Intervista a Pietro Romano, sindaco di Rho

Pietro Romano

Il Giornale del Cibo ha intervistato Pietro Romano, sindaco del comune di Rho che ospiterà Expo 2015, per capire in che modo la cittadina si sta preparando ad accogliere l’evento. Tante le iniziative attuate per sfruttare al meglio l’occasione offerta dall’Esposizione. Tante le aspettative e gli interrogativi da sciogliere, primo fra tutti: quale destinazione verrà data alle aree del sito espositivo al termine di Expo?

  • In che misura Expo potrà rappresentare un polo di attrazione per le realtà culturali e ricettive dell’area comunale di Rho o costituire un volano per la nascita di nuove attività imprenditoriali?

Pietro Romano: Rho rispetto ad altri comuni ha un vantaggio: la vicinanza al sito. Il territorio del Comune di Rho, le sue strutture pubbliche e private potranno ospitare eventi culturali temporanei o permanenti. Stiamo ad esempio organizzando un fuori Expo permanente per dare ospitalità alle imprese che non hanno trovato spazio nel sito. Il Consiglio Comunale ha poi approvato una delibera per consentire nel periodo di Expo l’uso delle aree e degli immobili come strutture ricettive anche in deroga a quelli che sono i limiti del PGT. Inoltre intendiamo facilitare l’immissione sul mercato di tutti gli appartamenti sfitti per ospitare il maggior numero di visitatori possibile. Quanto alle nostre imprese abbiamo da tempo attivo, come Patto dei Sindaci del Nord Ovest, il Progetto Crescita finalizzato appunto a creare condizioni favorevoli affinché le imprese del territorio possano lavorare per Expo. Abbiamo avuto già discreti risultati.

  • Quali iniziative mirate sono state attivate per attrarre i visitatori di Expo verso l’offerta culturale di Rho (percorsi turistici, azioni di marketing territoriale, altro)?

P.R.: Abbiamo deciso di realizzare un progetto culturale non come singoli comuni ma come Patto dei Sindaci ovvero 16 comuni della zona del Rhodense. Il progetto è già attivo e si chiama Terre di Expo con un proprio logo appositamente studiato ed azioni di marketing territoriale. Il progetto prevede molte iniziative nei vari comuni durante Expo e la promozione di percorsi nei luoghi più belli del nostro territorio. Per proporre questa iniziativa abbiamo anche partecipato con lo stand Terre di Expo al BIT ed è stato un successo. Il comune di Rho avrà ovviamente proprie iniziative culturali durante il periodo di Expo.

  • Quante persone si aspetta arriveranno e magari alloggeranno nel comune di Rho? Dal punto di vista delle infrastrutture quali interventi urbanistici sono già stati realizzati e quali sono ancora in via di attuazione in vista dell’evento per far fronte ad un maggiore afflusso di persone?

P.R.: Il numero delle persone che potranno alloggiare a Rho non è facilmente calcolabile. Ovviamente non è pensabile in questo momento di creare nuove strutture alberghiere. Da quello che so, comunque, tutti gli alberghi hanno già prenotazioni per Expo e non penso che abbiano problemi a riempire le camere. Tra l’altro avevo richiesto a Regione Lombardia anche una legge specifica che consentisse l’installazione di strutture alberghiere temporanee, ma ciò non è avvenuto. Come detto, però, il Consiglio Comunale ha autorizzato l’utilizzo in deroga degli immobili già esistenti per B & B, case vacanza, etc in modo tale da poter sfruttare tutto il patrimonio edilizio esistente per una maggiore accoglienza dei visitatori. Ciò significa creare economia all’interno della città, perché chi verrà a dormire a Rho, spenderà anche per il vitto ed avrà l’occasione di fare shopping nella nostra Città.

  • A suo avviso ci saranno disagi per i cittadini e i lavoratori di Rho (difficoltà a raggiungere il posto di lavoro, tempi di trasferimento, etc)?

P.R.: A Rho non viviamo solo il bello di Expo, ma da tempo ci confrontiamo anche con i cantieri, non solo quello del sito ma anche quelli delle infrastrutture sorte per garantire l’accessibilità. Strade nuove, parcheggi etc. I disagi ci sono stati e probabilmente ci saranno visto che Expo avrà punte da 150.000 visitatori giorno.

Il nostro lavoro è stato quello di limitare i disagi e di confinarli a ridosso del sito. E fino adesso ci siamo riusciti.

Ci saranno però anche benefici, come l’aumento delle frequenze dei passanti per Milano e di certo le nuove infrastrutture miglioreranno la situazione della viabilità della nostra zona. Queste opere, senza Expo, non avrebbero mai ottenuto i necessari finanziamenti.

  • Verranno adottate delle misure eccezionali di sicurezza (forze di polizia o altro)?

P.R.: Certamente. Expo è una vetrina mondiale che necessita dei massimi livelli di sicurezza, soprattutto in questo periodo. Il coordinamento spetta alla Prefettura che sta da tempo lavorando sul tema. La gestione della sicurezza del sito non può essere responsabilità del Comune di Rho. Noi stiamo dando una mano per quanto ci è possibile.

  • Che ricaduta sta avendo o avrà l’esposizione in termini di occupazione per i cittadini rhodensi?

P.R.: Anche qui i numeri sono difficilmente stimabili. Certamente molte persone hanno trovato occupazione, diretta o indiretta, grazie ad Expo. Quello che abbiamo fatto è stipulare accordi che garantissero posti di lavoro per persone del territorio. Anche in questo caso la vicinanza al sito è stato un vantaggio naturale nel senso che le imprese hanno assunto persone del luogo alle quali non dovevano pagare trasferte e alloggio.

  • Nel progetto ‘Riattiva la Città’ si parla di promuovere il risparmio energetico e rendere Rho una città sostenibile attraverso la riduzione del 20% delle emissioni di gas effetto serra, l’ aumento del 20% del ricorso alle fonti di energia rinnovabile e il miglioramento del 20% dell’efficacia energetica. Cosa è stata fatto finora a riguardo? E, come sarà possibile coniugare questi obiettivi con Expo, evento che potrebbe avere un impatto ambientale negativo, anche parlando solo in termini di una maggiore circolazione di veicoli nella zona?

P.R.: Uno dei punti fondamentali del mio programma era l’adesione al progetto Europeo del 20-20-20. Abbiamo approvato il PAES ovvero il Piano Strategico per l’Energia Sostenibile e lo stiamo attuando, implementando ad esempio la rete di teleriscaldamento per ridurre le immissioni, realizzando piste ciclabili, incentivando l’efficienza energetica con bonus volumetrici. Abbiamo aggiudicato la nuova concessione per l’illuminazione pubblica che prevede la sostituzione di tutti i corpi illuminanti dei lampioni con nuove tecnologie a LED e questo garantirà un risparmio energetico notevole, oltre al miglioramento dell’illuminazione pubblica. Azioni concrete tutte attuative del piano strategico. È vero che Expo porterà nuovo traffico ma Expo è obbligato a porre in essere forme di compensazione ambientale ed energetica. Ad esempio Expo ha contribuito con circa un milione di Euro al nostro progetto per dotare tutti gli edifici pubblici di pannelli fotovoltaici per produrre energia rinnovabile. Senza questo contributo non ci saremmo riusciti. A maggiori emissioni dovute al traffico corrispondono minori emissioni dovute alle compensazioni.

  • Qualche giorno fa l’imprenditore Marco Cabassi ha rilasciato delle dichiarazioni molto forti alla stampa riguardo la cessione di terreni di sua proprietà ad Arexpo, società costituita dalla Regione al fine di acquisire le aree del sito espositivo, partecipata, per una piccola quota, anche dal Comune di Rho. La Regione d’altro canto rivendica una totale trasparenza sulla conduzione delle trattative. Qual è la sua opinione riguardo alla vicenda?

P.R.: Io sono diventato Sindaco quando i terreni erano già stati acquisiti e non ero presente alle trattative. A mio avviso, però, Expo avrebbe dovuto essere realizzato attraverso gli espropri dei terreni. Expo è un’opera pubblica e tutte le opere pubbliche si fanno con gli espropri. Quei terreni erano agricoli, ma sono stati acquistati dopo la variante urbanistica che consentiva l’edificazione per il post Expo, ad un prezzo di certo superiore a quello agricolo. Non vedo di cosa possano i venditori dei terreni lamentarsi quando di certo hanno fatto un affare.

  • A che punto è il Masterplan per la progettazione dell’intera area espositiva all’indomani di Expo? Sono già previste delle destinazioni di utilizzo degli edifici e delle aree dismesse? Quali secondo lei i benefici a lungo termine dell’evento per Milano e per il sistema Italia nel suo complesso?

P.R.: La destinazione dell’area post Expo è un tema fondamentale non solo per la città di Rho. Da tempo abbiamo approvato un Masterplan, ma la gara è andata deserta. Ora è stato richiesto l’intervento delle Università che si sono dette disponibili a lavorare per realizzare un campus ove collocare i dipartimenti tecnici e scientifici. L’università che lavora in sinergia con imprese che si occupano di innovazione. Il progetto mi piace ed a mio avviso dovrà anche vedere il coinvolgimento del Governo per rendere più attraente l’area per le nuove imprese ad esempio creando un’area tax free zone, ma per questo ci vuole una legge. Quell’area non è un’area normale ma è l’occasione per sperimentare nuove funzioni urbanistiche. Inoltre è necessario lasciare alla prossime generazioni il segno che lì nel 2015 vi è stato l’Expo. Una grande sfida sulla quale non si può sbagliare. A questo punto, però, in attesa del progetto definitivo, è necessario trovare una destinazione ponte dell’area. Non possiamo smontare tutti i capannoni e lasciare quell’area senza attività in attesa di trovare la soluzione migliore.

Intervista a cura di S.L.

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