Nei Paesi dove si mangia più spesso il riso, come quelli asiatici, risulta minore l’incidenza dell’obesità. Il possibile nesso è stato oggetto di un recente studio realizzato dal Doshisha Women’s College of Liberal Arts di Kyoto in Giappone e presentato durante l’incontro annuale del The European Congress on Obesity. Non è un caso che questo spunto di ricerca venga proprio dall’Estremo Oriente. La cucina giapponese, infatti, secondo una ricerca pubblicata sul British Medical Journal è particolarmente salutare, capace di ridurre la mortalità prematura per molteplici cause, incluse le malattie cardiovascolari. Dal punto di vista del consumo di riso, invece, il paese più virtuoso è il Bangladesh. Ma vediamo quali sono i risultati di questo nuovo studio e perché, secondo i ricercatori, dovremmo consumare più riso (e meno pasta).
Riso e obesità: mangiare questo cereale ci protegge?
La ricerca si è svolta a partire dai dati della FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) relativi al consumo di riso in 136 paesi del mondo. In particolare, sono state analizzate tre tipologie di questo alimento: bianco, integrale e in forma di farina. I ricercatori hanno confrontato le informazioni con i tassi di obesità negli stati analizzati, ma anche con altri fattori come il livello di istruzione, e alcuni aspetti legati allo stile di vita, come l’abitudine al fumo, il PIL, il guadagno medio, la spesa sanitaria pro capite e la quota di popolazione con più di 65 anni.
Dalla ricerca è emerso che dove il consumo medio di riso è superiore a 150 grammi a persona al giorno ci sono livelli di obesità inferiori rispetto a dove la porzione quotidiana di riso non supera i 14 grammi.
Lo studio individua anche alcuni paesi particolarmente virtuosi da questo punto di vista:
- Bangladesh
- Laos
- Cambogia
- Vietnam
- Indonesia.
Quelli dove si mangia meno riso, invece, sono Gran Bretagna, Stati Uniti, Spagna, Canada e Australia.
Si dovrebbe, quindi, consumare più riso?
L’interessante studio giapponese non conferma però l’esistenza certa di un nesso causa/effetto tra il consumo di riso e il rischio o meno di sviluppare sovrappeso e obesità. Piuttosto, evidenzia come esista una correlazione tra questi due elementi che si spiega, secondo i ricercatori, guardando alle caratteristiche nutrizionali di questo cereale, ricco di fibre e povero di grassi.
Inoltre, il riso favorisce il senso di sazietà che, come per altri alimenti, consente di mangiare quantità ridotte, ed è capace di tenere sotto controllo l’insulina per via del moderato indice glicemico.
Il riso, dunque, sembra avere degli effetti benefici sull’organismo e “protettivi” per sovrappeso e obesità per cui, secondo i ricercatori, potremmo consumarne di più, in sostituzione, per esempio, di pasta e pane a base di cereali raffinati. Soprattutto laddove se ne consumano in media 15 grammi al giorno ciascuno (Francia) o poco più come negli Stati Uniti e in Gran Bretagna dove la quota sale a soli 19 grammi/die/pro capite. Come ricorda, però, il professor Tomoko Imai, che ha condotto la ricerca specifica, “ esistono anche report e ricerche mostrano come le persone che mangiano grandi quantità di riso hanno più possibilità di sviluppare la sindrome metabolica e vari tipi di diabete. Di conseguenza – ha concluso il ricercatore – riteniamo che una quantità equilibrata di riso può prevenire l’obesità.”
Consigli per consumare il riso
Non tutte le tipologie di riso e le cotture hanno lo stesso effetto sull’organismo, tant’è che gli stessi ricercatori giapponesi si sono concentrati sul consumo di riso, riso integrale e farina di riso che, soprattutto nella cucina asiatica, vengono consumati cotti a vapore.
In primo luogo, come evidenziato dalla dottoressa Francesca Evangelisti, biologa nutrizionista, il riso liofilizzato, il tipico risotto in busta, non può essere considerato un’alternativa con pari profilo nutrizionale. In secondo luogo, commentando i risultati dello studio durante il summit dedicato all’obesità, gli specialisti hanno evidenziato come un eccessivo consumo di riso possa aumentare il rischio di sviluppare la sindrome metabolica e del diabete di tipo 2. Quindi è preferibile non esagerare.
Infine, anche il metodo di cottura può condizionare l’assimilazione delle sostanze nutritive. È la Fondazione Veronesi in collaborazione con il Corriere della Sera a evidenziare che il cereale bollito sia particolarmente facile da digerire, consigliato nei regimi ipocalorici e accompagnato con un filo d’olio EVO oppure con della verdura. Sono i condimenti a fare la differenza anche per la seconda strategia di preparazione del riso, ovvero facendolo sobbollire in brodo. Questa è, infatti, la metodologia usata per i risotti: i valori nutrizionali variano molto e in base a quali sono gli altri ingredienti. Una terza modalità per preparare il riso è quella di farlo cuocere in una quantità d’acqua pari a circa una volta e mezzo il suo peso.
L’attenzione va posta sulla lettura dell’etichetta che, anche nel caso di pasta e riso, può fornire al consumatore tante informazioni preziose. Ad esempio, l’origine del cereale, i paesi di coltivazione, di lavorazione e di confezionamento.
Se, in conclusione, non è ancora dimostrato il nesso causale tra il consumo di riso e un minor rischio di obesità, resta consigliato da tutti gli specialisti della nutrizione il consumo di cereali, preferibilmente non raffinati per una dieta equilibrata. Quanto spesso mangiate il riso? Raccontateci le vostre abitudini e impressioni nei commenti.