Broiler e Polli a crescita lenta: sappiamo cosa mangiamo?

Polli da Carne

L’avicoltura italiana continua a segnare un trend positivo. Secondo i dati diffusi da UNA Italia, crescono consumi e produzione di carne bianca. L’aumento della produzione di pollo sfiora il 4%. Gli italiani dunque preferiscono una carne meno grassa e più digeribile, ma sanno cosa mangiano? Sapete che esistono polli a crescita lenta e polli a crescita rapida? Comprate razze autoctone o ibridi commerciali? Sono allevati a terra?

Polli da Carne: razze e tipi di allevamento

Galletto ruspante o broiler d’allevamento?

polli da carne

Diciamolo chiaramente, poche volte potremo dire di aver cucinato un bel pollo ruspante. Le razze autoctone, cresciute libere e secondo ritmi naturali, rappresentano un numero limitato di capi, allevati per il fabbisogno famigliare. Sono i polli ottenuti dall’incrocio di varie specie per avere una rapida velocità di crescita e quindi essere molto produttivi a riempire gli scaffali dei nostri supermercati e i banchi delle macellerie.

Già solo il nome attribuito dall’industria alimentare ai polli da carne fa intuire la fine che faranno. Broiler è il termine che identifica sia il pollo a rapido accrescimento che la griglia su cui finirà e a cui è destinato fin dalla nascita. E come riferisce UNA Italia, il 98% circa dei polli venduti nel nostro paese sono broiler.

Che vita da broiler!

Quindi, lasciando il galletto ruspante alle occasioni in cui qualche simpatico contadino ci omaggerà dei suoi amati polli, noi cosa mangiamo di solito? Che vita hanno vissuto i polli che mangiamo?

La vita di un pollo d’allevamento è breve e intensa. Tutta incentrata su un accrescimento di sicuro non culturale, ma fisico. La durata della vita di un pollo d’allevamento varia sia in relazione alla velocità di accrescimento che alla destinazione commerciale. Per cui, se deve essere utilizzato per essere venduto cotto, verrà macellato dopo circa 35 giorni, quando avrà ancora un peso inferiore ai 2 Kg. Se deve essere venduto intero, invece, verrà macellato a circa 40 giorni, quando il peso sarà intorno ai 2,8 kg. Più lunga aspettativa di vita avrà il pollo che verrà utilizzato porzionato per la vendita di cosce, petto e ali, perché deve essere ancora più grosso e quindi potrà (si fa per dire!) vivere qualche giorno in più. In Italia il pollo da carne vive 5-10 giorni in più rispetto agli altri paesi europei. Ma niente sentimentalismi, è solo per avere un peso medio alla macellazione più elevato.

Privilegi di razza: polli a crescita lenta

polli razze

Esistono, anche se in quantità minori, incroci commerciali a medio o lento accrescimento, utilizzati ad esempio per la linea Fior Fiore Coop, e razze a crescita lenta nostrane o autoctone, che sono anche presidi Slow Food o marchi tutelati dalla regione di origine. L’esperta Monica Guarino Amato ha spiegato in un articolo de Il Fatto Alimentare che “questi polli sono generalmente allevati come estensivo al coperto, e vengono macellati come minimo dopo 70 giorni, ma spesso arrivano anche a 110 giorni per raggiungere un peso accettabile”.

Perché gli allevatori prediligono il rapido accrescimento? Le logiche sono naturalmente tutte commerciali. Se per produrre 1 Kg di carne da una razza a rapido accrescimento servono 1,8 kg di mangime e 3 litri d’acqua, per gli animali a crescita lenta servono 5 kg di mangime e 10 litri di acqua. Quindi è meno costoso allevarli e si accontenta anche il consumatore che preferisce un prezzo più basso.

Cosa si nasconde dietro l’etichetta?

Compassion in World Farming (CIWF) Italia Onlus, associazione italiana no profit che lavora per la protezione e il benessere degli animali allevati a scopo alimentare, ha pubblicato qualche mese fa un’infografica che ha girato il web, sulle 6 mezze verità dell’industria avicola. L’associazione spiega che il consumatore trova sulla confezione informazioni che sembrano rassicurarlo, ma in realtà si tratta di mezze verità!

La situazione dei polli da allevamento intensivo, infatti, non è sicuramente di benessere animale. Sono selezionati, come dicevamo, per aumentare di peso il più rapidamente possibile e far risparmiare sui costi di allevamento. Vivono sì a terra e non più in gabbie, ma sono da 17 a 20 animali ogni metro quadrato. L’utilizzo di antibiotici continua ad essere sistematico. Sono Made in Italy, in quanto è effettivamente un prodotto italiano, ma ciò non indica garanzia di alta qualità, come alcuni consumatori potrebbero presupporre.

tipi di allevamento polli

Per chi pensa che questa disperata sorte tocchi solo ai polli da allevamento intensivo, riportiamo che la percentuale sul totale allevato in Italia è dell’85%.

No antibiotics ever

Vorrei chiudere però con una notizia positiva. Arriva dall’America una effettiva esperienza di allevamento “no antibiotics ever”. Il quarto produttore di pollame negli Stati Uniti ha deciso di convertire i suoi allevamenti e sta riducendo l’utilizzo di antibiotici. Già eliminato l’utilizzo di gentamicina, uno degli antibiotici che colpiscono anche l’uomo. I polli costano un 20% in più, ma l’azienda garantisce che non sono mai stati trattati con antibiotici.
Intanto noi in Italia cosa possiamo fare? Voi siete disposti a spendere un po’ di più e approfondire le informazioni riportate in etichetta? Proverete a verificare se i polli da carne che trovate al supermercato sono sicuri per il vostro benessere e per quello animale?

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