Giornale del cibo

Rapporto Censis-Coldiretti: cosa c’è nel carrello della spesa degli italiani?

 

 

Agli italiani piace mangiare di tutto, ma preferiscono il Made in Italy e conoscere l’origine degli alimenti. Leggono l’etichetta e si fidano di amici e parenti per riempire il carrello da portare a casa, o farsi recapitare direttamente a domicilio. Secondo quanto emerge da alcune recenti indagini tra cui quella di Censis e Coldiretti sulla spesa degli italiani, ma anche da Eurispes e Nomisma, il rapporto con il cibo è molto cambiato e, oggi più che mai, gli italiani ricercano prodotti di qualità e soluzioni comode. Emerge, infatti, una crescita considerevole del ricorso all’e-commerce, ma anche, soprattutto, una predilezione per i prodotti italiani, considerati più sicuri e più buoni.

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Cosa si intende per politeismo alimentare?

È il Censis a parlare di “politeismo alimentare”, analizzando i dati raccolti nel Primo Rapporto sulle abitudini alimentari degli italiani redatto insieme a Coldiretti. Non esiste più, infatti, un vero e proprio integralismo delle scelte di consumo e di spesa della popolazione che, nel complesso, è sempre più attenta alle proprietà degli alimenti e alla sicurezza di quanto porta in tavola.

In sintesi, secondo il rapporto, le scelte degli italiani sono “soggettive, eterogenee, mutevoli, tendenzialmente più equosociali ed eco responsabili”, ed ecco che emerge come il 27% degli acquirenti abituali dei negozi equosolidali frequenti anche i fast food. Un terzo, invece, di chi predilige abitualmente prodotti d’eccellenza tutelati dai marchi DOP e IGP non disdegna il cibo precotto, o ancora, due terzi dei consumatori BIO acquista anche prodotti surgelati.

“Sono questi esempi eclatanti – specifica il rapporto del Censis – di un politeismo alimentare che spinge le persone a mangiare di tutto, senza tabu, generando combinazioni soggettive di alimenti e anche di luoghi ove acquistarli, neutralizzando ogni ortodossia alimentare.” I fattori che, nello specifico, tendono a influenzare le scelte sono, da un lato, l’esigenza salutistica di consumare prodotti di qualità per l’organismo e, dall’altro, la sicurezza alimentare, che porta a prediligere alimenti controllati. Il tutto nell’ottica di una, personale e soggettiva, ricerca dell’equilibrio perfetto per la propria alimentazione, tra salute e gusto.

politeismo alimentare
Pressmaster/shutterstock.com

Rapporto Censis-Coldiretti: com’è la spesa degli italiani?

La concomitanza di questi due elementi porta ben l’82,7% del campione intervistato da Eurispes, per un’analoga ricerca inclusa nel VI Rapporto Agromafie, a prediligere il Made in Italy. L’ente ha coinvolto un campione di 1.101 cittadini, rappresentativo della popolazione con lo scopo di esplorare il rapporto degli italiani con il cibo anche dal punto di vista delle scelte alimentari.

Oltre alla generale e trasversale preferenza per il Made in Italy, emerge che il 73,3% degli intervistati sceglie cibi di stagione, il 56% compra spesso prodotti DOP, IGP e DOC, 55,8% evita un alimento quando vede tra gli ingredienti l’olio di palma, il 49,3% ricerca il km 0 e il 41,3% predilige il biologico. Un trend in forte crescita, come confermato dalla recente ricerca di Nomisma e AssoBio a proposito del mercato italiano del biologico.

Colpisce, secondo quanto riporta Eurispes, il fatto che ormai stabilmente gli italiani sono abituati a leggere le etichette degli alimenti. Il 67,7% lo fa sempre e per quasi due persone su dieci origine e ingredienti sono i fattori determinanti per l’acquisto.

Rido/shutterstock.com

Olio, carne e formaggi: per cosa gli italiani spenderebbero di più?

Naturalmente anche il prezzo ha un suo peso. Il 12,5% degli italiani, sempre secondo Eurispes, sceglie un prodotto perché è in offerta speciale, tuttavia è interessante come emerga che la maggioranza del campione sia disposto a pagare un prezzo più alto per acquistare prodotti di maggiore qualità.

Ciò non è valido per qualsiasi categoria di prodotto, ma la maggior parte degli intervistati è convinta che acquistare olio (soprattutto se extravergine d’oliva italiano certificato), carne e formaggi più cari equivalga a scegliere alimenti di maggiore qualità. Al contrario, non sono disposti a spendere di più per pasta o prodotti biologici, percepiti come già venduti al prezzo “giusto”.

Chi fa la spesa in famiglia?

Gli italiani hanno, dunque, le idee piuttosto chiare su cosa mettere nel carrello per fare la spesa. O meglio sono le italiane a determinare queste tendenze di consumo perché, come evidenzia ancora una volta la ricerca Censis-Coldiretti, nel 61% dei casi sono le donne a preparare la lista della spesa e organizzare l’alimentazione dell’intera famiglia.

Una responsabilità che, per la maggior parte degli italiani, ha un impatto concreto sulla vita anche dal punto di vista psicologico. Addirittura il 93% dei residenti nel Nord-Est dichiara, infatti, che “per fare la spesa conta molto sulla propria personale capacità di scegliere i prodotti”.

La spesa è, quindi, una questione di fiducia. Tant’è che, prima di provare nuovi prodotti o servizi, gli italiani guardano la marca, l’esperienza di amici e familiari, la provenienza con una netta prevalenza dei prodotti italiani e locali, e l’abitudine a frequentare quel determinato punto vendita. L’aspetto territoriale è particolarmente sentito nel Sud Italia dove per il 74,6% delle persone un prodotto locale presenta una garanzia di qualità e sicurezza.

Extarz/shutterstock.com

Una spesa sempre più social

Infine, come emerso anche dalla ricerca realizzata da Nomisma per Coop, la spesa è un’attività sempre più social e, con un certo ritardo rispetto agli altri paesi europei, cresce anche l’e-commerce. Secondo l’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano, infatti, tra il 2017 e il 2018 c’è stata una crescita del 34% del fatturato in questo settore, trainato sia dalle convenzioni stipulate dai grandi supermercati, sia da alcune start up che nate proprio per portare la spesa, meglio se a filiera corta, direttamente nelle case dei consumatori. Tuttavia, questi servizi coprono ancora principalmente i centri urbani e il Nord Italia. La stima è che solo nel 30% del territorio sia attiva questa tipologia di servizi, di cui l’effettivo potenziale è ancora inespresso.

 

Sarà, dunque, 100% italiana, biologica e a domicilio la spesa del futuro? Quali sono le vostre abitudini? Scriveteci nei commenti.

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