La fine dell’anno è sempre tempo di bilanci. Con la pandemia molti aspetti delle nostre vite sono cambiati e non c’è dubbio che tra le persone che in questi due anni hanno dimostrato un maggior spirito di adattamento ci siano i bambini e le loro famiglie. Il ricorso alla DAD, la chiusura delle scuole e delle mense scolastiche che si sono protratti per lungo tempo, hanno modificato la cornice di riferimento dei luoghi deputati all’educazione e all’apprendimento, con implicazioni sociali fortissime per quanto riguarda le relazioni, l’abbandono scolastico, la povertà alimentare e anche, naturalmente, i tempi di vita delle famiglie. Insegnanti e studenti, bambini e ragazzi, genitori e nonni, ma anche lavoratori della ristorazione collettiva, hanno dovuto adeguarsi alla nuova situazione, a scapito molto spesso delle donne, costrette a lasciare il lavoro per poter far fronte al nuovo assetto dettato dalle norme di contenimento del coronavirus.
Dopo l’estate 2021 si è tornati gradualmente a una “nuova normalità”, con la ripresa in sicurezza di molte attività: ecco perché in chiusura dell’anno abbiamo voluto fare un punto e un bilancio con Chiara Nasi, Presidente di CIRFOOD, l’azienda leader in Italia nella ristorazione collettiva, dopo quasi due anni di pandemia e con la prospettiva di un 2022 di rilancio.
“La scuola e il momento della pausa pranzo sono un diritto”: intervista a Chiara Nasi, Presidente di CIRFOOD
Presidente Nasi, dopo un 2020 difficile, finalmente le scuole hanno riaperto e il servizio di ristorazione scolastica è ripartito, con i vantaggi che ne conseguono, a livello economico, ma anche sociale. In un contesto in cui circa il 40% della popolazione mondiale non può accedere a un’alimentazione sana, CIRFOOD ribadisce, infatti, l’importanza della ristorazione collettiva nel garantire a tutte le comunità una nutrizione equilibrata, buona e sicura, proprio a partire dai più giovani. Com’è attualmente la situazione?
Chiara Nasi: “La ristorazione collettiva è stata particolarmente colpita dalla crisi pandemica. Parliamo di un settore fondamentale per la tenuta sociale del Paese, perché occupa circa 150mila persone e supporta alcune delle più importanti filiere produttive italiane, tra le quali quella agroalimentare.
Il comparto, che nel 2020 ha registrato un calo significativo dei ricavi e dei volumi di vendita (210 milioni di pasti in meno rispetto allo stesso periodo del 2019), ha mostrato nel 2021 segnali di ripresa certamente più deboli rispetto a quanto previsto.
Il settore della refezione scolastica, ad esempio, ha registrato nel 2020 un -51% con un buco di 700 milioni di euro sull’anno precedente (dati Oricon – Osservatorio Ristorazione Collettiva) ed è stato ulteriormente segnato dal lockdown delle scuole di marzo 2021.
Tuttavia, CIRFOOD sta lentamente recuperando i numeri pre-pandemici, grazie all’esperienza maturata in oltre 50 anni di storia, alla solidità della nostra impresa e ad una gestione virtuosa della fase più acuta dell’emergenza, nella quale abbiamo sviluppato un grande ventaglio di soluzioni tecniche e implementato le più idonee per consentire la ripartenza della ristorazione in azienda e nelle scuole, oltre che la massima continuità nelle strutture sociosanitarie. Soluzioni che hanno messo nuovamente al centro l’importanza della pausa pranzo e i valori fondanti dell’offerta di ristorazione di CIRFOOD, quali accessibilità, sostenibilità, responsabilità, fondamentali nella scelta di un servizio di qualità, efficiente e sicuro.
Essendo ancora in regime pandemico, abbiamo dovuto prevedere alcuni extra costi necessari per far fronte all’emergenza. Inoltre, stiamo registrando continui aumenti delle materie prime ed energetici che ci imporranno una revisione complessiva dei contratti, in tutti i settori in cui operiamo”.
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Recentemente il Premier Mario Draghi ha confermato l’impegno del Governo nel migliorare l’edilizia scolastica e rafforzare l’offerta formativa, grazie ai fondi stanziati dal PNRR che prevedono anche l’avvio di bandi per la costruzione di nuove mense e palestre nelle scuole.
Si tratta di un sostegno alle famiglie e di una leva per lo sviluppo ha commentato ORICON – Osservatorio ristorazione collettiva e nutrizione – secondo cui per il segmento della ristorazione collettiva gli investimenti si tradurrebbero complessivamente nella necessità di 10.000 nuovi dipendenti nei prossimi 4-5 anni, ai quali si aggiungerebbero 34 mila nuovi educatori e insegnanti e 15.000 genitori di bambini che, potendo contare sul supporto della scuola, potrebbero reinserirsi nel mercato del lavoro.
Si parla di 400 milioni previsti per la costruzione e riqualificazione degli spazi dedicati alla mensa di mille edifici scolastici: un’occasione importante non solo per l’economia del Paese, ma anche per il welfare sociale e territoriale, cosa ne pensa?
C.N.: “Gli investimenti previsti dal PNRR per la riqualificazione degli spazi mensa rappresentano un’importante occasione per contrastare le disuguaglianze, la povertà nutrizionale e educativa nel Paese e, allo stesso tempo, dare nuova linfa al settore della ristorazione collettiva, in termini di opportunità, occupazione e sviluppo. Inoltre, secondo la ricerca che IPSOS ha realizzato per l’Osservatorio CIRFOOD DISTRICT e che abbiamo presentato a settembre 2021, il valore economico e strategico del nostro settore è riconosciuto anche dalle famiglie italiane, a riprova dell’importanza che ricopre per la ripresa del Paese. Secondo gli intervistati la ristorazione scolastica ha effetti positivi sulle imprese del territorio (88%), consente ai genitori di migliorare l’organizzazione familiare (74%) e favorisce l’occupazione femminile generando nuove opportunità lavorative (85%). Un aumento consistente della diffusione del tempo pieno, infatti, creerebbe nuovi posti di lavoro in settori, come il nostro, che occupano principalmente donne e, per questo, noi definiamo questo circolo virtuoso “economia circolare del lavoro femminile”.
E ancora, i genitori di bambini che frequentano istituti dove non è presente il servizio di refezione scolastica ne reclamano l’importanza: secondo la ricerca condotta, l’84% di essi ritiene la mensa essenziale in caso di tempo pieno e al contempo, in caso di tempo scuola ridotto, oltre un genitore su due sarebbe interessato a usufruirne.
Per CIRFOOD il pasto a scuola è un diritto: serviamo ogni giorno 300mila studenti in oltre 450 Comuni in tutta Italia, sempre più consapevoli dell’importanza di questo servizio in termini nutrizionali, ma anche di salubrità, educazione al consumo consapevole, di socialità e di crescita.
Per questo auspichiamo che il PNRR possa essere un punto di partenza, una best practice che porti a nuovi investimenti nel lungo periodo su scuole a tempo pieno e asili”.
Nel 2020 con il lockdown, la chiusura delle scuole e delle mense è aumentata la povertà alimentare infantile: i dati Save the Children dicono che quasi il 4% dei bambini italiani non ha consumato un pasto proteico al giorno, con forti differenze tra Nord e Sud del Paese. Bastano questi pochi dati per comprendere come mai CIRFOOD si impegni a valorizzare il valore pedagogico e sociale del pasto a scuola, sostenendo che la mensa è un diritto. La mensa e il tempo pieno, quindi, possono aiutare l’Italia a combattere la povertà educativa e alimentare?
C.N.: “Mensa e tempo pieno sono senza dubbio fattori vincenti nella lotta alla povertà educativa e alimentare. Oltre che dal punto di vista nutrizionale, crediamo da sempre nella responsabilità sociale e formativa che il servizio di ristorazione scolastica ha nei confronti dei bambini, e oggi più che mai, in un contesto in cui la povertà alimentare e la malnutrizione risultano essere in crescita esponenziale, intendiamo continuare ad impegnarci affinché tutti possano accedere ad un pasto completo, sicuro e di qualità.
Per CIRFOOD, la scuola e il momento della pausa pranzo sono un diritto e un importante momento di convivialità, attraverso cui valorizzare la conoscenza del cibo, l’educazione al gusto, il consumo consapevole e apprendere sani stili alimentari. Dalla scuola si può iniziare a costruire il futuro, proprio partendo dalla tavola: l’occasione ideale per condividere esperienze e contribuire alla formazione di una cittadinanza evoluta e consapevole.
Per questo progettiamo percorsi di educazione alimentare dedicati ai bambini, ai genitori e al personale scolastico e costruiamo offerte che mirino sempre più a dare alle famiglie strumenti digitali utili per conoscere al meglio i menu, la provenienza delle materie prime e tutte le informazioni importanti per generare corretti stili di vita nel rispetto dell’ambiente.
Tutti i progetti per la ristorazione scolastica sono, naturalmente, in continuità con la nostra visione Feed the Future, che ispira da sempre CIRFOOD nel modo di fare impresa e guardare al domani per nutrire il futuro di idee e prospettive in grado di garantire a tutta la società uno sviluppo sostenibile dal punto di vista economico, ambientale, sociale e culturale.
Non dimentichiamo inoltre che dietro a ogni pasto servito nelle mense scolastiche ci sono studi sull’alimentazione equilibrata per i più piccoli, linee guida ministeriali, direttive ASL e nutrizionisti che stilano menu bilanciati e rispettosi di tutte queste indicazioni. Un lavoro che segue un passaggio cruciale di ascolto e osservazione dei bisogni degli utenti, lavorando a stretto contatto con le Direzioni didattiche e i Comuni”.
Il valore del pasto a scuola è fondamentale ma non sempre riconosciuto in modo adeguato. Come avviene oggi una gara di appalto? Crede possano esservi margini di miglioramento?
C.N.: “Il settore della ristorazione collettiva è parte integrante della vita di ciascuno di noi, a partire dalla scuola, passando per la ristorazione aziendale e la degenza nelle strutture sociosanitarie. Per questo crediamo sia importante che venga elaborato un bando tipo ad hoc per l’elaborazione di gare di appalto che riguardino questo specifico settore, profondamente diverso da qualsiasi altro ambito.
Il PNRR e il From Farm To Fork suggeriscono una nuova vision europea della ristorazione, in particolare scolastica, applicabile, però, laddove venga meno il ricorso al massimo sconto, in favore di punteggi maggiormente orientati alla valorizzazione della qualità e ai continui miglioramenti che le imprese di ristorazione come CIRFOOD offrono ogni giorno.
Il nostro Paese, ad oggi, fatica a procedere in questa direzione: assistiamo, ogni giorno, a gare con basi d’asta sempre più basse a fronte di richieste sempre più alte legate alla qualità delle materie prime, a materiali sostenibili, sistemi digitali e processi green. Tutte richieste pienamente in linea con la nostra visione, ma che devono tener conto dei relativi costi.
Auspichiamo che anche le istituzioni scelgano di farsi carico di una corretta valorizzazione del nostro settore, con l’emanazione di provvedimenti ad hoc, che riconoscano le peculiarità di questo comparto fondamentale”.
Cosa c’è nel futuro di CIRFOOD?
C.N.: “Ci aspetta un 2022 ricco di sfide da vincere. Sarà un anno fondamentale per la nostra impresa cooperativa, con tante importanti novità, a partire dall’apertura del nostro CIRFOOD DISTRICT, il nostro centro di ricerca e innovazione dove progetteremo e sperimenteremo nuove soluzioni nell’ambito della nutrizione e del food service che ci aiuterà ad essere sempre più competitivi sul mercato portando un vero valore aggiunto all’impresa e alle comunità in cui operiamo.
CIRFOOD DISTRICT sta sorgendo a Reggio Emilia, nel cuore della food valley, il principale distretto italiano del cibo. Un territorio riconosciuto nel mondo come eccellenza nell’ambito dell’innovazione tecnologica, educativa e sociale”.
Continuate a seguirci: anche di questo progetto parleremo presto con i lettori del Giornale del Cibo.
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