La scarsa quantità è dovuta ad una caratteristica –difetto/pregio- del vitigno, cioè l’ “aborto floreale”. Si tratta di un processo naturale per il quale non tutti i fiori sono fecondati; i fiori, quindi, non si trasformano in acini lasciando nei grappoli molti spazi, con conseguente poca resa nella vendemmia.
Il grappolo è alato, non di grandi dimensioni; il chicco è piccolo, con buccia spessa, ricca di pruina, i vinaccioli sono molto grandi rispetto all’acino. La vendemmia è tardiva, fatta a mano con un’accurata selezione dei grappoli. Le uve vengono fatte appassire per circa tre mesi; per la spremitura, che si effettua a gennaio dopo la diraspatura, si utilizza un torchio a mano. La fermentazione avviene in botti di Slavonia da 50 litri.
Il vino è molto delicato, di colore giallo paglierino carico, ha profumi che ricordano fiori di campo, miele, mandorla, acacia. A detta di molti presenta la concentrazione, la dolcezza ed i profumi di albicocca e fichi, tipici dei vini del sud. Se equilibrato ha buona acidità e sapidità. In bocca è dolce non dolce, è di difficile abbinamento, quindi rientra nella categoria dei cosiddetti “vini da meditazione”, ben si sposa però a formaggi piccanti. Va servito in calici ampi che ne valorizzino i profumi ad una temperatura di 12° circa.