“Le stelle sono tante, milioni di milioni…”, cantava De Gregori nel suo album del ’74, già allora gli hotel di Milano erano tanti ma oggi, oltre a essere numerosi, hanno un valore aggiunto non da poco. A contraddistinguerli sono i ristoranti creati al loro interno, vere e proprie insegne che richiamano ogni mese centinaia di appassionati e curiosi in cerca di buone tavole. Un fenomeno ormai di larga diffusione, non solo a Milano ma anche a Roma, Venezia, Firenze, Torino e in altre città europee, prima tra tutte Parigi.
La cucina d’hotel a Milano
Un tempo, e non parliamo del secolo scorso ma appena di un decennio fa, era possibile usufruire della cucina proposta dagli hotel ma era come dire, una normale “cucina d’hotel” senza nessuna punta entusiasmante degna di nota, motivo per cui la maggior parte delle volte si sceglieva di pernottare ma di cercare fuori dalla struttura un indirizzo per cenare. Oggi invece è diventata parte integrante dell’offerta ristorativa milanese, le cucine dei blasonati chef stellati fanno gola alle grandi compagnie alberghiere consce del fatto che avere all’interno del proprio hotel un ristorante d’alta cucina rappresenta un valore aggiunto non indifferente. Se teniamo in considerazione che nell’ultimo ventennio sono nati in città più hotel a 5 stelle che in tutto il secolo precedente, la dice lunga sia sul flusso turistico che da qui passa, sia sui ristoranti presenti all’interno di ognuno, perché due su tre offrono ai propri clienti anche la possibilità di pranzo e/o cena.
[elementor-template id='142071']Cucina di hotel e cucina di ristorante
Se vi chiedete quale sia la differenza sostanziale tra le due offerte, la risposta sta nell’organizzazione del lavoro e nella forza economica (in questi casi fondamentale) che le grandi compagnie d’hotel posseggono. Di fatto i ristoranti al loro interno vivono di vita propria ma le brigate, le cucine a disposizione e l’enturage tutto permettono di lavorare con una macchina articolatissima, ben oliata, composta da professionisti di grande valore. Senza tralasciare l’aspetto “visibilita”: va da sè che quando gli hotel Mandarin o Bulgari di Milano, per esempio, vengono frequentati da personaggi di spicco o ospitano eventi esclusivi, i riflettori sono a loro favore e in un modo o nell’altro tutte sue loro aeree ne traggono beneficio. Non si discuta sulla qualità assoluta di alcuni ristoranti d’hotel ma la visibilità in questi casi aiuta tantissimo. Insomma oggi non esiste hotel di rilievo che non abbia un grande ristorante al suo interno, un pò perchè è l’era dei cuochi e della cucina, un pò perchè la domanda di mercato lo impone.
Ristoranti d’Hotel a Milano: eccone 5 da provare
Vun
Nel 2012 la Guida Michelin gli assegna una stella, la prima in assoluto per un albergo di lusso in città. Nel 2018 arriva anche la seconda. Al comando Andrea Aprea, focoso chef partenopeo che sa il fatto suo.
Siamo nel Park Hyatt, poco distanti dal Duomo, dove vive un ristorante elegante e cosmopolita dalla cucina contemporanea ma molto riconducibile all’autentica terra del cuoco. Due gli itinerari degustazione, tra cui “Percorsi partenopei”, che vi permetterà di provare tutta la maestria di Aprea, declinata attraverso il luogo che lo ha cresciuto e ispirato. Inoltre a disposizione anche il Mio Lab: il bel bar dell’hotel Park Hyatt dove bere e mangiucchiare qualcosa firmato sempre Aprea.
Seta
Ne avevamo già parlato in uno speciale dedicato a questo posto straordinario. È il Seta, ristorante bistellato all’interno dell’Hotel Mandarin Oriental. Al timone un più pacato Antonio Guida, pugliese di lungo corso in grado di accaparrarsi due stelle Michelin a tre anni dall’apertura datata agosto 2015.
Colazione, pranzo, aperitivo, cena o after dinner, questo posto è speciale e vi soddisferà a pieno, ma concedetevi una cena al Seta, semmai seduti allo chef table per due in cucina, e apprezzerete l’offerta gastronomica creata da Antonio Guida: un ristorante gourmet fondato sulla sua filosofia di cucina, forti radici pugliesi unite alle influenze derivanti dalle esperienze pluriennali in Francia e in Toscana. Alla sera il percorso conta 7 piatti, per il pranzo invece la formula è più leggera, di certo dovrete assaggiare i suoi fantastici risotti.
Bulgari
Il fuoriclasse Niko Romito non ha bisogno di molte presentazioni. Abruzzese doc, lavora nel suo ristorante tristellato Reale a Castel di Sangro, esaltando la sua regione. Da un paio d’anni firma i menù dei ristoranti all’interno dei Bulgari Hotel nel mondo (Pechino, Shanghai e Dubai, dove in realtà l’esperienza del sottoscritto non è stata delle migliori), e l’ultimo lavoro è quello dedicato proprio all’insegna italiana, inaugurata il 27 agosto 2018.
La cucina tricolore contemporanea è alla base di un nuovo concept dello chef, che ha voluto creare appositamente per i Bulgari Hotels & Resorts una cucina che fondesse modernità e tradizione, esaltando il “Made in Italy”. Un grande tour gastronomico come l’Antipasto all’Italiana, un’originale proposta che racchiude in un piatto le specialità di tutte le regioni italiane, e versioni “ricodificate” di classici come la lasagna, il vitello alla milanese, i ravioli di patate con gamberi rossi e seppie, ma anche piatti più elaborati, come il merluzzo con maionese di patate e peperoni o i tortelli ricotta e spinaci con burro “manteca”. In primavera ed estate è possibile gustare i piatti di Romito all’aperto, con vista sull’ameno Giardino.
Acanto
C’è il giovane e talentuoso chef Alessandro Buffolino a gestire la cucina del ristorante di in uno degli hotel più glamour della città, il Principe di Savoia. Protagonisti della proposta di cucina sono i classici della tradizione, dove non può mancare la pasta sempre richiesta dal pubblico straniero, come cappelletti e paccheri, ma anche l’agnello in crosta e uno squisito petto di galletto. L’ambiente è esclusivo e sarete serviti e riveriti, inoltre per il giorno di Pasqua è previsto un brunch in stile milanese per tutta la famiglia con musica swing dal vivo.
Caruso
Un luogo di coccole e comfort, ricco d’atmosfera, all’interno di un hotel inaugurato nel lontano 1863, il Grand Hotel et de Milan in grado di riproporre tutto il fascino di un’antica “casa” milanese. Oltre al ristorante Don Carlos e l’american bar Gerry’s, c’è una chicca chiamata Caruso che si contraddistingue per il suo piacevole “jardin d’hiver”. Cucina fatta di piatti della tradizione meneghina in chiave contemporanea, serviti in una piacevole veranda immersa nel verde della piazzetta. Passato e contemporaneità convivono in un’atmosfera che vi metterà a proprio agio, ricordando un po’ i bistrot parigini.
Avete mai pranzato o cenato in uni di questi ristoranti d’hotel a Milano? Ne conosce altri?