Che l’accoppiata food e fotografia sia vincente l’abbiamo capito da tempo. Al punto che è stato dimostrato qualche anno fa, da una ricerca pubblicata sul Journal of consumer marketing, che scattare e condividere online le foto dei piatti che stiamo per mangiare riuscirebbe a renderli più buoni. Non stupisce, quindi che su Instagram, tra i social network di maggiore successo in questi ultimi anni, la food photography spopoli, attirando migliaia di likes e condivisioni: ad oggi, sono ben 376 milioni i post sotto l’hashtag #food e 220 milioni sotto quello di #foodporn.
Tuttavia, il cibo che Instagram – e le orde di food blogger – stanno proponendo negli ultimi anni è un cibo pressoché perfetto, patinato, luminoso, in fotografie rigorosamente composte secondo certi canoni precisi: minimalismo e geometrie vanno a braccetto, come i setting casual ma ricercati, fintamente scomposti, in stile shabby chic o vintage. Spesso, quindi, , ciò che ne viene fuori sono una serie (quasi) infinita di immagini tutte uguali. Ma il cibo non è soltanto questo, e una parte del web l’ha capito bene: non è solo una proposta sequenziale di piatti estremamente “belli” da mangiare con gli occhi, ma è prima di tutto occasione di condivisione, un “momento” per raccontare una storia differente, e magari perfino divertente. Ecco perché, se vi avevamo dato una lista di food blogger da seguire assolutamente, oggi andiamo alla scoperta di quei profili “food” Instagram strani, bizzarri, mai visti prima, che hanno sì a che fare col cibo, ma in maniera del tutto diversa e inusuale.
Il cibo come racconto di vita intima: Insta Della Spesa
Spesso, ci dimentichiamo che il cibo, prima di essere cucinato e fotografato, va comprato. Alzi la mano chi non ha mai scritto una lista della spesa? Se oggi sono tanti quelli che aprono le note del proprio smartphone per buttare giù l’elenco dei prodotti alimentari e non da comprare al supermercato, sono ancora tanti, tantissimi quelli che alla carta non rinunciano. Il nome del profilo Instagram di Giulio Castoro, il creativo trentunenne friulano diplomato alla Scuola Holden di Torino, la dice lunga su quello che rappresenta: si chiama @insta_della_spesa, la pagina che raccoglie – in senso letterale del termine – e dà una seconda vita alle liste della spesa dimenticate, buttate a terra o lasciate nei carrelli, scritte in fogli di fortuna, biglietti dei treni, scontrini, vecchie agente e addirittura settimane enigmistiche. Insomma, qui il cibo c’è, ma nella sua versione scritta.
In un’intervista, Giulio ha raccontato di averne collezionate oltre 900 liste, tutte assolutamente vere, come assicura. Questi fogliettini non raccontano solo delle abitudini alimentari e delle dispense degli italiani, ma piccole – grandi – storie: come quella che mette insieme il cocomero al panettone (una sfida interessante!), o i tampax alle “pile orecchie nonna”, o ancora il prosecco e i biscotti, o gli abbracci insieme ai rasoi; per non parlare poi di quelle disegnate o altre che presentano delle indicazioni come, “guardami ogni tanto”, o quella che, in fondo alla lista, riporta “abbiamo il ragù!”. Una delle mie preferite? La lista per veri cacciatori di vampiri con “budella, sale fino, aglio e pepe nero”. A far sorridere, le grafie spesso incerte, o i numerosi errori di ortografia: il mascarpone diventa il “mascalpone”, lo yogurt, invece, “ioghurt”, i cereali “kellos konflex”. In conclusione, un profilo food decisamente insolito e originale, che è capace di raccontare il dietro le quinte delle cucine, in una vicinanza e intimità mai vista prima. E voi, dove scrivete la lista della spesa?
Cibo e animali gourmet: Dogs In Food
Oltre al cibo, qual è l’altra cosa che va fortissima sui social? Ovviamente loro, gli animali! In particolare, quelli domestici come cani e gatti. Quindi, se fate parte del team cani, il prossimo profilo fa decisamente per voi: si chiama @dogs_infood, come suggerisce il nome dell’account, ciò che troverete sono “cani dentro al cibo”. Come? Be’, immaginate un bianco cagnolino steso, come se stesse riposando, con una fetta di salmone sopra: ecco il nigiri-dog! In pratica, dolcissimi cagnolini vengono graficamente “trasformati” in piatti o snack golosi, adattandoli in base al loro aspetto e alla somiglianza con un determinato cibo. Il risultato? Assolutamente folle ed esilarante! Troverete carlini cookies, barboncini donuts, sharpei come golosissimi croissant, terrier mirtilli! La particolarità: chiunque può candidare il proprio cane inviando in privato la propria fotografia. L’idea è piaciuta talmente tanto che il profilo conta oltre 695 milioni di followers. Genialità o trash più totale? A voi la scelta! Ma sfido chiunque a non lasciarsi sfuggire un sorriso…
Crostate Parlanti per affrontare la giornata
Cosa fate per risollevarvi il morale dopo una giornata difficile? Io adoro mangiare qualcosa di dolce, meglio ancora se fatto in casa, con amore. Se anche voi siete come me, ho il profilo giusto. Scoperto da poco su Instagram, @crostateparlanti è già uno dei miei preferiti. Perché? Su questa pagina troverete delle fotografie di crostate con marmellate, confetture o cioccolato, dove sopra, al posto della classica “griglia” di frolla, trovano posto tante letterine che compongono frasi più o meno motivazionali, profonde e divertenti. Una di quelle che preferisco? “Le chiamano ciliegie, cirase, cherries, ma sono orecchini”. Oppure, “la minestra riscaldata è buona solo se è pasta e ceci di nonna”. Insomma, nel profilo troverete tutta la dolcezza di cui avete bisogno per affrontare le giornate, e vi rifarete gli occhi con bontà che gridano: “Mangiami come se non ci fosse la prova costume”.
La rivincita di chi non sa cucinare: Zero Sbatti In Cucina
“Siete stanchi di fingere di saper cucinare?”: ecco la descrizione in bio di questo account tutto da ridere, @zerosbattincucina. Insomma, chi lo dice che dobbiamo essere tutti bravi a cucinare e realizzare piatti da veri MasterChef? Vuoi per mancanza di tempo, di creatività o anche di capacità, ammettiamolo, non sempre ciò che mettiamo sotto i denti è presentabile. Diciamo che, se Joe Bastianich dovesse assaggiare i nostri pranzi o le nostre cene, lancerebbe il piatto contro il muro. Quindi, se spesso, scorrendo le immagini su Instagram, vi sentite delle schiappe in cucina, vi riconoscerete nelle preparazioni tristissime che propone questo profilo. Quindi, via libera alle foto di mozzarelle e pomodori, di toast, di pasta in bianco col burro, di mais in scatola, di wurstel, e, infine, di tonno, tonno e ancora tonno in tutte le sue versioni (in alcuni casi, con la forchetta piantata direttamente nella scatoletta). Il mood? Prendiamoci tutti meno sul serio e, come dice il profilo, “siate fieri delle vostre zuppe surgelate e hamburger vegani!”.
[elementor-template id='142071']Profili food Instagram strani: quando il trend è l’ugly food
Ultimamente, andando in controtendenza alla sfilza di immagini di cibi –issimi (ossia, bellissimi, invitantissimi, perfettissimi), c’è un nuovo food trend di Instagram che sta spopolando: l’ugly food. Quindi, ben vengano tutti quei prodotti alimentari dall’aspetto poco invitante, che decisamente non si mangiano con gli occhi. Ecco, quindi, tre profili che vi faranno sorridere (o piangere) guardando il peggio delle cucine!
Schiscette brutte
Chi è costretto a lavorare tutto il giorno, lo sa: una delle note dolenti sono i pranzi. Negli anni, c’è una parola che si è diffusa per descrivere i tupperware o i portavivande colorati da lavoro o, in generale, per un pranzo fuori casa, ed è “schiscetta”. È la versione moderna della “gavetta” dei soldati, ed è nata a Milano nel dopoguerra. Operai e impiegati che non potevano permettersi di andare in trattoria per mangiare utilizzavano infatti un portavivande in acciaio o in alluminio per conservare, trasportare e poi riscaldare il pasto preparato dalle mogli. Pare che il termine debba la sua nascita a una portinaia di uno stabile in via Leonardo, nel capoluogo meneghino. Intuendo una forte necessità di risparmio in tempi di crisi economica, la portinaia prendeva le ordinazioni dei dipendenti degli uffici dello stabile per cucinarli personalmente e consegnarli sulla loro scrivania dentro una bella schiscetta fumante.
Storia a parte, oggi questa parola è diventata “universale”, e il profilo @schiscettebrutte mostra proprio questo: dimenticate le creazioni gourmet alla Cracco, qui invece c’è solo tanta, tanta tristezza. Dai fagiolini all’accoppiata prosciutto cotto e formaggio che ricorda i pranzi a scuola, fino a passare per sbobbe e zuppe scaldate al microonde, dai colori improbabili e decisamente poco invitanti. Insomma, la prossima volta che porterete la vostra schiscetta brutta aL lavoro, vi sentirete meno soli.
Inflight Feed
Che i pasti in aereo finiscano spesso vittima di giudizi negativi lo sappiamo. Ma esiste addirittura un profilo che conta quasi 30mila followers che ha raccolto in un unico luogo proprio gli scatti rubati dei vassoi monoporzioni più tristi serviti ad alta quota: è @inflightfeed, l’account che mostra ciò che si consuma sulle compagnie aeree di tutto il mondo, dai flop ai top. Dall’immancabile pappa al pomodoro scotta – o peggio ancora, con il finto ragù alla bolognese – al mini-hamburger con patatine. Devo dire, però, scorrendo tra le immagini mi sono dovuta ricredere: negli ultimi anni, certe compagnie hanno saputo alzare il livello del servizio catering, offrendo anche pranzi e cene alternativi e dall’aspetto decisamente più accattivante rispetto a quelli a cui sono stata abituata nei miei viaggi. Alcuni esempi? Piatti di riso basmati in accompagnamento al pesce, pancake con frutti rossi e fresche macedonie di frutta. Forse è il caso di cominciare a sfatare pure questo mito…
The Ugly Fruit And Veg
A proposito di cibo scartato perché brutto: questo profilo da 41mila followers ha un nome che rende bene l’idea di quel che ci troverete dentro, @uglyfoodandveg. La frutta e la verdura che si trova sui supermercati, di solito, viene accuratamente selezionata sulla base dell’aspetto estetico: quindi, quelle con imperfezioni e ammaccature o dalle forme strane vengono scartate, per fare spazio a quelle che rispettano tutta una serie di standard estetici. Ma può capitare che qualcuna di questi prodotti “imperfetti” riescano a farcela ad arrivare sulla tavole dei consumatori: ecco allora che troviamo una serie di fotografie di frutti e verdure dall’aspetto bizzarro, in stile mostro di Frankenstein; ma non solo, perché molti hanno anche un aspetto tenero e simpatico, come nel caso delle due carote abbracciate o del pomodoro dall’espressione un po’ preoccupata. Inoltre, al di là delle immagini in sé, l’intento del profilo è lodevole: infatti, chi l’ha creato ha come obiettivo la lotta contro lo spreco alimentare e la crisi dovuta al cambiamento climatico. Quindi, la prossima volta che trovare un cibo un po’ strano perché non gli scattate una foto, al posto di buttarlo?
Il cibo va al cinema con Meals On Reels
Proviamo a pensare ai nostri film preferiti: sicuramente, ci verrà in mente almeno una scena in cui i nostri protagonisti sono alle prese con il cibo. Alcuni di questi, poi, negli anni sono diventati famosissimi, in certi casi anche delle vere e proprie icone: quelli che io ricordo sono sicuramente la ratatouille dell’omonimo film d’animazione, il Pan di Via degli elfi nel Signore degli Anelli, la creme brulée del Favoloso mondo di Amelie, il cioccolato in Chocolat, o lo strudel con la panna di Bastardi senza gloria. Ecco, se siete amanti del cinema, soprattutto quello d’altri tempi, @meals.on.reels è il profilo che fa per voi! Aperto dal critico cinematografico e giornalista Kristen Yoonsoo Kim, che vive a New York, questa pagina raccoglie immagini cinematografiche sul cibo. Non soltanto film famosi e di grandissimo successo, perché Kim punta anche sul mostrare delle scene “inedite” al grande pubblico, di pellicole meno conosciute. In questo caso, quindi, arte del cinema, cibo ed emozione si fondono insieme, per regalare qualcosa di assolutamente unico e mai visto prima.
Resistenza gastronomica colorata: il caso di Cibo
Se parliamo di food e social network, non possiamo non parlare di Cibo, anzi di @cibo.oooo, uno dei profili più interessanti di questi ultimi anni, diventato un vero e proprio caso “virtuoso” di street art. Anche qui, il cibo c’è, ma non nella forma che vi aspettereste, perché Pier Paolo Spinazzè, in arte Cibo appunto, è uno street artist veronese che combatte l’odio a suon di murales “culinari”. In pratica, fa sparire tutte quelle scritte e quei simboli d’odio, come svastiche o insulti, ricoprendoli con fragole cartoonesche, muffins golosissimi, pomodori, mozzarelle, fette di pizza o di torte formato gigante. L’idea, quindi, è quella di cancellare dalle strade l’odio con la bellezza del cibo, un elemento bellissimo, che ci accomuna tutti quanti.
In un’intervista su Artribune, l’artista ha spiegato infatti che trova ispirazione, in primis, proprio negli ingredienti italiani, perché l’Italia ha un “patrimonio gastronomico enorme che viene valorizzato solamente in parte”: quindi, ecco che compaiono frutta e verdura di stagione, pardulas sarde, pandori, formaggi locali come il Monte Veronese. Riguardo a ciò che fa, dice: “non faccio politica ma un’azione semplice, di decoro anche perché amo il mio Paese e penso che le città siano dei grandi musei e per questo voglio che siano belle”. Una grande operazione di resistenza gastronomica colorata, perché il linguaggio del cibo è più forte del degrado culturale e dell’ignoranza: come ha scritto Cibo sulle sue pagine social, “siamo assediati dall’odio, ma non per questo deve passarci l’appetito, anzi! Per quel che mi riguarda ho MOLTA FAME!”.
Siamo giunti alla fine di questo curioso viaggio alla ricerca dei profili food Instagram decisamente più strani. Diteci, conoscevate qualcuno di questi profili? Scriveteci nei commenti altri che meritano di essere sbirciati!