di Alexander Màscàl. E’ sabato di un caldo giorno estivo e decidiamo di fare un weekend enologico alla ricerca di prodotti e scegliamo di fare una visita all’azienda agricola "La Corte", in frazione Casabianca, nell’astigiano, per poi risalire la collina a scoprire luoghi così vicini a casa che per questo… non andiamo mai a vedere e quindi non conosciamo.Ci sono piccoli produttori che fanno grandi vini ed è tanta la passione per il loro lavoro che ci mettono l’Anima! E’ così che nascono quelli che io chiamo "I vini… con l’Anima", proprio come quelli che Gian Piero Berzano produce in Frazione Casabianca nell’Azienda Agricola "La Corte", così chiamata perchè apparteneva al conte Giorgio Berruti, Membro della Corte dei Conti di Roma.Pochi chilometri da Asti e il "Piemonte in bottiglia" porta lo stemma di "La Corte" e si chiama: Barbera d’Asti, Freisa d’Asti, Grignolino d’Asti, Barbera del Monferrato e Piemonte Cortese. Di Gian Piero Berzano ben si può dire che è nato tra le botti (nei primi del 1900 già il padre era un valido vignaiolo). Attendo accompagnatore, ben presto aiuta il genitore nelle vigne, durante la lavorazione e nell’imbottigliamento, così piano piano impara ogni segreto della vinificazione ed eredita la passione per l’enologia.Agli inizi il vino veniva venduto sfuso, a damigiane e all’ingrosso, poi le esigenze hanno modificato la vendita passando all’imbottigliamento. Agli inizi degli anni ’70 Gian Piero regge le redini dell’azienda divenendo un valido viticoltore. Barbera d’Asti e Barbera del Monferrato: il suo carattere è quello dei grandi vini e per questo si abbina a tutti i piatti. Ottimo con carni rosse e selvaggina, mentre il Barbera del Monferrato, oltre ad abbinarsi anch’esso a tutti i piatti, è ottimo con i primi piatti, la selvaggina, la carne alla griglia e i formaggi a pasta dura.Ma Barbera è un nome maschile o femminile? Si dice "la" Barbera o "il" Barbera?Qualcuno afferma che nasce al maschile, con "il" vitigno, ma diventa femmina… nella bottiglia… Solitamente si sceglie il femminile, quasi in omaggio al corpo vigoroso e contemporaneamente morbido, voluttuoso e allo stesso modo suadente. "Espressioni" più adatte ad un’amante che ad un vino, ma forse l’accostamento ben rispecchia quei tempi in cui la bottiglia era l’unica amica e compagna dei pensieri e delle tribolazioni, come lo era per i cibi rustici e spesso senza troppa abbondanza. Piemontese, è il vino italiano più popolare. Conosciuto e apprezzato dai romani che stazionavano in Piemonte duemila anni fa, verso la metà del 1200 diventa un obbligo impiantare delle viti di Barbera. E’ il vino delle storie d’osteria. Quello che "annega" i dispiaceri, accompagna le partite a carte nelle "piole", fa compagnia nelle taverne in cui si rifugiano le truppe: è storia, cultura, folclore. Freisa d’Asti. Vino da tutto pasto, particolarmente adatto ai primi piatti e alle carni bianche.Qualcuno lo considera un vitigno storico in quanto tra i suoi illustri consumatori vi era il re Vittorio Emanuele II. Piemonte Cortese è un vino dal colore paglierino chiaro, dal sapore secco, si serve fresco ed è adatto come aperitivo. Ottimo anche con gli antipasti di mare, il pesce e gli antipasti freddi. Un tempo era poco considerato. Se ne piantava qualche pianta tra i filari, quel tanto che bastava per ottenere qualche bottiglia da bere fresca nelle calde giornate estive.Grignolino d’Asti. Si abbina ad ogni tipo d’antipasto ed è particolarmente adatto a piatti leggeri e poco grassi. E’ un vitigno storico citato nell’anno 740 sotto il regno di Liutprando, re longobardo.Il vino si veste della bottiglia verso la fine del 1700. Nasce così la necessità di conoscere il contenuto che si esprime attraverso l’uso dell’etichetta. L’etichetta è simile ad un libro in quanto rappresenta un documento di storia e costume ed è anche la testimonianza di un’attività lavorativa che piano piano diventa un importante mezzo promozionale. Se è il vino che riempie la bottiglia, è l’etichetta che la veste, per questo, come nella scelta di farsi confezionare l’abito da un grande stilista, spesso si scelgono artisti famosi per disegnare un’etichetta, come ha scelto "La Corte" affidandosi ad un grande artista come il maestro Marcello Peola.Marcello Peola nasce a Torino nel 1934. Vive Castellero (AT). Sin da giovane dimostra doti artistiche che lo portano ben presto ad illustrare grandi enciclopedie come l’UTET, la SEI e la Paravia. Collabora ad importanti settimanali come "Famiglia Cristiana", "Il Giornalino". Cura arredamenti dipingendo su laminati per società come Italia Navigazione, Mercedes Benz, ecc. Disegna e crea prototipi per importanti industrie motoristiche come la "Piaggio"; per industrie alimentari e come designer realizza i "giochini" della Kinder Ferrero. Ha collaborato con la NASA. Di grande valore sono "Les Gravures Fantastiques", eccezionali incisioni fantastiche. Le sue opere sono state affiancate a Francisco Goya, Vincent Van Gogh, ed esposte in Italia, Francia, Germania. "Etichette d’Autore per i vini astigiani". Con questo titolo sono stati presentati i vini dell’Azienda Agricola "La Corte", etichettati dal maestro Peola che ha realizzato delle vere opere d’arte. Vini ed etichette sono stati presentati in Francia, a Chambery alla manifestazione organizzata dall’Ente del Turismo dei Vini della Savoia (Francia), dalla "Associazione dei Viticultori della Combe de Savoie", con la collaborazione di "La Compagnie du Sarto", associazione italo francese di turismo, enogastronomia e cultura. Lasciamo Gian Piero Berzano, non senza aver fatto incetta di etichette per la mia collezione e proseguiamo il viaggio attraverso le colline astigiane scoprendo luoghi suggestivi e insoliti, come il parco dei fossili: ma questa è un’altra storia e ve la racconterò al nostro prossimo incontro…