Condizionati da un’estetica cinematografica e dei fumetti anni Ottanta e Novanta, in molti pensiamo ai robot come umanoidi di ferro che, con movenze rigide e una voce metallica, rispondono in maniere buffe e curiose ai nostri bisogni. Ma quando parliamo di innovazione e di robotica, in realtà, dobbiamo fare un salto mentale di anni in avanti fino ad arrivare al presente e, per i più avventurosi, anche al futuro. Oggi i robot sono parte della vita e del lavoro di moltissime persone, comprese quelle che si occupano di cibo e di delivery. Nell’aeroporto di Los Angeles, ad esempio, a consegnare il cibo è NomNom, un robot semiautonomo che segue il suo conducente. Scopriamo come funziona!
Robot e innovazione: a che punto siamo?
Associare i robot al mondo della cucina non è una novità. Già da alcuni anni, nel settore, si sperimenta e si riflette sul ruolo di potenziali robot chef che possono svolgere alcune mansioni all’interno delle brigate, ma non naturalmente sostituire la manualità di un cuoco professionista. E anzi, spesso è proprio il professionista a dover impostare, azionare e gestire l’attività dell’”assistente”.
D’altro canto, negli ultimi anni i “robot” da cucina sono arrivati anche nelle case dei semplici appassionati. L’esempio più famoso è sicuramente il Bimby, che racchiude in sé le funzionalità di più di 20 elettrodomestici: esistono modelli che permettono addirittura di completare alcune tipologie di cottura.
Non dovrebbe sorprenderci, dunque, che la robotica continui a interessarsi al mondo del food e a sviluppare soluzioni fortemente innovative per rispondere ai bisogni e alle difficoltà del settore. Ad esempio, Bot Chef, un robot collaborativo presentato da Samsung alla fiera KIBS Kitchen & Bath Industry Show nel 2020, è un assistente in cucina che può svolgere diverse funzioni: tritare, sbattere, versare, pulire, sollevare, spostare. Panda, invece, dell’azienda high tech tedesca Franka EmiKa, ha la capacità di riconoscere facilmente tutti gli utensili in cucina e spostarli per far sì che chi cucina li abbia sempre a portata di mano.
Robot delivery: le automazioni per consegnare il cibo
Un altro ambito di sviluppo è quello della consegna del cibo automatizzata. Negli Stati Uniti, durante il primo lockdown è emersa la necessità di potenziare il delivery di cibo (e non soltanto) senza mettere a rischio la salute dei fattorini. Da qui la crescita della “flotta” di Serve, il nome dei robot per la consegna a domicilio sviluppati dalla divisione robotica di Postmates, azienda acquisita da Uber proprio a luglio 2020.
Nel marzo 2021, il colosso della gig economy che si occupa anche di food ha lanciato una start up a San Francisco che si occuperà di potenziare e sviluppare le funzionalità di Serve. Sono convinti, negli States, che consegnare pasti con robot autonomi e semoventi sia il futuro prossimo del settore. Anche alla luce del fatto che, sempre negli USA, circa metà delle consegne viene effettuata in un raggio di circa 40 minuti a piedi dal ristorante – una distanza, per così dire, a portata di mano meccanica.
Ford e l’Università dell’Oregon stanno lavorando insieme per realizzare un sistema di consegna che unisca le caratteristiche di un veicolo autonomo, in virtù dell’expertise della casa automobilistica, e quelle dei robot bipedi sviluppati dallo spin-off accademico Agility Robots.
La ricerca di nuove soluzioni per il delivery robotico è attiva anche in Italia. Si chiama YAPE:Autonomous Pony Express il robot concepito e sviluppato da e-Novia, un’azienda milanese. Si tratta di un robot semiautonomo su due ruote che permette di trasportare fino a 70 kg di peso a una velocità di circa 20 km all’ora, muovendosi sulla strada anche tra gradini e marciapiedi. Vincitore di un importante Design Award in Germania nel 2019, YAPE è approdato anche in Giappone dove è stato utilizzato in via sperimentale nella città di Minami Sōma per consegnare la posta.
NomNom, per la consegna del cibo all’aeroporto di Los Angeles
I robot per il delivery di cibo, dunque, rappresentano un ampio spazio di sperimentazione e ricerca, ma anche una soluzione già concreta, almeno su piccola scala. Nell’aeroporto di Los Angeles è già realtà. A consegnare il cibo, infatti, è ora NomNom, un robot progettato e costruito da Piaggio Fast Forward (una divisione del gruppo Piaggio) con AtYourGate, company specializzata nella gestione dei servizi di consegna di cibo per aeroporti.
NomNom, come YAPE, ha due ruote ed è semi automatico. Non va troppo veloce, può raggiungere circa i 10 km orari, più che sufficienti per muoversi in sicurezza all’interno di un aeroporto, seppur molto grande, ed è dotato di sensori di movimento.
In pratica, per il viaggiatore in attesa dell’imbarco l’uso è molto semplice:
- si può ordinare dal portale dedicato il cibo che desidera,
- selezionare questa come opzione di consegna,
- e aspettare che NomNom arrivi.
Il delivery robot per ora prevede un sovrapprezzo sul costo del recapito del cibo, ma in futuro potrebbe diventare la soluzione più economica e accessibile. Naturalmente al momento dell’ordine è possibile anche sapere più o meno il tempo necessario per ricevere il piatto ordinato, in maniera tale che organizzarsi al meglio sia semplicissimo, quasi automatico.
Voi vi affidereste a un robot per il delivery?