Lo sfruttamento dei lavoratori e, in particolare, dei braccianti in Italia resta una realtà diffusa a macchia d’olio, come conferma anche il recente rapporto di Medici per i Diritti Umani a proposito della raccolta degli agrumi della Piana di Gioia Tauro. Tuttavia, la crescente attenzione mediatica, insieme con l’effetto sul medio periodo della legge contro il caporalato del 2016, ha generato un aumento della visibilità del fenomeno del caporalato, ma anche una proliferazione di piccole e grandi iniziative per contrastarlo.
Abbiamo parlato di molte di queste, a partire dai dati resi pubblici dalle Forze dell’Ordine a proposito di arresti e processi, fino ad arrivare alle molte storie di associazioni, cooperative e progetti che, nei territori più difficili, dimostrano nei fatti che un’alternativa esiste. Di recente, anche il Centro per l’Impiego di Foggia si è unito al fronte per una migliore tutela dei lavoratori, promuovendo il progetto “CaporALT” che ha portato all’apertura di un infopoint sul territorio dedicato proprio alla valorizzazione di informazioni e legalità.
“CaporALT”, il progetto contro il caporalato del Centro per l’impiego
“CaporALT” è un progetto di servizio civile nazionale che coinvolge i Centri per l’Impiego della provincia di Foggia e i giovani volontari che sono stati selezionati per prendervi parte. L’obiettivo è triplice:
- ridurre il caporalato e la schiavitù dei lavoratori in agricoltura;
- potenziare l’accoglienza, informazione e orientamento al lavoro dei lavoratori;
- promuovere iniziative di sensibilizzazione e conoscenza del fenomeno, soprattutto ai giovani.
Il tutto in un territorio come il foggiano dove i lavoratori stagionali si spostano regolarmente all’inizio dell’estate, per la raccolta dei pomodori, e spesso sono costretti a vivere in baracche fatiscenti, viaggiare fino al posto di lavoro su mezzi non sicuri (come testimoniano i due incidenti avvenuti la scorsa estate e costati la vita a ben 16 persone), e non soltanto.
Pochi giorni fa, un’operazione dei Carabinieri di Foggia ha portato all’arresto di due persone, ora ai domiciliari, con l’accusa di sfruttamento del lavoro irregolare. Secondo quanto è emerso a proposito delle indagini, sono stati sequestrati anche quattro container di lamiera, del tutto privi delle condizioni igieniche sanitarie minime, dove venivano stipati fino a 30 braccianti, irregolarmente assunti, costretti a vivere in condizioni al di sotto della soglia di tutela e dignità.
L’esigenza, dunque, di agire concretamente sul territorio per contrastare il caporalato è forte. Per questo nasce “CaporALT”, nel quadro del “Protocollo sperimentale contro il caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura”, come progetto che coinvolge i giovani e vuole sensibilizzare tanto la popolazione quanto i braccianti sui rischi e le criticità di queste pratiche ancora diffuse.
Uno sportello per informare i braccianti stagionali
Tra le molte attività promosse nei vari Centri per l’Impiego, è interessante l’apertura, a Foggia, di un vero e proprio sportello per tutti. Questo infopoint, che prende il nome dal progetto, e ha l’obiettivo di essere un luogo sicuro, al quale braccianti e persone in cerca di lavoro in agricoltura possono rivolgersi per ricevere informazioni. Con la consapevolezza che grazie al supporto dei ragazzi dell’infopoint potranno sapere come muoversi in maniera completamente legale.
Una seconda finalità è quella di raccogliere preziosi contatti per i database delle Liste speciali in Agricoltura, ovvero degli elenchi di lavoratori stagionali disponibili, elaborati proprio nel foggiano, creati per poter agevolare l’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro in maniera trasparente e pienamente legale.
All’infopoint CaporALT si possono chiedere direttamente informazioni sulla ricerca di lavoro, sull’indennità di disoccupazione, sulla ricerca attiva di lavoro, ma si può ricevere anche un globale supporto per potersi interfacciare con la burocrazia. Un servizio concreto, dunque, che coinvolge diversi giovani tra i 18 e i 30 anni, tutti del territorio e pronti a mettersi in gioco per il futuro e per la legalità. Conoscevate questo progetto?