Il consumo di carne e latticini, soprattutto se elevato e frequente, da tempo è additato come una concausa nella comparsa di forme di cancro, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha messo in guardia su questo rischio. Un recente studio, però, sembra ripensare le certezze su proteine e tumori, evidenziando gli effetti positivi di quelle di origine animale sull’organismo, in particolare per il contenuto di antigeni attivi. Ma quindi la carne fa male o no da questo punto di vista? Cercheremo di saperne di più, esaminando le ultime evidenze scientifiche sul tema e ribadendo i motivi per i quali non è mai corretto trarre conclusioni avventate e semplicistiche.
Proteine animali e salute: la ricerca giapponese sfata un luogo comune?
Quella che sembrava una certezza, ovvero che assumere molte proteine di origine animale nuoce alla salute e può favorire i tumori, sembra perdere di consistenza leggendo superficialmente i risultati di una recente ricerca giapponese. Infatti, uno studio degli scienziati del RIKEN Center for Integrative Medical Sciences (IMS), pubblicato nel 2024 su Frontiers in Immunology, ha sottolineato gli effetti positivi degli antigeni alimentari, sostanze di natura proteica contenuti nella carne, nelle uova e nei latticini (albumina sierica bovina e ovoalbumina), in grado di contrastare i tumori intestinali, in particolare dell’intestino tenue. Le accuse del passato per le proteine animali sono dunque da considerare superate? Queste evidenze sembrano in effetti restituire a carne, latticini e uova un ruolo positivo per il nostro organismo, anche per le patologie intestinali, in contrasto con l’idea diffusa che loro consumo sia nocivo per la salute e che una dieta a base vegetale sia sempre da preferire.
La ricerca in questione è stata finanziata dal programma Grants-in-Aid for Scientific Research (Kakenhi), un sistema pubblico gestito dal governo giapponese attraverso la Japan Society for the Promotion of Science (JSPS), uno dei principali strumenti di sostegno alla ricerca accademica in Giappone. Si tratta di un aspetto importante, che toglie dubbi sulle possibili influenze dovute a finanziamenti privati legati all’industria della carne. Ma facciamo un passo indietro…
Il ruolo degli antigeni e i risultati dello studio su proteine e tumori
Cosa sono gli antigeni e perché sono utili? Si tratta di sostanze che provocano una risposta immunitaria e la produzione di anticorpi specifici da parte dell’organismo, per proteggersi da una determinata malattia. Spesso il loro impatto è stato interpretato con un’accezione negativa, in quanto sono all’origine di reazioni a cibi potenzialmente allergizzanti come arachidi, crostacei, pane, uova e latte. Anche quando non provocano effetti di questo tipo, queste sostanze sono comunque considerate estranee, e quindi devono essere controllate dal sistema immunitario.
La ricerca giapponese, in sintesi, ha provato che antigeni quali albumina sierica bovina e ovoalbumina – presenti rispettivamente nella carne e nel latte bovino e nell’albume delle uova – sono in grado di attivare cellule immunitarie dell’intestino tenue che contrastano efficacemente la tumorigenesi intestinale, e quindi la comparsa di tumori nel piccolo intestino.
Durante i test effettuati, nei topi che hanno seguito un’alimentazione priva di antigeni si sono formati più tumori rispetto a quelli con dieta normale, mentre nei topi alimentati con antigeni, si è osservata la soppressione della tumorigenesi dell’intestino. Questo ha portato a concludere che la mancata formazione tumorale sia direttamente correlata alla presenza di antigeni dall’impatto positivo sulle cellule immunitarie dell’intestino tenue, deputate ad attaccare le cellule tumorali. Questi antigeni, inoltre, sono utili contro situazioni gastrointestinali severe, quali il morbo di Crohn o la sindrome dell’intestino irritabile.
Considerando questa scoperta, perciò, eliminare del tutto la carne non pare essere una buona idea nell’ottica di prevenire malattie e tumori dell’intestino, dato che può, invece, contribuire a sopprimere la tumorigenesi intestinale. Ad ogni modo, serviranno ulteriori studi per approfondire e confermare il ruolo della carne per questa attivazione immunitaria.
Altri studi rivalutano il ruolo delle proteine animali
Negli ultimi anni alcune ricerche hanno inoltre ridimensionato l’associazione tra consumo di proteine animali e cancro. Oltre agli antigeni, infatti, è stata scoperta un’altra sostanza antitumorale come l’acido trans-vaccenico (TVA), presente nelle carni e nel latte dei ruminanti e di antiossidanti presenti nel manzo, nel pollo e nel maiale. Un ulteriore studio, pubblicato su International Journal of General Medicine, proverebbe che chi mangia carne vive più a lungo; nella ricerca, che ha analizzato la relazione tra questo consumo alimentare e aspettativa di vita in 175 nazioni del mondo, sarebbe emersa una correlazione positiva con l’aspettativa di vita media della popolazione, statisticamente significativa anche dopo aver controllato i principali fattori confondenti.
La carne non va demonizzata, ma meglio mangiarla con moderazione e bilanciare con le proteine vegetali
Lo studio giapponese citato suggerisce un meccanismo in cui antigeni alimentari derivati da carne, latte e uova potrebbero stimolare una risposta immunitaria in grado di contrastare il tumore dell’intestino tenue. Tuttavia, è fondamentale interpretare queste conclusioni con cautela. Gli esperimenti descritti in ricerche di questo tipo sono condotti in modelli preclinici – ad esempio, su animali o in ambienti altamente controllati – che non rispecchiano necessariamente la complessità del corpo umano. Inoltre, la relazione tra dieta, sistema immunitario e tumori è estremamente complessa e influenzata da numerosi fattori, come la genetica, lo stile di vita e la composizione del microbioma intestinale.
Mangiare carne, latte e uova può certamente far parte di una dieta equilibrata – come lo è la dieta mediterranea – ma è sbagliato concludere che consumarli in quantità maggiori, o comunque superiori a quelle comunemente consigliate, avrà in automatico un effetto protettivo contro il tumore dell’intestino tenue. Inoltre, il consumo eccessivo di carne rossa o lavorata è associato a un aumento del rischio di altri tumori, come quello del colon-retto.
In ogni caso, la quantità di proteine di origine animale considerata salutare può variare a seconda delle linee guida nutrizionali e delle esigenze individuali, ma ci sono alcune raccomandazioni universali che finora la scienza ha dato per assodate.
- Linee guida generali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e altre istituzioni raccomandano che le proteine rappresentino il 10-15% dell’apporto calorico totale giornaliero. Di queste, una parte può provenire da fonti animali, ma si consiglia sempre di mantenere una buona quota di proteine vegetali.
- Bilanciamento, varietà e moderazione. Molti esperti suggeriscono di limitare le proteine di origine animale a circa il metà dell’apporto proteico totale, integrando con proteine di origine vegetale per un equilibrio migliore e per ridurre i rischi associati al consumo eccessivo di carne, come malattie cardiovascolari e alcuni tipi di cancro (colon-retto in primis). È importante, quindi, includere una varietà di fonti proteiche – come pesce, uova, latticini, legumi, noci e semi – e limitare il consumo di carne rossa e processata.
- Considerazioni individuali. Le esigenze proteiche possono variare in base a età, sesso, livello di attività fisica e condizioni di salute. Ad esempio, gli atleti o le persone che vivono determinate situazioni croniche o patologiche potrebbero necessitare di più o meno proteine.
Pertanto, per applicare alla propria dieta quotidiana risultati scientifici come quelli dello studio giapponese citato è necessario approfondire la ricerca clinica e comprendere meglio come questi antigeni alimentari interagiscono con il sistema immunitario umano. Una consulenza con esperti in nutrizione e oncologia è sempre consigliata per avere indicazioni personalizzate su proteine e tumori dell’intestino.
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