Molti alimenti contengono sostanze bioattive, ovvero in grado di influenzare positivamente la salute, contribuendo a prevenire malattie, come abbiamo visto spesso nella rubrica Mangiare Sano. In particolare, dalle proteine del latte si generano costituenti bioattivi, quali enzimi, fosfolipidi e peptidi, dotati di funzioni metaboliche fondamentali per la protezione della salute. È quanto spiegato dal Dott. Claudio Macca in un recente documento diffuso dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Umana (ADI).
Vediamo allora quali sono le proprietà bioattive delle proteine del latte.
Il latte fa male o bene?
Il latte in genere, non fa male, come abbiamo visto nell’intervista alla dott.ssa Luisa Zoni dell’Ospedale Bellaria-Maggiore di Bologna, anche perché garantisce una fondamentale fornitura di vitamina D e calcio. Si tratta infatti di un “cibo starter” della alimentazione umana, “l’unico nutriente che il neonato di qualsiasi specie animale riceve nelle prime ore di vita e il principale nell’anno successivo alla sua nascita, la prima e più vasta biblioteca di nutrienti disponibili sulla faccia della terra”, come spiega il dott. Macca nel documento ADI.
Tuttavia, sappiamo che sempre più persone in età adulta rinunciano a questa bevanda, o a causa dell’intolleranza al lattosio o di allergie alle proteine del latte, o come scelta etica, da parte di coloro che non vogliono consumare nessun alimento di origine animale. In questi casi il latte vaccino viene sostituito spesso da bevande vegetali, che tuttavia latte non sono, in quanto non sono ottenuti dalla mungitura, ma derivano da alimenti quali legumi, cereali e noci.
Fatta questa premessa, andiamo a vedere quali sono e come agiscono le sostanze bioattive delle proteine del latte.
Proteine del latte: sostanze che promuovono la salute
Come specificato dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Umana, le sostanze bioattive derivate dalle proteine del latte vengono studiate come potenziali componenti di salute. Si tratta di biopeptidi liberati dalla digestione gastro-intestinale del latte, durante i processi fermentativi e durante la stagionatura dei formaggi, che hanno mostrato attività funzionali, in grado di influenzare positivamente i sistemi cardiovascolare, digestivo, endocrino, immunitario e nervoso.
Come abbiamo visto parlando delle ottime proprietà della rucola, definiamo un alimento funzionale quando può portare effetti benefici sull’uomo. In tal senso, quindi, possiamo dire che le sostanze bioattive delle proteine del latte agiscono similmente, con un importante effetto benefico.
Vediamo allora quali sono e che azione svolgono, in base alle indicazioni del Dott. Claudio Macca, che fa parte dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Umana (ADI).
Le sostanze bioattive della componente proteica del latte: protezione da virus e batteri
“I peptidi funzionali del latte possono essere particolarmente adatti sia come ingredienti aggiunti ad alimenti che come integratori di farmaci, per la scarsità dei loro effetti collaterali, data la loro origine dal latte”, ovvero il primo alimento conosciuto dall’intestino dei neonati.
Tra le le sostanze bioattive del latte, come riportato dal documento dell’ADI, troviamo:
- Butirrofillina
della quale si studia il possibile coinvolgimento nelle malattie autoimmuni.
- Mucina
proteina molto resistente alla degradazione gastrica che protegge da diversi microrganismi.
- Lactoaderina
Glicoproteina che inibisce l’infettività dei rotavirus, ovvero quelli responsabili di molte forme di gastroenterite.
- Lattoferrina
Importante componente del sistema immune dei mammiferi, con attività antimicrobica contro molti microrganismi (batteri, virus, funghi e parassiti), attività antinfiammatoria, antibiotica e antitumorale.
- Adipofillina
sostanza che favorisce la formazione del grasso sottocutaneo, partecipando così in modo rilevante alla fisiologia dei tessuti cutanei e sottocutanei.
- Anidrasi carbonica
Enzima presente in molti liquidi biologici, specie nella saliva e attore essenziale per
la crescita e lo sviluppo dell’intestino del neonato.
- Xantina ossidasi
Enzima coinvolto nella secrezione del globulo lipidico e che agisce come proteina di difesa.
- Glutatione ridotto (gsh)
Antiossidante strategico nella detossificazione da metalli pesanti e da sostanze chimiche tossiche e cancerogene. Molto importante per i neonati, specie se prematuri, è il suo aminoacido Cisteina, con proprietà anti-ossidante e di prevenzione delle neoplasie.
La componente carboidratica e lipidica del latte è ricca di sostanze antitumorali
Tuttavia, come specificato dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Umana, sostanze bioattive sono presenti anche nella componente carboidratica e in quella lipidica del del latte. Tra queste, vale la pena ricordare:
- Butirrato
Effetti antitumorali, per cui inibisce la crescita cellulare di vari tumori umani, previene il cancro del colon, ha effetti rafforzati in sinergia con altri composti bioattivi come la vitamina D.
- Acidi grassi a catena ramificata
Hanno dimostrato proprietà antitumorali “in vitro” su una vasta gamma di neoplasie umane tra cui cellule neoplastiche di colon, stomaco, fegato, polmone, prostata, mammella, pancreas e cellule leucemiche.
- Cla (acido linoleico coniugato)
Potenzialità anti-infiammatorie ma soprattutto anti-tumorali, in quanto inibisce la crescita delle cellule tumorali umane (Cicognini et al., 2014). Inoltre, migliora la funzione immunitaria e della massa magra e comporta una riduzione dell’aterosclerosi.
- Sfingomielina (fosfatidilcolina,fosfatidilinositolo,fosfatidilserina,fosfatidiletanolamina)
Importante azione antitumorale, in particolare per quanto riguarda quello del colon, inibendo la crescita cellulare.
Dalle proteine del latte derivano sostanze molto importanti per la salute, motivo per cui nelle considerazioni conclusive, il dott. Claudio Macca dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Umana (ADI) sostiene che “l’elevato valore biologico delle proteine del latte e dei suoi 9 aminoacidi essenziali va oltre il ruolo plastico ed energetico che viene solitamente riconosciuto. Infatti, dalle proteine si generano costituenti bioattivi, quali enzimi, fosfolipidi, peptidi, dotati di funzioni metaboliche fondamentali per la protezione della salute”. Per questo motivo, anche se l’utilizzo dei peptidi del latte in terapia resta una rarità, “si potrebbe influenzare la pratica medica nelle indicazioni dietetiche destinate alla promozione della salute o alla prevenzione di specifiche malattie”.
“Evitare comunque un consumo eccessivo”
Certamente il latte è stato demonizzato per molto tempo, pur avendo ottime proprietà nutrizionali. Va detto però – come specifica la biologa nutrizionista Francesca Evangelisti alla quale abbiamo chiesto un commento finale – che “è bene evitare un consumo eccessivo, perchè si tratta comunque di un alimento che contiene anche zuccheri (lattosio) e lipidi (rappresentati per la maggior parte da trigliceridi)”. Infine, anche in riferimento al calcio: “la quantità è decisamente buona, ma ci sono alimenti che contengono più calcio del latte, come per esempio i formaggi, la frutta secca oleosa, molluschi, crostacei e legumi secchi”.
E a proposito del valore terapeutico di molti cibi e dei loro nutrienti, avete già letto l’intervista alla dott.ssa Patrizia Pasanisi – Dirigente Medico presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale Tumori – dove ci racconta il loro studio sulla dieta mediterranea nel contrasto alla sindrome metabolica?