Lo spreco alimentare è un problema che coinvolge governi, aziende e singoli cittadini. Una recente ricerca Samsung, presentata in occasione dell’8a Giornata nazionale contro lo spreco alimentare, evidenzia come i cibi buttati e non consumati costino più di 5.000 Euro a ogni italiano. Un dato in linea con quanto accade anche nel resto dell’Unione Europea.
Il sostegno a iniziative che agiscano nell’ottica del miglioramento della sostenibilità ambientale del settore agroalimentare sono in cima all’agenda della Commissione Europea che, da anni, investe per ridurre gli sprechi lungo tutta la filiera. Ogni azione, ogni passaggio può fare la differenza, anche la pulizia degli ambienti di confezionamento degli alimenti. Da una ricerca realizzata in Belgio da Realco, azienda che si occupa di biotecnologie ambientali, e dell’Università di Liegi è emerso quanto l’igiene dei luoghi dove i cibi vengono lavorati abbia un significativo impatto sulla durata degli alimenti. Cosa fare, dunque, per far sì che i cibi vengono sprecati di meno? Utilizzare un igienizzante speciale a base di enzimi. Vediamo di cosa si tratta e perché potrebbe essere così utile.
Spreco alimentare, una questione dell’intera filiera
La Commissione Europea stima che, ogni anno, in Europa vengano buttati 88 milioni di tonnellate di cibo, che portano a uno spreco di più di 143 miliardi di Euro. Cifre davvero importanti e che, secondo il legislatore europeo, vanno ridotte drasticamente per poter diminuire in maniera significativa l’impatto del settore sull’ambiente.
Quando parliamo di spreco alimentare consideriamo tutto ciò che viene disperso lungo tutta la filiera: dai cibi scartati durante la raccolta (spesso per questioni estetiche, come ci racconta Camilla della start up Bella Dentro) a quelli persi durante il trasporto, fino a ciò che resta troppo a lungo nei negozi o a casa e dev’essere buttato perché supera la data di scadenza.
L’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, è intervenuta lo scorso gennaio con un parere che, oltre a chiarire la differenza tra “da consumare entro il” e “da consumarsi preferibilmente entro il”, fornisce degli strumenti pratici a produttori e consumatori per evitare di buttare alimenti ancora buoni.
La durata dei cibi è condizionata, però, anche dalle condizioni di igiene del luogo di confezione. E questo aspetto in particolare è stato analizzato da Realco e dai ricercatori in Food Science dell’Università di Liegi in un progetto sostenuto con fondi europei del dipartimento DG06.
Un igienizzante a base di enzimi per proteggere i cibi
Un’adeguata pulizia degli ambienti e delle superfici di lavoro dove i cibi vengono confezionati, preparati e mangiati è fondamentale per tutelare l’igiene, ma anche per ridurre gli sprechi. Disinfettare la cucina, ad esempio, è un’attività che può ridurre le possibilità di diffusione di microrganismi e, di conseguenza, la proliferazione di infezioni alimentari. Ciò è altrettanto importante lungo la filiera.
L’analisi del team di ricerca ha osservato infatti come la qualità microbiologica degli impianti dove vengono preparati i cibi sia strettamente legata a quella del prodotto finito. In altre parole, si sostiene che gli alimenti realizzati e confezionati in strutture adeguatamente igienizzate possono prolungare la loro vita. Laurent Delhall, Senior Scientist del dipartimento Food Science dell’Università di Liegi ha dichiarato che “se le infrastrutture di produzione sono contaminate da batteri alteranti, questi ultimi possono contaminare gli alimenti, che si avarieranno più rapidamente.”
Per contrastare questa tendenza, è stato elaborato uno specifico igienizzante a base di enzimi che risulta particolarmente efficace. L’elemento interessante è che gli enzimi sono capaci di attaccare i biofilm, ovvero un carapace naturale che protegge la maggior parte dei batteri ed è resistente ai prodotti di pulizia tradizionali. L’igienizzante sviluppato da Realco, “Biofilm Expert”, riesce a danneggiare la membrana e, quindi, a eliminare un maggior numero di batteri. Il risultato è che si riduce il rischio di contaminazione dei cibi e la velocità di proliferazione dei nidi di batteri che, naturalmente, infettano gli alimenti. Basti pensare, ad esempio, alla presenza di Listeria, E.Coli, salmonella e molti altri.
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Questo igienizzante a base di enzimi è stato testato da Realco insieme all’Università in un’azienda che produce hamburger freschi e il risultato è stato significativo: il tempo di possibile conservazione del prodotto realizzato in un ambiente trattato in maniera sistematica e preventiva è passato da 11 a 24 giorni.
Si tratta, naturalmente, di un progetto pilota che sarà testato anche in altri ambienti e coinvolgerà altri ambiti, ma evidenzia un’interessante opportunità di sviluppo per una filiera più sostenibile e più attenta agli sprechi.
Se usate anche voi qualche tecnica specifica per igienizzare gli spazi dove consumate e preparare i cibi, scrivetecela nei commenti!