Giornale del cibo

Crescono vegetariani e vegani nel mondo, trainando i prodotti Plant Based

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Più di quattro milioni di italiani non assumono per scelta proteine di origine animale ed oltre un milione si definisce vegano. È quanto emerge dal Rapporto Italia 2024 di Eurispes, che certifica una crescita costante di vegetariani e vegani nel nostro paese, con valori percentuali anche superiori rispetto alla media globale. In particolare, il dato dei vegetariani, il 7,2% del campione statistico, è il più alto degli ultimi dieci anni, mentre dal 2014 ad oggi il numero dei vegani in Italia è quadruplicato. Sommati quindi, quasi un italiano su dieci evita di consumare carne o altri prodotti di origine animale, quando solo lo scorso anno la percentuale si assestava sul 6,6%. Un segnale chiaro dell’importanza che ha per i consumatori una scelta consapevole di ciò che si mangia. Ma quante sono nel mondo le persone che scelgono la dieta vegana e vegetariana e per quali ragioni lo fanno?

Cavolfiore gratinato al forno
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Veg nel mondo: quanti sono i vegani e i vegetariani?

Nel mondo, secondo i dati più recenti registrati lo scorso anno, i vegetariani sono quasi un quarto della popolazione, quindi di poco inferiore ai due miliardi di persone, mentre i vegani si assestano sul punto percentuale (pari a circa 100 mila persone). Ma esattamente come per i dati raccolti in Italia, nel 2024 questi numeri potrebbero essere aumentati ancora in modo consistente. Tanto che sono sempre di più le persone a celebrare nel primo novembre la Giornata Mondiale dei Vegani, una ricorrenza nata in Inghilterra nel 1994, nel cinquantesimo anniversario della fondazione della Vegan Society.

Il dibattito europeo sulla “carne coltivata”

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Tutti segnali di una visione sempre più responsabile del ruolo dell’alimentazione, in un mondo fatto di scelte e di sempre maggiore attenzione sul tema. Ma la crescente consapevolezza della popolazione non sempre viene seguita di pari passo dalla politica. È il caso del tema della carne coltivata, o carne sintetica, battaglia cruciale per  diversi partiti politici in tutti i Paesi membri dell’Unione Europea. A questo proposito, la Commissione Europea ha recentemente definito come “ingiustificato” il decreto di legge che vieta in Ungheria la produzione e l’immissione sul mercato di carne allevata in laboratorio, mentre in Francia il Consiglio di Stato ha bloccato un decreto che proibiva i richiami di nomi di prodotti a base di carne su prodotti completamente vegetali.

E per quanto riguarda l’Italia? Nel nostro paese sono stati affrontati entrambi questi argomenti, in un disegno di legge archiviato però nel 2023 dalla Commissione Europea per vizi procedurali. Una bocciatura, quella del divieto di produzione e vendita di carne coltivata e della pratica cosiddetta “Meat Sounding” (ovvero il concetto per cui alimenti vegetali vengono chiamati con gli stessi termini riferiti solitamente alla carne), che sposta e rinvia il termine decisionale, lasciando nel limbo un settore – quello alimentare – centrale per l’economia italiana.

Sempre più persone scelgono prodotti Plant Based

Un fattore interessante che si lega alla crescita del numero di persone che scelgono la dieta vegana e vegetariana (ma non soltanto) riguarda la diffusione di prodotti “Plant Based”. In Italia, il mercato che asseconda questo stile di vita, basato su una dieta composta principalmente (ma non esclusivamente) da alimenti di origine vegetale, ha raggiunto, nel 2023, i 641 milioni di euro di vendita, in crescita rispetto agli ultimi anni a un ritmo ancora maggiore rispetto ai dati della popolazione vegana e vegetariana. Secondo i dati del Good Food Institute, infatti, le vendite nel nostro paese sono aumentate del 16,1% rispetto al 2021 e dell’8% rispetto al 2022, censendo il nostro come il terzo mercato più grande d’Europa per questo tipo di prodotti.

Tornando alla carne coltivata, solo l’ultimo esempio di prodotti sostitutivi della carne, a settembre una start up francese, Gourmey, ha presentato la prima richiesta di autorizzazione per questo tipo di alimento, nello specifico per la produzione e commercializzazione di un foie gras coltivato, che non prevede quindi alcun tipo di violenza sugli animali a differenza di quello tradizionale. Per poter ottenere il via libera in Europa, il prodotto deve essere valutato dall’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare, che ha preso in carico la domanda della società francese. La notizia non è passata inosservata, tant’è che diversi esponenti dell’Europarlamento, tra cui l’italiana eletta con la Lega Anna Maria Cisint, hanno presentato una interrogazione a Stella Kyriakidou, commissario europeo per la salute.

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Lo scontro sull’argomento tra organismi legislatori europei e nazionali blocca le aziende del settore, come ad esempio l’italiana Biolab. “I governi, invece di scoraggiare il consumo di proteine vegetali, dovrebbero incoraggiarne la produzione e contribuire a informare i consumatori, spingendoli sempre di più verso scelte in linea con le esigenze di una reale transizione ecologica non più rimandabile” – ha commentato Massimo Santinelli, fondatore dell’azienda nata nel 1991 e incentrata sulla produzione e commercializzazione di prodotti plant based.

Testimonianze di uno scontro politico e ideologico ampio, il cui terreno di confronto però riguarda da vicino temi come l’impatto ambientale del settore primario, il cambiamento climatico e l’inquinamento. Argomenti tutt’altro che lontani dalle nostre case, nelle sue conseguenze ma anche nella sua trattazione: l’europarlamentare Anna Maria Cisint e la Biolab, sono rappresentanti dello stesso territorio, la provincia di Gorizia, in Friuli Venezia Giulia, ma si trovano da diversi lati della barricata in una battaglia mondiale

Mentre il dibattito politico si divide sulla ricerca e sullo sviluppo di prodotti nuovi Plant Based, è importante osservare come i consumatori stiano già mutando i loro comportamenti. E lo fanno sulla base di ragioni di tipo etico e ambientale, una sensibilità che da anni è in crescita e si traduce in cambiamenti nel paniere degli alimenti delle famiglie. I dati, quindi, descrivono un trend in crescita e un forte interesse delle persone – vegane, vegetariane e onnivore, incuriosite dallo stile Plant Based – verso alternative alla carne.

Anche voi siete curiosi di provare cibi sempre più innovativi realizzati in maniera sostenibile e senza ingredienti di origine animale?

 

Immagine in evidenza di: JeniFoto/shutterstock

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