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Lambrusco Emiliano: perché è così amato nel Mondo?

Il Lambrusco è un vitigno, anzi, una famiglia di vitigni da cui si ottiene un vino frizzante e fresco, molto apprezzato nel mondo.

Ci racconta le caratteristiche di questo vino Francesca Benini, Sales & Marketing Director di Cantine Riunite & CIV, che con 1800 soci viticoltori, circa 4000 ettari vitati, 8 centri di vinificazione e 3 centri di imbottigliamento (uno dei quali in Veneto vocato alla produzione di vini frizzanti veneti e prosecco) è leader nella produzione di Lambrusco e di vini frizzanti emiliani.

 

Francesca, quali sono i tipi più pregiati e stimati?

Francesca Benini: “L’origine enologica del Lambrusco risale a circa 150 anni fa. La combinazione fra vitigni autoctoni e il territorio emiliano ha poi dato origine a  dei vini con il nome di Lambrusco, diffusi prevalentemente in Emilia Romagna. Solo tra Modena e Reggio Emilia, le due province di maggiore diffusione, si distribuiscono per il 30% nei vini DOC e per il restante 70% negli IGT. Le varietà principali sono il Lambrusco Salamino, Sorbara e Grasparossa nel modenese. Ma sono ancora il Lambrusco Salamino, accompagnato dal Marani e Maestri, a detenere il primato della coltivazione nella provincia di Reggio Emilia”.

 

Possiamo dire quindi che i Lambruschi più pregiati sono quelli emiliano-romagnoli? Quali caratteristiche rendono la  Regione Emilia Romagna territorio vocato?

F.B.: “Il territorio dell’ Emilia Romagna è storicamente vocato, per conformazione geografica, alla coltivazione della vite e alla produzione di uvaggi ideali per la vinificazione.

Come dicevamo, è soprattutto nelle province di Reggio Emilia e Modena che si sviluppano famiglie di vitigni autoctoni, nate dalle uve selvatiche della zona. Oggi ne vengono coltivate 12 varietà, dalle quali derivano diverse qualità di vini Lambrusco. A queste varietà se ne aggiungono altre non appartenenti alla famiglia del Lambrusco, come l’Ancellotta, tradizionalmente parte integrante della composizione di molti Lambruschi. Questo, insieme alla qualità del processo di produzione e delle tecniche di lavorazione, ha consentito nel tempo di ottenere prodotti più pregiati e distintivi per componenti aromatiche e tanniche”.

 

Vigneti Cantine Riunite 


Quali produce Cantine Riunite?

F.B.: “I nostri vini vanno dal Reggiano Lambrusco, ottenuto da due delle varietà più diffuse nella provincia di Reggio Emilia, Marani e Salamino, all’Emilia IGT, al Lambrusco di Sorbara, Grasparossa e Salamino della provincia di Modena. Una produzione abbastanza corposa”.

 

Ci sono caratteristiche comuni nei diversi tipi di Lambrusco?

F.B.: “Beh, anzitutto la spuma vivace, il profumo aromatico e fruttato, il gusto gradevole e la bassa gradazione alcolica e, nella versione amabile o secca, la capacità di rispondere a gusti diversi del consumatore, a seconda delle aree geografiche italiane o dei Paesi esteri.

In termini gustativi, il Lambrusco di Sorbara si presenta con un colore poco intenso caratterizzato da una modesta componente tannica e da un aroma di note floreali. Mentre il Lambrusco Grasparossa ha una componente tannica evoluta che fornisce corpo e struttura al vino. Il Lambrusco Salamino si presenta con un colore particolarmente intenso, con componenti aromatiche dominate da sentori fruttati. Gli Emilia IGT presentano un colore rosso vivace e un profumo fresco, gradevole e persistente”.

 

Il Lambrusco è un vino molto apprezzato sia in Italia che all’estero. La recente ricerca Iri per Vinitaly 2014 conferma questo successo, risultando il Lambrusco al secondo posto della classifica dei vini più venduti in Italia nel canale GD. Secondo Lei, cosa rende il Lambrusco il secondo vino più venduto in Italia nel canale GD e uno dei più esportati al mondo?

F.B.: “L’abbinamento a tutti i tipi di piatti semplici e leggeri della cucina mediterranea, la freschezza, il suo essere vivace e conviviale, come l’anima dell’Emilia, rendono i diversi tipi di Lambrusco adatti ad ogni occasione di consumo quotidiano e di condivisione sociale. Per questo il Lambrusco è uno dei vini più diffusi a livello nazionale e internazionale perché è un vino concreto, autentico e schietto, capace di attualizzare i valori di sincerità, di essere easy e contemporaneo. E poi è un prodotto non impegnativo organoletticamente e abbastanza economico.”

Quali sono i numeri di Cantine Riunite in termini di produzione ed export?

F.B.: “Cantine Riunite & CIV produce complessivamente 130 milioni di bottiglie, realizzando un fatturato superiore ai 200 milioni di euro, di cui il 40% all’estero, dove l’azienda è presente in oltre 80 Paesi”.

 


Sostenibilità, carbon footpint, biodiversità, vini naturali, biologici o biodinamici. All’ultima edizione del Vinitaly si è percepita l’importanza che le tematiche relative al rispetto dell’ambiente hanno anche per il settore del vino. Come si può leggere anche nel sito di Cantine Riunite, la vostra azienda punta sulle buone pratiche. Come si sta muovendo il settore rispetto a questa tematica?

F.B.: “Negli ultimi anni molte aziende hanno cominciato a prestare attenzione alle tematiche di sostenibilità,  e ad orientarsi maggiormente verso il vino biologico, che, pur essendo un segmento di nicchia, registra importanti performance di crescita. E quindi si è cominciato ad utilizzare i processi di lavorazione atti ad ottimizzare le tecniche di misurazione delle prestazioni ambientali”.

 

E’ possibile anche per i vini più commercializzati, mantenere la qualità e portare avanti sistemi di produzione sostenibili?

F.B.: “Il buon livello di qualità, anche per i vini commercializzati, è spesso accompagnato anche da logiche produttive in linea con il rispetto dell’ambiente, la cosiddetta produzione integrata, capace di ridurre drasticamente gli interventi chimici in vigna e il controllo totale della filiera, a tutela del consumatore”.

 

Tornando al Lambrusco, cosa manca a questo vino? Se c’è margine di crescita, cosa crede potrebbe migliorarne le performance? O crede ci sia qualcosa su cui i produttori potrebbero puntare maggiormente?

F.B.: “In generale per il consumatore il Lambrusco viene caratterizzato da un forte legame con il territorio e con la tradizione e dalla facile bevibilità. E’ un vino generalmente bevuto da tutta la famiglia, la cui principale funzione d’uso è di accompagnamento dei pasti. Soprattutto in Italia, il Lambrusco deve recuperare, al di fuori dell’area primaria di consumo, gli aspetti di modernità e di contemporaneità, facendo leva sui propri tratti distintivi di semplicità e di facilità di consumo. In altre parole, deve diventare un prodotto da cheap a smart, da consumo in casa a consumo fuori casa, valorizzando le proprie dimensioni positive e rendendole più contemporanee”.

 


Cantine Riunite su cosa deve puntare, secondo lei? Sul miglioramento dei sistemi di produzione? Sulla diversificazione delle occasioni di consumo? Su un continuo rinnovo dell’immagine e del vissuto di prodotto?

F.B.: “Cantine Riunite & CIV ha l’obiettivo per i prossimi anni di modernizzare il vissuto del prodotto, puntando sulla valorizzazione dei propri prodotti, in linea con la ricerca costante da parte del consumatore moderno di autenticità, leggerezza e convivialità.

Ha rinnovato l’immagine e proposto nuovi prodotti nella linea Riunite Emilia IGT, recuperando le origini e il legame con il territorio, per essere contemporaneo nel rispetto della tradizione agricola emiliana. Ha rinnovato prodotti e immagine, come per la linea Albinea Canali, attraverso packaging distintivi e riconoscibili. Ha lanciato una nuova linea di prodotti per il canale Ho.Re.Ca., Gaetano Righi, moderna e contemporanea, che contempla Lambruschi, Pignoletto e il nuovo Spumante di Lambrusco Rosato.

Inoltre, ha lanciato, in occasione dell’Expò 2015 di Milano, la linea Senzatempo. Tre vini frizzanti, Lambrusco, Prosecco e Pignoletto, metodo ancestrale. Prodotti non filtrati, crudi e schietti quale richiamo ad una produzione legata alla tradizione, all’antica esperienza tramandata di generazione in generazione, un richiamo alla genuinità, alle cose buone come si facevano una volta…

L’obiettivo, oltre ad una serie di iniziative di customer experience, è quello di avvicinarsi al nuovo consumatore attraverso una value proposition moderna, leggera e frizzante. Per concludere una domanda utile per i lettori. Contrariamente alle credenze più diffuse relative al vino rosso, il Lambrusco va servito freddo. Aspetto di non poco conto in questo assolato Luglio”.

 

Qual’è la temperatura ottimale di servizio?

F.B.: “La temperatura ottimale di servizio, come vino rosso, è tra i 10° e gli 11°. Per consumarlo più fresco, si può tenere in frigorifero prima di servire”.

Uno dei più antichi vini italiani, tra le eccellenze italiane più apprezzate al mondo, vi consigliamo un sorso di questo vino dalla spuma vivace, il profumo aromatico e fruttato, il gusto gradevole e la bassa gradazione alcolica, per conquistare i vostri ospiti.

 

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