Storicamente la castagna è stata uno dei cibi fondamentali delle classi povere per la sua versatilità in cucina: ottimo ingrediente base per minestre, pane e polenta, in preprazioni che andavano dalla cucina di sopravvivenza a quella più raffinata. La castagna si può consumare sia fresca che cotta, secca, affumicata, o in farina. Secca e sbucciata ha più lunga durata ed è adatta a moltissime preparazioni sia dolci che salate, mentre quella affumicata è ormai più una curiosità gastronomica di alcune valli montane lombarde e piemontesi, venduta su spago, da sbucciare e masticare così com’è. La farina di castagne è ancora reperibile nei negozi di farine e legumi e serve soprattutto per ricette tradizionali.
Nel ricettario del Giornale del Cibo trovate alcuni suggerimenti per cucinare primi piatti a base di castagne: Taglierini di castagne alle noci, Maltagliati alle castagne con porcini trifolati ai pomodori secchi, Maltaglati alle castagne con il pesto, Zuppa di fagioli e castagne, Gnocchi di patate e castagne su fonduta di taleggio. Tra i secondi piatti Castagnata, Terrina di ricotta con castagne e salsiccia, Marroni al miele con lardo.
Le castagne secche preventivamente ammorbidite per 24 ore in acqua fredda diventano dolci molto elementari ma gustosi, con una leggera spolverata di cioccolato, zucchero e vaniglia. La farina di castagne, invece, con aggiunta di volta in volta in dosi diverse di uova, latte, zucchero e semi di anice, è usata per fritelle, focaccine, biscotti, o
