, membri della comunità, tutti possono dare il proprio contributo. Per essere parte della soluzione e non del problema.

Giovani e Africa in primo piano

africa seeds and chips

La quinta edizione di Seeds&Chips ha messo al centro del dibattito questi due temi. Il ruolo dei giovani è stato ampiamente rappresentato dai teenovator – ragazzi under 16 da tutto il mondo, con progetti innovativi nel senso della sostenibilità e legati alle esperienze locali – anche lo sviluppo dell’Africa ha avuto un’attenzione analoga.

Se la tendenza degli ultimi anni verrà confermata, nel prossimo trentennio questo continente raddoppierà la sua popolazione, con alcune nazioni, come la Nigeria, che diventeranno sempre più dei giganti su scala mondiale.

Come ha affermato il fondatore Marco Gualtieri, non si può parlare del futuro del cibo escludendo l’Africa dalla discussione. Le economie occidentali e quelle del continente africano devono interagire, per valorizzare al meglio il potenziale umano dell’Africa, il continente più giovane del pianeta. A questo proposito, durante il summit di Milano è stato presentato FIHNK (Food Innovation Hub Network), un progetto avviato in dieci nazioni africane, che si affida a leader locali dell’innovazione per sviluppare l’agricoltura e gli scambi commerciali.

Sono state, infatti, evidenziate le potenzialità economiche del continente, che sconta ancora ritardi dovuti all’instabilità politica, alla burocrazia e ai pregiudizi, pur mirando all’attrazione di investimenti da parte di imprese internazionali. Nel mondo la fame affligge ancora 800 milioni di persone, molte delle quali vivono proprio in Africa.

 

Quali sono gli argomenti che vi interessano di più fra quelli trattati a Seeds&Chips 2019?

 

Altre fonti:

Fao – Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura
United Nations Sustainable Development Goals

Foto di Matteo Garuti.

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