di Caterina C.
Quest’estate sono tornata con grande piacere a castelluccio di Norcia, borgo arroccato a 1400 metri d’altidine all’estremita di una valle molto suggestiva, nonchè mecca dei vegetariani, per la produzione della celebre lenticchia di piccola taglia e dalla pellicina esterna così sottile da scomparire durante la cottura. Durante il consueto giro tra le bancarelle e le botteghe del piccolissimo centro, dove si trovano prodotti tipici dai sapori antichi e genuini e prelibatezze per tutti i palati, ho notato la presenza di un legume a me sconosciuto: la roveja.
Mi è stata presentata come la carne dei vegetariani ohibò! Non ne avevo mai sentito parlare… Incuriosita mi sono documentata e ho scoperto che questa leguminosa stagionale, assai rara, è tutelata da un progetto di riscoperta e promozione di alcune specie agrarie minori presenti nel territorio dei Monti Sibillini.
La Roveja (Pisum sativum ssp. arvense) è un pisello selvatico tradizionalmente coltivato nelle Marche, così la inquadra il sito del centro ricerche che promuove il progetto.
Si tratta di un cibo proteico alternativo e curioso, per vegetariani e non. Viene venduto secco, a castelluccio, in piccoli sacchetti. Occorrerà una notte intera perchè rinvenga prima di esser cucinato.
Viene suggerita una ricetta che prevede di stufare la roveja in un sugo di pomodoro, per poi consumarla spalmate su crostoni caldi. Se ne propone l’utilizzo anche nelle zuppe e minestre di legumi. In Valnerina viene anche venduta in forma di farina, con la quale è possibile fare la farrecchiata, una polenta dal gusto amarognolo.
Personalmente ho pensato di provare a farne un ragù alternativo, con pomodorini ciliegini, una delicata presenza di cipolle bianche, e, considerando che questo legume era in passato coltivato in quota per la sua resistenza al freddo, ho accostato aromi che ricordassero i profumi della montagna, come rosmarino e salvia. Dopo questo assaggio, che ha accontentato anche i commensali carnivori, mi è rimasta la voglia di riprovarlo al più presto…
Continuando la mia ricerca ho scoperto che dal 2006 la roveja è presidio de La Fondazione Slow Food per la Biodiversità-Onlus.
Si può trovare nel Territorio dei Monti Sibillini, in Valnerina, ma con una certa difficoltà.