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Storie e leggende dei piatti tradizionali legati alla festa di San Giovanni

Jacek Chabraszewski/shutterstock

 

Sapevate che, la notte tra il 23 e il 24 giugno, in molti paesi si celebra uno dei riti beneauguranti più importanti del mondo rurale? Parlo della festa di San Giovanni, una tradizione dalle origini antichissime che unisce elementi pagani e riti cattolici con lo scopo di proteggere il raccolto dai temporali e dalla siccità. Anticamente, infatti, questa data coincideva con l’inizio della raccolta del grano, e questo è il motivo per cui questa celebrazione si rivestì negli anni di una connotazione più laica che religiosa. 

Collocata a ridosso del solstizio d’estate, si tratta di una festa che trae origine dai campi, e questo è il motivo per cui le sue preparazioni gastronomiche sono a base di prodotti che derivano proprio dalla terra. Ma cosa si mangia, quindi, il giorno di San Giovanni? Ve lo racconto in questo articolo. Prima, però, scopriamo le tradizioni legate a questa festa!

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Curiosità e tradizioni legate alla festa di San Giovanni in Italia 

Non tutti sanno che la notte di San Giovanni viene anche chiamata la “notte delle streghe”. Secondo, la tradizione, l’erba bagnata dalla rugiada si impregnerebbe di energia positiva, proprietà curative e protettrici grazie all’influsso che la Luna ha sulle forze della natura. Ecco perché alcuni la considerano una vera e propria “notte magica”, dove al calare del tramonto viene preparata la cosiddetta “acqua di San Giovanni”. Si raccolgono fiori edibili, erbe spontanee e iperico (anche chiamato erba di San Giovanni, a cui si attribuisce la capacità di scacciare spiriti maligni), e vengono lasciati in infusione fino alla mattina dopo. Poi si utilizza l’acqua per lavarsi mani e viso, in segno di purificazione.

Ad ogni modo, le usanze legate alla festa di San Giovanni sono tantissime e cambiano a seconda della regione. Falò, fuochi d’artificio e celebrazioni eucaristiche: se la tradizione pagana celebra la forza della natura, la religione cattolica vuole invece ricordare la nascita di San Giovanni Battista, uno dei santi più venerati al mondo. Ma lasciamo per un attimo da parte la spiritualità, e vediamo adesso quali sono i piatti tipici legati a questa festa d’estate. Siete curiosi di scoprirli? 

Pane, tortelli, lumache e torta alle mandorle: i piatti tipici della festa di San Giovanni 

Tortelli alle erbette
TinoFotografie/shutterstock

I piatti tipici legati alla festa di San Giovanni cambiano da regione a regione. 

C’è chi prepara primi piatti a base di erbette, chi sforna pane all’acqua benedetta, e chi si diletta nella preparazione di deliziosi liquori. In ogni caso, tutte le pietanze riconducibili a questa festa nascondono una propria simbologia che rimanda a leggende, a tradizioni e ovviamente alla religione. È il momento di scoprirne alcune!

Gli spaghetti alla San Giovannino

Iniziamo con un primo piatto semplicissimo, a base di pomodori, olive, acciughe, capperi e origano. Parlo degli spaghetti alla San Giovannino, anche chiamati alla San Giuannidd, una prelibatezza tipica pugliese che nasce in occasione delle famose spaghettate notturne. Vi siete mai trovati nella tipica situazione in cui la fame prende il sopravvento, e si ricerca un piatto veloce da realizzare con pochi ingredienti? La tradizione, infatti, vuole che si preparino proprio la notte del 23 giugno, anche se sono buonissimi in qualsiasi momento della giornata. 

Le lumache di San Giovanni

Alessio Orru/shutterstock

Proseguiamo con le lumache di San Giovanni, consumate per di più in Lazio e in particolare nei pressi di Roma. Anticamente venivano raccolte proprio la notte tra il 23 e il 24 giugno e i motivi erano legati a una superstizione: dato che le corna delle lumache erano simbolicamente associate con il demonio, il fatto di mangiarle lo avrebbe automaticamente scacciato. Ma come si preparano? Sono due le ricette principali: quella alla Sangiovese, con aglio, olio e peperoncino, e quella alla pizzaiola, con pomodoro, mozzarella e origano. 

Il pane di San Giovanni

Viene preparato in alcune regioni, ed è considerato un pane speciale perché benedetto con acqua santa e arricchito con uvetta, frutta secca o spezie. Nella città di Torino, per esempio, viene condito con pepe e zafferano e offerto in dono alle autorità in segno di buon auspicio quando si devono prendere decisioni governative importanti. Una curiosità: con “pane di San Giovanni” si fa riferimento anche alla carruba, un frutto appartenente alla famiglia dei legumi da cui si ricava una particolare farina e di cui, secondo la tradizione, si cibava proprio San Giovanni Battista. 

I tortelli alle erbette

Ci spostiamo adesso in Emilia Romagna e in particolare nella zona di Parma. Famosa per il prosciutto, lo gnocco fritto e le erbe di campo (con cui si prepara il tipico erbazzone, specialità della vicina Reggio Emilia), qui durante la festa di San Giovanni si servono i tortelli alle erbette. Farciti con ricotta, parmigiano e le erbe raccolte la sera precedente e poi lasciate in infusione tutta la notte (come abbiamo visto, la credenza popolare attribuisce alla rugiada delle proprietà benefiche e in grado di allontanare gli spiriti malvagi), vengono preparati a mano la mattina del 24 giugno e poi gustati a pranzo con amici e famiglia come simbolo di buon auspicio. Nel 2015, sono anche entrati a far parte dei prodotti De.C.O. (Denominazione Comunale di Origine), come testimonianza di un patrimonio gastronomico locale da salvaguardare e valorizzare.

La torta di San Giovanni 

Yessi Frenda/shutterstock

Proseguiamo con un dessert al cioccolato a base di mandorle o pinoli e caffè: la torta di San Giovanni. Ormai l’abbiamo capito, i piatti legati a questa festività prendono quasi tutti il nome del santo a cui è dedicata, come nel caso di questo dolce. La ricetta originale risale ai primi anni del ‘900, quando durante il ventennio tra il 1907 e il 1927 Felicita Simon, che apparteneva a una famiglia di contadini, la citò nel suo famoso “Ricettario dotale”. Aromatica e morbidissima, prepararla è davvero facilissimo e il risultato vi sorprenderà! 

Il nocino 

Terminiamo con il nocino, un liquore a base di noci tipico della tradizione abruzzese, la cui storia intreccia il sacro e il profano dando origine a una ricetta ricca di simbolismo e significato. Secondo la leggenda, le noci devono essere raccolte proprio la notte del 23 giugno, prima che si ricoprano di rugiada, per poi essere messe a macerare nell’alcol fino al 31 ottobre, il giorno dei morti. A questo punto, quando l’alcol avrà raggiunto un colore marrone intenso, si potrà aggiungere l’acqua per abbassare il tenore alcolico. Durante la notte di San Giovanni, quindi, il nocino si inizia a preparare, ma per berlo bisognerà aspettare ben sei mesi! Dopo la macerazione, infatti, il liquore viene imbottigliato e conservato fino a Natale. 

 

E voi conoscevate questi piatti legati alla festa di San Giovanni? Sareste curiosi di assaggiarli? 

 


Immagine in evidenza di: Jacek Chabraszewski/shutterstock

 

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