I grassi sono un elemento essenziale in cucina e, assunti nella giusta quantità, sono utili anche per la salute del nostro organismo. L’olio vegetale, grasso per eccellenza nella cucina vegana, è perfetto sia crudo che cotto, può dare gusto e carattere oppure, può esaltare sapori semplici o già peculiari. Cosa fare, però, una volta terminato il suo utilizzo? L’olio esausto, infatti, è un rifiuto molto inquinante e va smaltito nel modo corretto: oggi parleremo proprio di quanto è importante effettuare nel modo corretto questo passaggio, ma ci occuperemo anche di come riciclare l’olio da cucina dopo l’uso, in casa. La prima soluzione che vi propongo sarà ovviamente un viaggio alla piattaforma ecologica più vicina alla vostra abitazione. Semplice certo, ma non scontata. La seconda, invece, riguarderà la realizzazione di un sapone per la pulizia della casa. Scopriamo insieme come.
Olio esausto: perché è così inquinante e dove va gettato?
Se anche voi siete abituati a gettare giù dallo scarico l’olio usato dopo una frittura, nella convinzione che sia il metodo più rapido e comodo, in questo articolo vorrei spiegarvi perché da oggi non dovreste più farlo.
L’olio esausto, quello che rimane dopo una tempura, per esempio, una volta versato nella rete fognaria, attraverso il wc o giù dal lavello della cucina, è in grado di contaminare l’acqua e il suolo. Esso, infatti, crea uno strato superficiale sull’acqua che ne impedisce la normale ossigenazione. Un gesto apparentemente banale, gettare via l’olio, appunto, è quindi estremamente nocivo.
L’olio esausto smaltito nella maniera scorretta può raggiungere il terreno, creando anche qui uno strato idrofobico, che impedisce la normale ossigenazione e non permette nemmeno lo scambio idrico e minerale adeguato tra radici delle piante e suolo.
Naturalmente se l’olio esausto da cucina procede nel suo percorso attraverso il suolo, può raggiungere la falda acquifera e creare enormi ripercussioni sull’intero ecosistema e sulla salute umana e animale.
Ecco perché è importante raccogliere l’olio esausto: per avere un impatto minore sull’ambiente e non inquinare il pianeta sul quale viviamo.
[elementor-template id='142071']Come raccogliere l’olio esausto
Dopo aver utilizzato l’olio per la nostra frittura e per i nostri manicaretti, dalle polpette vegan alle Zeppole di San Giuseppe vegan fino ai dolci di Carnevale vegan, ciò che dobbiamo fare, quindi, è raccoglierlo.
Che sia per portarlo in piattaforma ecologica, alle campane di raccolta presenti in alcuni Comuni del territorio nazionale o per riciclarlo in casa, come vedremo tra poco, il processo sarà simile.
- Innanzitutto dobbiamo attendere che l’olio di cucina esausto si sia raffreddato.
- A questo punto, potremo passare al filtraggio per rimuovere le parti di cibo che vi sono rimaste: basterà utilizzare un piccolo colino.
- Versiamolo quindi in una bottiglia pulita e asciutta. Io preferisco il vetro ma anche di plastica andrà comunque bene.
- Quando questa bottiglia sarà piena, sarà giunto il momento per il nostro piccolo viaggio in piattaforma ecologica.
Se invece il nostro scopo sarà quello di riciclarlo in casa, dovremo solo avere l’accortezza di raccogliere ciascuna tipologia di olio (di girasole, di oliva, ecc.) in una bottiglia diversa, per realizzare con ciascuno un sapone differente.
Riciclare l’olio da cucina: come fare il sapone per la pulizia della casa
L’olio esausto, vegetale e di un unico tipo, può essere facilmente riciclato tra le mura domestiche. Come? Realizzando del sapone per la pulizia della casa o per il bucato.
Naturalmente per realizzare il sapone in casa con l’olio di frittura, la soluzione più adeguata è utilizzare il metodo a freddo. Esso prevede l’uso di grassi, in questo caso l’olio (di fritture vegetali), di acqua demineralizzata, di soda caustica e, se lo desiderate, l’aggiunta di oli essenziali come quello di eucalipto, di tea tree, di menta e di lavanda, dall’alto potere disinfettante.
Ovviamente, se avete dimestichezza con il metodo a freddo per la realizzazione in casa, saprete bene che che è necessario conoscere l’origine dei grassi per ricavare la formula corretta (calcolando il SAP) e quindi le dosi per la realizzazione del sapone e così permettere la saponificazione. Non ho volontariamente incluso i passaggi per fare il sapone perché il procedimento può rivelarsi pericoloso se non si applicano le dovute attenzioni e tutele. La saponificazione, infatti, prevede l’uso della soda caustica e io stessa prima ho impiegato circa un anno di studio, ricerche e formulazioni prima di acquisire dimestichezza. Ciò che invece desidero consigliarvi sono due libri che possono guidare l’approccio e la pratica della produzione del sapone fatto in casa:
- Il tuo sapone naturale. Metodi, ingredienti, ricette di Patrizia Garzena e Marina Tadiello, Fag Edizioni
- Saponi e detersivi naturali di Liliana Paoletti, edizioni Il filo verde di Arianna.
Il mio suggerimento, nel caso decidiate di riciclare il vostro olio esausto per realizzare il sapone, è quello di raccogliere ciascuna tipologia in una bottiglia diversa.
Una volta provveduto ad avere le dosi necessarie di olio esausto da cucina potremo procedere alla creazione del nostro sapone per bucato e pulizie mediante il classico metodo a freddo, attendere il tempo di stagionatura e quindi utilizzarlo nelle nostre pulizie domestiche ecologiche. Si tratta di un buon modo per:
- risparmiare denaro nell’acquisto di detersivi;
- riciclare l’olio esausto da cucina che altrimenti inquinerebbe se smaltito in modo scorretto;
- riutilizzare una risorsa scoprendo il valore del fatto in casa;
- abbandonare per sempre la cattiva abitudine di gettare giù dallo scarico una sostanza che ha un altissimo potenziale inquinante.
L’importanza del gesto di raccogliere e smaltire o riciclare, l’olio dopo l’uso è davvero tanta, come abbiamo visto. E voi avete altri metodi per riciclare gli oli da cucina? Raccontatecelo nei commenti.