Puzzle a Verona è un ristorante dove la cucina diventa gioco

Ravioli di fegato di pollo e gamberi
Puzzle è il nuovo ristorante di Verona dove alta cucina e gioco si fondono. Lo Chef Tommaso Timpano reinventa il gusto con un’esperienza unica e sorprendente!

Nato dall’idea creativa di un giovane Chef romano, Puzzle è la più recente novità nel panorama gastronomico della città dell’amore per eccellenza: Verona. Abbiamo già visto, nell’articolo sui suoi locali più romantici, che nella città scaligera c’è solo l’imbarazzo della scelta: dalle locande alle trattorie, fino ai ristoranti più eleganti affacciati sul fiume Adige. Ma all’appello ne mancava ancora uno. 

Con una proposta di alta cucina innovativa e l’idea di “rendere tutto un gioco”, lo Chef Tommaso Timpano apre nel febbraio 2024 un locale che rompe gli schemi della cucina tradizionale locale. Propone così ai cittadini veronesi la sua concezione di cucina innovativa, dove arte, musica e cibo si incontrano in un incastro apparentemente caotico, ma che però si ricompone alla fine dell’esperienza gastronomica, proprio come in un puzzle. Incuriosita dall’ondata di novità che ha profumato l’aria della mia città, sono stata da Puzzle per intervistare lo Chef e farmi raccontare di più sul suo ristorante. Sei curioso di scoprire cosa si nasconde dietro il suo enigmatico menù? 

Puzzle: un locale minimalista tra arte e musica affacciato sul Duomo di Verona

Tavolini del ristorante Puzzle di Verona
PH Francesca Di Cesare

Una cena da Puzzle profuma di eleganza e trasporta in un mondo dove la protagonista è l’arte, con un fil rouge fatto di musica italiana, jazz e rock che rispecchia l’anima dello Chef. In una sala di soli 26 coperti incorniciata da pareti color carta da zucchero, a catturare l’attenzione sono le opere d’arte moderna e una suggestiva statua contemporanea che raffigura un corpo danzante, composto da tasselli di puzzle colorati. “Ho trovato il locale casualmente”, racconta Tommaso, romano di nascita e veronese d’adozione “i muri sono dell’istituto diocesano”. Sará il misticismo intriso nelle pareti o lo spirito artistico chi le ha decorate, ma una cosa è certa: il fascino del ristorante e la sua suggestiva location di fronte al Duomo di Verona lo rendono irresistibile per chi considera la buona cucina non solo una fonte di sostentamento per il corpo, ma anche un’esperienza di nutrimento per lo spirito e l’anima. 

Con il ristornate Puzzle arriva a Verona il “tavolo sociale” 

Tavolo sociale del ristorante Puzzle di Verona
PH Francesca Di Cesare

Cucina a vista, un bancone rialzato affacciato sul Duomo e, per finire, il grande pezzo forte del locale: il tavolo sociale, un grande tavolo da otto a cui ci si può sedere senza vincoli di orario, condividendo il pranzo o la cena con degli sconosciuti. È proprio questa una delle grandi novità introdotte dallo Chef nella città più romantica d’Italia, offrendo ai clienti la possibilità di sperimentare la sempre più di moda “social dinner”. Ma come hanno accolto i veronesi questa nuova tendenza del mondo della ristorazione? 

“I clienti si divertono, ma tendono sempre a scegliere prima gli altri tavoli. Solo se sono tutti occupati si adattano al tavolo sociale”, spiega lo Chef. È proprio questa una delle sfide più grandi che Tommaso Timpano si è trovato ad affrontare in una città sotto molti punti di vista ancora conservatrice, abitudinaria e legata alle proprie tradizioni. “L’età media della nostra clientela è di circa 40 anni”, continua, senza stupirsi che le loro preferenze restino ancora quelle più classiche. “La nostra speranza, però, è quella di smuovere il turismo con la novità introdotta dal format innovativo del nostro ristorante”, conclude. Addentriamoci allora nella sua peculiare proposta di menù, e scopriamo in cosa consistono i “puzzle” da otto e quindici pezzi. 

Il menú “alla cieca” del ristorante Puzzle: tutti pazzi per la pasta in bianco

“L’esperienza è un gioco”, esordisce Tommaso. “Abbiamo un menù che inizia con la pasta, dove la quarta portata consiste in un piatto di marshmallow e pere”. Un continuo saliscendi di gusto, in cui ogni portata si incastra con la successiva, creando un’armonia che solo alla fine si svela completamente, proprio come se si trattasse delle tessere di un puzzle. Ma in cosa consiste, quindi, il gioco? “Nel menù alla cieca il cliente non sa cosa aspettarsi”, spiega lo Chef. L’esempio più emblematico è il dolce: un dessert dal colore verde che alla vista ricorda una mela, servito su un piatto che raffigura il quadro di Magritte “Il figlio dell’uomo”. “Solo al momento dell’assaggio, ci si rende conto che il sapore è completamente diverso: una sorpresa”. 

Dessert del Ristorante Puzzle
PH Tommaso Timpano

Il menù, in costante adattamento e variazione, rispetta gli ingredienti di stagione e l’estro creativo dello Chef in due versioni: otto o quindici portate. Il cavallo di Battaglia? La pasta in bianco. Proprio così: il piatto più semplice della cucina italiana è anche quello più amato tra i clienti del ristorante Puzzle. “La nostra pasta viene fatta con il koji”, racconta lo Chef, spiegando la tecnica.  “Si tratta di riso fermentato mediante spore, che utilizziamo per ottenere una bevanda dolce, poi ridotta fino a ottenere una salsa”.  Il piatto viene ultimato con burro acido e polmone di vitello disidratato, che dona la nota ferrosa e un po’ salata. “Tra i propositi a breve termine abbiamo quello di eliminare il menù da otto e reintrodurre una piccola carta”. 

A tu per tu con lo Chef Tommaso Timpano tra cucina locale e internazionale 

“Nel locale siamo pochi collaboratori”, mi spiega. “Io e Vincenzo in cucina, e una ragazza in sala”. Romano di nascita e classe 1996, Tommaso Timpano è approdato a Verona grazie al fratello, dopo un’esperienza lavorativa a Dubai. Con un bagaglio di esperienze nel panorama internazionale, tra cui uno stage di tre mesi al ristorante tristellato “Disfrutar” di Barcellona, lo Chef ha poi iniziato a lavorare per il ristorante veronese “La Canonica”, dove ha avuto modo di conoscere e interfacciarsi per la prima volta con la clientela locale. 

“Ci vuole molto coraggio!”, esordisco prima di chiedere come tutte queste influenze hanno inciso sulla persona che è oggi. “È un bel salto nel vuoto”, mi spiega, soprattutto perché c’è il rischio di non riuscire a far comprendere  l’idea al 100%. “Se andrà male, ciò che mi dispiacerebbe di più sarebbe il non aver avuto abbastanza tempo per far conoscere e capire la mia concezione della cucina”, continua “ma per ora il feedback è positivo, e le persone sono contente”. Prosegue raccontandomi del pezzo forte della sua proposta di menù, l’oliva de Disfrutar: un’oliva fatta con burro di cacao che fa da crosta, con un ripieno liquido che esplode in bocca sprigionando tutto il sapore di oliva. Un omaggio al Disfrutar di Barcellona. Ma vediamo più nel dettaglio da dove nasce la sua passione per la cucina e cosa lo ha portato, a soli 28 anni, a prendere la decisione di aprire un ristorante

Spaghetti, rapa, salsiccia, hoisin
PH Tommaso Timpano

Una vocazione che va controcorrente: da promesso medico a ristoratore

“So che proviene da una famiglia di medici”, chiedo a Tommaso prima di concludere l’intervista. “I miei genitori sono ginecologi e la cosa più ovvia era che decidessi anch’io di seguire le loro orme”, mi spiega, “ma a me è sempre piaciuta la cucina”. Una passione autentica e rara, quindi,  che nasce da un sentire interiore senza aver conosciuto contaminazioni esterne. “A dire la verità, mi è sempre piaciuto mangiare”, precisa, “e poi, a casa mia non c’è mai stato il rito del cucinare insieme, tipo fare le tagliatelle con la nonna la domenica. In famiglia nessuno a mai fatto nulla di simile”. Fa dell’ironia sul rinomato aneddoto Bottura, che racconta di aver rubato il tortellino crudo da sotto il tavolo della nonna, e poi aggiunge: “ma da lui ho subito un’influenza che ha definito la mia passione per la musica e l’arte”. Così è nato Puzzle, un’idea che coltivava da molti anni e che è stata la ragione per cui ha deciso di iniziare gli studi e di fare esperienza nel mondo della cucina. Del resto, lo ha pensato fin dall’inizio: se inizio questa carriera è per aprire un ristorante”. 

Chiuso il martedì e il mercoledì, è aperto solo a cena dalle 19:30 alle 21:45, il sabato e la domenica anche dalle 12:30 alle 13:45. È possibile prenotare per telefono o attraverso la pagina web, oppure passare direttamente al ristorante e vedere se c’è qualche posto libero, magari attorno al tavolo sociale. Un’occasione per stare insieme e ampliare i propri orizzonti, non solo attraverso il cibo, ma anche e soprattutto con l’esperienza conviviale di una cena che è tutta una sorpresa, dove i piatti si susseguono senza un apparente ordine logico. Proprio come nella vita, dove l’ordine è apparente, a volte un po’ confuso, ma alla fine poi sorprendentemente si incastra, creando un disegno che può lasciare a bocca aperta. 

E tu conoscevi il ristorante Puzzle? Saresti curiosi di provare questa esperienza? 

 

Immagine in evidenza di: Tommaso Timpano

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