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Sarago

Nei mari italiani esistono diverse specie di questo esemplare. Le più pregiate sono il sarago maggiore o Diplodus Sargus e il sarago comune o del Salviani. C’è, poi, il sarago dell’anello, detto anche sparagliene, non più lungo di 20 cm e dalle carni poco apprezzate come quelle del sarago fasciato o diplodus cervinus. Infine, il sarago pizzuto, ha le carni poco pregiate. Ha un corpo abbastanza grande, di forma ovale, ricoperto da grosse squame; il muso è appuntito, la colorazione è grigio-argentea o giallo-dorata sul dorso e più chiara sul ventre. Caratteristico è l’anello nero che è alla base della coda.
Appartenente alla famiglia degli Sparidi.

Come riconoscere se è fresco

Garanzia di freschezza è la colorazione viva e la carne compatta e soda, come per la maggior parte dei pesci.

Dove si pesca

Mediterraneo e Atlantico orientale sono i mari dove nuotano questi esemplari, che predilige i fondali rocciosi con vegetazione di alghe.

Come si usa in cucina

La qualità delle sue carni è direttamente dipendente alla freschezza di queste; il sarago, infatti, è un pesce che rapidamente perde di fragranza. Per la cottura di questo pesce sono adatte le ricette che valgono anche per l’orata e la mormora: alla griglia e al forno. Dalla Toscana arriva una ricetta originale che vede il sarago, farcito con una fettina di prosciutto e un rametto di rosmarino, cotto allo spiedo inframmezzato da fette di pane e foglie di salvia.

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